Tim Altenhof vince l’edizione XII del Premio Bruno Zevi

Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Bruno Zevi, giovedì 21 novembre 2018 alle ore 17.00 la Fondazione Bruno Zevi premia nella sua sede di via Nomentana 150 a Roma il saggio di Tim Altenhof (www.timaltenhof.de), The House-As-Chimney: Erich Mendelsohn’s Breathing Space at Luckenwalde, vincitore del XII Premio Bruno Zevi.

Istituito nel 2007, in occasione del quinto anniversario della Fondazione, il Premio Bruno Zevi viene conferito annualmente a un saggio storico-critico che analizzi con originalità un’opera, una tematica architettonica, o un architetto del presente o del passato. Aperto esclusivamente ai dottori di ricerca, il Premio Bruno Zevi si articola in cinque sezioni, corrispondenti alle tematiche dello spazio protagonista dell’architettura, delle matrici antiche del linguaggio moderno, della storia come metodologia del fare architettonico, del linguaggio moderno dell’architettura, della paesaggistica e del linguaggio grado-zero dell’architettura

Il premio consiste nella pubblicazione del saggio vincitore nelle edizioni della Fondazione Bruno Zevi.

Tim Altenhof è nato nel 1980 a Singen am Hohentwiel, una città vicino al confine svizzero e al Lago di Costanza. Ha iniziato i suoi studi in architettura presso l’Università Bauhaus di Weimar. Nel 2004 si trasferisce a Vienna per studiare nella master class di Greg Lynn all’Università di arti applicate. Nel 2009 ha conseguito un Master in Architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, quindi ha conseguito un dottorato presso la Yale University.

La commissione giudicatrice composta da Roberto Dulio (docente dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito al Politecnico di Milano), Marzia Marandola (ingegnere, docente di Storia dell’Architettura al dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, La Sapienza), Lucy Maulsby (docente di Storia dell’Architettura alla Scuola di Architettura della Northeastern University, Boston), David Rifkind (docente di Architettura e Landscape Architecture + Environmental and Urban Design al College of Communication, Architecture e the Arts Florida International University)Elena Tinacci (storica dell’architettura, Dipartimento Architettura del Museo MAXXI di Roma) ha conferito il Premio al saggio di Altenhof per l’approccio interdisciplinare del testo che non solo ha il pregio di gettare nuova luce sull’opera e sulla figura di Erich Mendelsohn, architetto tedesco considerato tra i maggiori interpreti dell’architettura espressionista, offrendo un approfondimento su un progetto meno noto ma di grande interesse; esso rappresenta anche un’opportunità per arricchire quel fronte della ricerca che indaga le intersezioni della scienza e della medicina con il progetto architettonico. All’interno di un quadro scientificamente e storicamente rigoroso e ben costruito sono inoltre proposti sguardi in avanti verso la scena attuale – in piena sintonia con la lezione zeviana – e si fornisce l’occasione per una riflessione attuale sull’approccio alla progettazione dei luoghi produttivi.

ABSTRACT SAGGIO DI ALTENHOF: La cultura europea all’inizio del XX secolo fu caratterizzata, in parte, da un rinnovato e ampio fascino per una serie di processi naturali e le loro implicazioni nella società moderna. Tra questi c’era l’atto di respirare. Nel contesto dell’arte d’avanguardia come nella culturale popolare, una sensibilità sempre più attenta ai problemi e ai processi della respirazione fu ispirata da una comprensione sempre più sofisticata della relazione tra corpo e ambiente circostante – l’atmosfera, l’aria – e della peculiare natura dialettica dell’aria, come agente di vita e di morte. Un’impennata nello sviluppo di nuove pratiche respiratorie e di approcci progressivi alla ventilazione degli edifici ha provocato una concomitante ossessione, tra medici e architetti, per il polmone umano. Il saggio esplora il meccanismo della respirazione e come questo sia stato incorporato nella teoria e nella tecnica della progettazione, analizzando un caso specifico dell’industria moderna. Alcuni dei principali temi dell’architettura modernista si svilupparono in risposta alle discussioni contemporanee sulla fisiologia, la salute pubblica, l’ecologia e la biopolitica. Attraverso un’attenta lettura della fabbrica di cappelli progettata da Erich Mendelsohn a Luckenwalde, lo studio rivela la risposta di una struttura modernista alle norme prevalenti a quel tempo. Lo schema di Mendelsohn fu ispirato da una certa sensibilità per i polmoni umani. L’architettura respira? In effetti, lo fa.