Marco Lodola
Marco Lodola - Galleria degli Uffizi - Firenze. Immagine dalla pagina fb dell'artista

Portoghesi sulla slitta

Oggi, tornando da scuola, sono stato frenato da un ragazzo: “volevo farle sapere”, ha affermato, con un’espressione non so se più furba o scanzonata, “che sua figlia mi percuote”. Posto che mia figlia è una bella bambina di quinta elementare, da padre apprensivo quale sono ho tirato un sospiro di sollievo. Almeno, mi sono detto, non dovrò preoccuparmi che qualcuno la molesti. Per fortuna il fratellino, di tre anni più piccolo, ha ritenuto di avvisarmi: “non crederci papi, quel ragazzo è mio nemico. Mi chiama sempre wurstel o pomodoro”.

Sinceramente colpito da tali vessazioni, mi sono ricordato di una dichiarazione di Marco Lodola ai microfoni di Striscia riguardo un suo presepe commissionato dalla Rai: “Dovevamo installare l’opera in viale Mazzini giovedì scorso, ma siamo stati bloccati e non so il vero motivo. Non mi è mai capitato: ho anche sentito l’annuncio alla radio, ma il presepe non c’è. La gente non lo può vedere”. 

Alcuni dirigenti della televisione di stato hanno, a quanto pare, posto il veto al pagamento del lavoro, che per qualche tempo è rimasto in magazzino. A parte il costo, ritenuto eccessivo, pare sia sorto un religioso timore delle reazioni di Santa Madre Chiesa a un presepe i cui i pastori sono famosi cantanti: nell’installazione di Marco Lodola San Giuseppe è Lucio Dalla, la Madonna la Cinquetti, i Re Magi hanno la faccia di Freddie Mercury, David Bowie e Louis Armstrong, e non mancano Luciano Pavarotti, Rino Gaetano, Mina, Renzo Arbore, Rita Pavone, Caterina Caselli e Max Pezzali. 

Allarmi, censura! Ma lo sanno, i dirigenti Rai, che non è lecito porre vincoli alla divina ispirazione? Questo il primo sussulto. Seguito però a ruota da pensieri laterali: ma quando mai, i cattolici, hanno reagito a provocazioni di tal fatta? Se non protestano per il presepe con gli astronauti di Piazza San Pietro o per i Maradona di San Gregorio Armeno, perché dovrebbero rifiutare le sagome di Lodola, tra l’altro così simili alle luci di Natale? 

In tale convinzione mi sostiene persino il direttore degli Uffizi, il fan della Ferragni, il quale, con la benedizione della critica nazional popolare, ha pensato di accogliere la banda a Firenze. “Con questo presepe pop e coloratissimo”, ha dichiarato, “gli Uffizi chiusi per la pandemia salutano dalle finestre i passanti. Ma soprattutto strizzano l’occhio ai presepi nei dipinti del Rinascimento, gremiti di celebrità del tempo, ai personaggi veri ritratti nelle figure sacre di tanti quadri famosi, quadri che saranno ad aspettare i visitatori quando riapriremo. Per questo l’installazione di Marco Lodola vale anche come un messaggio di speranza, durante la chiusura dei musei e di tante istituzioni culturali”. 

Come diceva mio nonno, si chiude una porta, si apre un porticato. Casualmente ciò – ma no, non è il caso di Lodola – succede sempre in prossimità di scandali che, proprio come l’avvertimento del compagno di mia figlia, hanno l’aria di essere quantomeno incoraggiati. 

Non sarebbe ora di smettere, almeno a Natale? E poi – lo dico dopo aver visto, sebbene solo in foto, anche l’albero veneziano di Plessi, e letto le esegesi sue e di Lodola sulle rispettive opere – perché fare i portoghesi sulla slitta di Babbo o sulla carovana dei Re Magi? 

Con tutti gli spazi disponibili – persino Bansky non ha problemi a trovarne – approfittare di tradizioni millenarie a me sembra un po’ frivolo, e non troppo decoroso.