SUBSTRATUM, studio di architettura, con sede nel cuore dello storico rione Monti a Roma, fondato nel 2017 dagli architetti Giorgia Castellani e Giovanni Tamburro che ospita, fino al 29 aprile, la mostra “Alla Luna | Omaggio alla luce riflessa. Il design incontra le opere di Virginia Carbonelli”, curata da Amalia Di Lanno che, con estro e poesia, ha scandagliato la fascinosa complessità della scrittura segnica di Virginia Carbonelli.
“Osserviamo il basso per guardare l’alto, ricuciamo il sotto per tessere il sopra” è la filosofia di Substratum. «Ciò che sta sotto» è il punto di partenza dell’indagine compiuta in riferimento alla sostanza che circoscrive la forma della sfera del sensibile nel mutare ciclico che il luogo si propone con G A L L E R I A, spazio relazionale tra design, arte e pratiche contemporanee. Rimane costante la dimensione interiore che conduce i visitatori a un’osservazione puntuale dei nessi originati. Il progetto di arredo è in collaborazione con Mobilia Scatena di Battaglini Gabriele & C., società dalle radici profondissime, nata nel 1966 a Gubbio, e che presenta MOON del designer Davide Groppi, lampada a sospensione dalla forma lunare e con una superficie in carta giapponese fatta a mano. Si plasmano ombre scaturite dalla magia dell’incontro della luce propria con quella riflessa. Il suo essere nucleo luminoso in un ambiente intimo se-duce l’individuo nel reperimento di una stasi emozionale. Espone anche, per Kartell, LUNAM rivestito in tessuto grigio, con struttura in acciaio e seduta in poliuretano che evoca un’atmosfera incantata ed è firmato dalla designer e architetta spagnola Patricia Urquiola; e i tavolini THIERRY ideati dal designer Piero Lissoni che, con la loro struttura in acciaio verniciato e piano in vetro temperato, si rapportano con la luminosità attraverso la variazione tonale, richiamata dall’elegante superficie sagomata.
SUBSTRATUM. In dialogo con Giorgia Castellani e Giovanni Tamburro
Laura Catini GALLERIA è lo spazio relazionale del vostro studio, pronto ad accogliere l’unione tra il design e l’arte contemporanea. Perché il richiamo all’arte e, dettagliatamente, al contemporaneo? Come definireste la congiunzione tra architettura e arte?
SUBSTRATUM Nietzsche in “Considerazioni inattuali” situa la sua pretesa di “attualità”, la sua “contemporaneità” rispetto al presente, in una sconnessione e in una sfasatura. Gli fa eco il filosofo Agamben che nel testo “Che cos’è il contemporaneo e altri scritti” sostiene che appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo, colui che non coincide perfettamente con esso, né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo. Dunque, il contemporaneo è una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze, è un’abilità particolare, che equivale a neutralizzare le luci che provengono dall’epoca per scoprire la sua tenebra, il suo buio speciale. Con la memoria ad una tradizione che ha visto architettura, pittura e scultura come “arti” di pari dignità, nel perseguire questa rotta, vorremmo provare a ricucire la distanza, la sfasatura, che la nostra generazione vive, tra arte e architettura, come se l’architettura fosse stata abbandonata a una dimensione sempre più tecnica e specialistica (ed anche burocratica) che però non le appartiene completamente ed anzi la svilisce, relegandola ai margini del discorso intellettuale sulle arti.
Laura Catini Avete consegnato un luogo fluido che non teme una sua metamorfosi interiore. È una predisposizione che riflette uno stato d’animo aperto alla diversità di altri terreni generatori di rinnovati flussi semantici. Quando è nato SUBSTRATUM? Avete avvertito l’avverarsi di un suo mutamento dalla fondazione?
SUBSTRATUM SUBSTRATUM è nato nel 2017, fin da subito con il desidero di farsi portatore di molteplici sensi e linguaggi. In ambito architettonico, proprio per la nostra identità che si è andata costruendo a partire dal nome, abbiamo scelto di ascoltare il palinsesto storico che è fatto di tessuti e trame stratificati in una città, Roma, che è sistema semiotico molto complesso in cui cimentarsi. Crediamo che l’architettura debba essere generosa e aperta alla contaminazione con quell’universo di arti che chiamano in causa materia, forma e immagine. In fondo, progettare una residenza non ci sembra troppo distante da incidere una lastra, disegnare un mobile, scolpire una massa o costruire una fotografia. Alla base di ogni costruzione c’è il sentire dell’uomo che si esprime facendo arte e dell’uomo che abita.
Laura Catini Il nexum inedito richiamato e che si serve della pre-esistenza sollecita un’inattesa ricerca, manifestando nuove presenze. Che termine usereste per descrivere la chiave che il progetto rende all’interno del vostro studio?
SUBSTRATUM Nella nostra GALLERIA relazionale l’intento è generare assonanze e sinestesie tra il mondo più freddo del prodotto industriale d’arredo e quello più intimo dell’opera d’arte dando ad ogni allestimento un tema di riflessione attorno a cui ruotare, alla ricerca di tangenti inedite generatrici di nuovi approdi. La compresenza di campi d’indagine altri non può che essere un arricchimento concettuale ed anche fisico nel progetto.
Laura Catini La prima pagina del format quadrimestrale è dedicata alla luna. Qual è stato il germe che ha ispirato questa scelta?
SUBSTRATUM Ci sono sempre diverse condizioni al contorno che influiscono sulla scelta di un tema. In questo caso il progetto nasce nella stagione invernale con i suoi toni freddi da scaldare con una fonte di calore: da qui, la luna, un sole invernale, il faro di un universo notturno. In un periodo di bilanci di fine anno e nuovi inizi, c’è sempre qualcosa che va perso, “le lacrime e i sospiri degli amanti, l’inutil tempo che si perde a giuoco, e l’ozio lungo d’uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco”. L’ispirazione poetica che ci consola è che tutto quello che va perso si può ritrovare sulla luna, come fa Astolfo con il senno di Orlando. Non solo beni materiali, ma anche spazi relazionali di condivisione in una stanza- Universo che gravita intorno al satellite lunare.
Nei segni di Virginia Carbonelli
In una lirica stilla lunare Ànemos si consacra a Cháos. Sgorga dalle increspature perlacee Eirene, dissolta nel tripudio del perpetuo segno cosmico. Solo l’ombra tetra della notte, mite dimora dell’argentea Luna, produce il chiarore dell’Aurora. Un barlume leopardiano esistenzialista e selenico si staglia nella geometria dell’artista che recupera in piccole trame quel sentimentalismo onirico e sognante che riconduce ai cieli infiniti del Sublime. Il notturno genera nella mente della nostra una mappatura immaginaria che si esplicita nell’atto creativo e nella corrispondenza tra il mistero seduttivo della superficie lunare e l’imperfezione che la Carbonelli assume, tramutandola in armonia della forma. Si avverte un nodo concettuale depositato nell’arcano di un astratto che rammenta idillicamente una sua interpretazione verbale e che rimembra la sua provenienza fattuale: l’inesausto visionarismo fulge nell’incolmabile connessione tra realtà e linguaggio decodificato. La visione meccanicistica dell’universo è valicata per l’elezione dell’indefinito romantico che riconosce la sua scrittura nel rigore del soggetto inciso. È immaginabile cogliere l’oggetto del representamen nella materia del cosmo e sentirlo appartenente al sentimento del Sublimis, e il suo interprete nell’uomo che avverte i limiti della sua finitezza. Come la luna si cela e si svela con misurata alternanza, così il tratto si rinforza e svanisce con ritmo cadenzato conscio di ricordi e di suggestioni impressi con la tecnica della punta secca, del punzone elettrico e del berceau, secondo un approccio meditato e un procedimento artigianale su medium selezionato sensibilmente per ricevere il tacito infinito andar del tempo e l’etereo peregrinare nei sentieri lunari. L’origine esperienziale è decostruita dalla condizione di eternare il dinamismo tangibile nella profondità del fluttuare della linea e del suo alterarsi in possibili evoluzioni figurali. L’immagine fluisce in una trasformazione e sottrazione dell’elemento mnemonico per insorgere nella sintesi del visibile. Il segno è veicolo soggettivo dell’espressione del lessico estetico dell’artista. I diversi momenti del processo definiscono gradualmente la forma come scoperta del remoto e del suo divenire nello svilupparsi come traccia di un gesto istintivo e memore della lezione di Strazza. Il carro del Sole cede il posto a quello della Luna e, tramite la giunzione ciclica, determina il procedere di Chronos. Nella lettera alla Luna, il Sole afferma “non ti rinnegherò né ti sottrarrò la crescita del piombo”. Il piombo designa lo stadio della crescita, il lavoro duro e costante che, con il passare del tempo, induce lo sviluppo autonomo dello stesso. È così alchemicamente che, nello studio della Carbonelli, si verifica la coniunctio tra l’oggettività della realtà effettiva e del suo riflesso assoluto e tra un concetto larvale e il suo continuum metamorfico. I piccoli punti che costellano le Nuvole ricordano le coppelle preistoriche, incavi emisferici incisi sul terreno per avvicinare l’uomo alle potenze celesti ed elevarne lo spirito. Si ha l’impressione di poter ripercorrere le imperfette macchie della “gran terra nell’aere, a guisa d’un’isola, lucente, sferica, e di grande splendore”, narrata nell’opera letteraria “La storia vera” di Luciano di Samosata. Naufragando nella costellazione marina, si riaffiora nella mezzaluna di Fase Lunare che convoglia Artemide ed Ecate. Al loro congedarsi, Selene si rivela accolta in Perseide che sorveglia la cupola della volta celeste. Nella ludicità esoterica della quadratura del cerchio che, sovente sfugge i suoi contorni simbolici, il cielo incontra la terra, componendo lo Spirito con la Materia e alimentando il rebis. L’articolarsi e l’incontrarsi delle linee esprimono una gravità di tensione e una dinamicità che, in Universi, provocano l’inopinato. La negazione di una verticalità-orizzontalità pronuncia un’aura sinistra che si risolve nell’equilibrio della circonferenza.
La mostra suggerisce un andamento circolare, aprendo un interrogativo sul ritrovamento di senso del sé e della propria vita, tramite i versi del canto XXXIV, Astolfo sulla luna dell’Orlando Furioso di Ariosto. Il visitatore, come Astolfo, si dirige in un percorso lunare per giungere al suo termine, rinvenendo tutto ciò che era andato perduto sulla terra e rintracciando il senso di ciò che era rimasto ignoto. È, dunque, un’ascesa dantesca verso l’Empireo ove la Luna si incarna in Trivia, l’antica dea che protegge i cammini ed è accompagnata dagli astri che ci guidano nel tempo e nello spazio. Come nel racconto, le opere dell’artista celano forme simboliche di oggetti che ci riportano alla loro essenza più vera, spesso dimenticata nelle nostre impronte terrestri a causa del tempo, della sorte, o di un abbaglio. L’apparire del disco argenteo influenza la sfera spirituale e spinge nel ripercorre territori inesplorati dell’anima, tradotti in sentieri incisi, per portare nuove significazioni alla luce della coscienza. L’inconscio dell’artista accarezza l’impalpabile mare celeste con il quale si profonde per riecheggiarne le scie sentite nell’anima e invisibili al ciglio.
torchio, 2014
SUBSTRATUM G A L L E R I A
Alla Luna | Omaggio alla luce riflessa. Il design incontra le opere di Virginia Carbonelli
fino al 29 aprile 2023
Substratum – Via in Selci, 84b 00184 – Roma. Aperto su appuntamento: lun-ven; ore 10-19
g.tamburro@substratum.it – g.castellani@substratum.it T. 064823658; M. 3384038423
Communication Manager Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com – info@amaliadilanno.com
Si ringrazia Mobilia Scatena s.n.c. di Battaglini Gabriele & C. Via Montello, 17 – 06024 Gubbio (PG)