Artissima 24
Foto aerea del Teatro Antico di Segesta. Foto @panasci

Per Segesta

A seguito dei terribili fatti verificatisi in Sicilia la scorsa settimana, dei devastanti incendi che hanno offeso, distrutto, mortificato tante aree di natura e tanti Luoghi di Bellezza, d’Arte e di Memoria di questa regione che fu amata dagli dei, diviene essenziale questa nota Per Segesta. Profondamente commossi dallo spirito di resilienza, dalla dignità, dalla passione per l’anima dei luoghi e della propria investitura da parte del Direttore del Parco Archeologico di Segesta Luigi Biondo, del Direttore Artistico del Segesta Teatro Festival Claudio Collovà, e di tutto lo staff del Parco Archeologico di Segesta e del Segesta Teatro Festival, pubblichiamo la lettera aperta del Direttore Biondo letta da quest’ultimo in occasione della prima serata del Festival con la volontà che il messaggio si diffonda il più possibile sempre nel segno dell’Arte, della Bellezza, della Cultura, della Memoria.

Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo di genio che aveva avuto la rivelazione dell’unico punto in cui lo si doveva costruire: animando da solo l’immensità del paesaggio, che ne esce vivificato e divinamente bello

Guy de Maupassant

Benvenuti a teatro dove tutto è finto ma niente è falso.

Purtroppo non è finta la devastazione che avete visto tutto intorno a noi, provocata da un gigantesco incendio divampato nella notte tra il 24 e il 25 luglio scorsi. Come potete sentire nell’aria persiste l’odore acre del fumo. 

Ogni centimetro quadrato del nostro Parco, oltre 150 ettari, è stato raggiunto dalle fiamme che, grazie al nostro accurato lavoro di pulizia e scerbatura degli ultimi mesi, hanno risparmiato il Tempio, il Teatro, la casa del Navarca e tutti i reperti affiorati grazie alle campagne di ricerca archeologica. 

Il fuoco ha distrutto i posti di guardia dei custodi, alcune tettoie, i quadri elettrici, il posto di ristoro, alcuni bagni, i nostri pannelli fotovoltaici, gran parte delle recinzioni ma non ha distrutto lo spirito di Segesta.  Non ha distrutto lo spirito di questo luogo e di tutti coloro che l’hanno amata e continuano ad amarla. 

Qui, da sempre, non trionfa la morte ma la Bellezza.

La bellezza della natura, la bellezza delle opere degli uomini, che superando sé stessi, superano le pene quotidiane e vanno avanti.

“La bellezza (anche se brutalmente sfregiata) salverà il mondo”. Non è solo una celebre frase della letteratura né un luogo comune, è la nostra verità.  La verità che vogliamo urlare forte e che vogliamo arrivi alle orecchie di coloro che non la condividono e che continuano a bruciare i boschi, a sfregiare i monumenti e a farsi beffa di ogni manifestazione della Cultura. E’ la verità di tutti coloro che da sempre lavorano per Segesta e che in questi giorni hanno moltiplicato il loro impegno in maniera sbalorditiva.

Rinasceremo mostrando le nostre ferite, così come gli eroi delle tragedie greche. Rinasceremo anche se non siamo eroi e siamo solo uomini impauriti, spesso inermi contro le forze della natura e contro la violenza di altri uomini. Siamo uomini che devono trovare una nuova energia per ridare forza allo spirito di Segesta, che non morirà mai, e siamo sicuri rinascerà presto grazie anche al numerosissimo pubblico che dall’inizio del Festival ci sostiene e conforta con la sua presenza ogni sera.

Luigi Biondo
Direttore del Parco Archeologico di Segesta


Per gli innamorati di Segesta, il Segesta Teatro Festival prosegue la propria programmazione con un cartellone estremamente eterogeneo e raffinato, vivificando le suggestioni del Teatro Antico e del Tempio di Afrodite Urania. 

Serena Ribaudo

Serena Ribaudo vive tra Palermo e Firenze. È saggista, storico dell'arte. Si occupa dell'organizzazione e del coordinamento curatoriale, scientifico e tecnico di mostre d'arte contemporanea presso organismi pubblici e privati. Ha dedicato la sua attività più recente alla curatela di mostre ed eventi artistici all'interno di sedi storiche al fine di una maggiore valorizzazione del dialogo tra arte contemporanea e patrimonio artistico-architettonico del passato

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