mutanti
Eglė Budvytytė, Songs_2020. Courtesy the artist Eglė Budvytytė in collaboration with Marija Olšauskaitė and Julija Lukas Steponaitytė Still from ‘Songs from the compost: mutating bodies, imploding stars’, 2020, 4K video, 28 min. Image courtesy of the artist

Mutanti, sotto un cielo che implode

Dal 6 al 17 settembre 2023 il binario 2 delle OGR di Torino ospita la mostra collettiva Mutating bodies, imploding stars – Mutanti, sotto un cielo che implode, a cura di Samuele Piazza.

In un pianeta in cui radiazioni e sostanze chimiche minacciano l’esistenza degli esseri viventi, tra le aberrazioni dell’industrializzazione e il rischio d’estinzione, è necessario adattarsi continuamente per ristabilire l’equilibrio con l’ambiente circostante. E se nella lotta per la sopravvivenza fosse necessario riscrivere i corpi mutando? La mostra collettiva Mutanti, sotto un cielo che implodemutating bodies, imploding stars, vuole entrare in questo immaginario fantascientifico in maniera catartica, facendo dialogare le opere di Raúl de Nieves, Guglielmo Castelli ed Eglė Budvytytė.

Le sculture ibride di Raúl de Nieves (1983, Michoacán, Mexico) sono colorati fantocci agglomerati di oggetti plastici come bottoni, anelli, perline, piume e giocattoli. Le figure antropomorfe fanno parte di una personale mitologia dell’artista e sembrano rappresentare nuovi contemporanei idoli in cui il sacro si fonde con il queer. De Nieves reinterpreta il simbolismo dei culti che hanno caratterizzato gli usi e costumi del suo paese d’origine, dalle civiltà precolombiane all’attuale cristianesimo, ibridandoli con un presente fatto di lotte contro la discriminazione di genere. Le sue statue, guardando i visitatori dall’alto verso il basso, incutono una sorta di soggezione che sembra domandare devozione. Ai loro piedi, umili manichini sono ricoperti da audaci sculture che si possono indossare, sono la serie Knits (2022), ovvero indumenti di lana lavorati a mano prodotti dall’artista, dall’aspetto di calde coperte, creati utilizzando la tecnica appresa dalla madre.

Raúl de Nieves_I woke up from a dream that gave me wings, 2019, courtesy the artist and APALAZZOGALLERY. Mixed media 177.8 x 44.5 x cm, BresciaPhoto credits, Melania Dalle Grave, DSL Studio.

Guglielmo Castelli (Torino, 1987), presenta tre quadri figurativi in cui l’uso del colore monocromatico, prima grezzo, poi livido e infine organico, dà origine a delle raffinate ma opprimenti atmosfere surreali abitate da personaggi ibridi che sembrano usciti da melanconici racconti di favole. Una quarta opera è composta da un collage di disfunzionali marionette acrobate, dai visi scarniti e dagli sguardi mefistofelici. Le figure sono poste su drappi consunti dalla fantasia a quadri che ricordano le reti di sicurezza usate al circo, comunicando così una sensazione di instabilità ed estraneità dalla realtà.

Guglielmo Castelli, Settle the bill with the rest of the world, 2021, Courtesy the Artist. Oil on canvas,
60×80 cm, 2022.

Infine, Eglė Budvytytė (Lituania, 1981), invita lo spettatore a sedersi e immergersi nel filmato Songs from the Compost. Mutating Bodies imploding Stars creato con la collaborazione di Marija Olšauskaitė e Julija Steponaitytė. Un gruppo di giovani, immerso nella natura incontaminata delle foreste e delle dune sabbiose della Lituania, si sta lasciando andare alla mutazione. I loro corpi hanno iniziato a trasformarsi, le dita sono più lunghe e la postura sta cambiando. Il loro passo procede lento ma senza sosta, le uniche pause sono segnate dal processo che pervade i loro corpi. Qualcuno diventa un lichene altri si curvano in una nuova posizione, tramutandosi in inquietanti esseri che camminano sulle mani con la testa rivolta al sole. Circondati dalla quiete del paesaggio, baciati dai lievi raggi solari, i giovani mutanti stravolgono la gerarchia antropocentrica tornando in armonia con la natura e le altre specie.

L’inaugurazione è stata accompagnata dalla performance musicale OROSHI – ASOBI – OKURI di Ramona Ponzini e si concluderà con US SWERVE, la performance di Alex Baczyński-Jenkins.

Alex Baczynski – Jenkins_Us Swerve. Credit: Alex Baczynski – Jenkins, Us Swerve (2014). Performance at Swiss Institute, New York, 2016. Courtesy: the artist. Photo: Daniel Pérez.

Sarà possibile assistere allo spettacolo di chiusura venerdì 15 settembre dalle 18 alle 20, sabato 16 e domenica 17 dalle 15 alle 17.

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