Negli ambienti espositivi innovativi e domestici di Casa Vuota, in un’ottica di sperimentazione e di contaminazione di linguaggi, si è conclusa domenica 10 settembre, la mostra di Cristiano De Gaetano, curata come una puntuale rievocazione del suo animo poliedrico e sovversivo, da Francesco Paolo Del Re e da Sabino de Nichilo che raccontano l’artista, nel ricordo decennale della sua dipartita.
Biglietti agli amici, esposizione che gli stessi curatori e fondatori di Casa Vuota descrivono Struggente come una canzone d’amore e vertiginosa come un fuoco d’artificio, ha toccato in profondità, tutte le sfumature innovative che Cristiano De Gaetano è riuscito a lasciare, come terreno fertile, all’arte dei nostri giorni. La sua continua sperimentazione ha lasciato un segno fondamentale nell’arco temporale del suo operare e una voce atemporale, in grado di essere fonte d’ispirazione costante, nel nostro presente. Ciò è il seme che solo una personalità scardinante, e per la quale l’arte e la vita si fondono in un unico respiro, può piantare e far germogliare “senza limiti di spazio, né di tempo”. La sua capacità espressiva ha varcato la soglia dello scenario del suo luogo natio, la città di Taranto, alla quale è sempre stato profondamente legato in tutte le contraddizioni che conserva. La plastilina, materia impiegata nelle sue molteplici potenzialità di risultanza plastica e formale e l’utilizzo delle diverse tecniche sperimentate dall’artista hanno portato il suo operato allo sguardo attento di importanti professionisti del settore che ne hanno apprezzato il suo saper essere così naturalmente e precocemente artista di punta per la sua fervida carica carismatica che rendeva unici i soggetti e il modo in cui prendevano vita nelle sue opere. Oltre a una vasta presentazione di lavori – che ben esprimono questa attitudine artistica – l’esposizione ha teso a inquadrare la sua propensione a pensare l’arte come momento di condivisione, spesso sin dal processo creativo. Biglietti agli amici, infatti, sono le opere, create in parte insieme, e dedicate agli artisti amici sia del gruppo dell’Accademia di Belle Arti di Bari, sia conosciuti negli anni successivi, tra i quali Natascia Abbattista, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Nunzio Fucci, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Giuseppe Rossetti e Loredana Savino.
Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo così raccontano la mostra e l’artista:
“Biglietti agli amici è un omaggio a Cristiano De Gaetano, un artista pieno di talento morto troppo giovane dieci anni fa, ed è, allo stesso tempo, un racconto collettivo di un’esperienza di condivisione: è una mostra che raccoglie e ripercorre alcuni percorsi di vita, di amicizia e di arte che si sono intrecciati con la ricerca di Cristiano. De Gaetano era un artista generoso, prolifico, estroso, capace di passare da un medium all’altro e di esplorare linguaggi espressivi difformi e differenti e sempre smanioso di fare, da solo o insieme agli altri. Ha prodotto con un’energia vitalissima, fino ai suoi ultimi giorni in ospedale, e non riusciva a stare mai fermo. Era sempre agitato da una frenesia creativa che, quando non si dedicava a opere di grandi dimensioni o a progetti di particolare complessità tecnica, si incanalava in un flusso incessante di segni, disegni, dediche, ritratti agli amici, fantasticherie estemporanee, visioni erotiche o mortifere, ironiche o sinteticamente realistiche, appunti per opere future, bozzetti e scritti. Sin dagli anni entusiasmanti della sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Mola di Bari e nel tempo successivo che gli è stato concesso, ha stretto sodalizi amicali, sentimentali e artistici con professori, colleghi, amici, che si sono trovati a essere di volta in volta, per lui, modelli, collaboratori, fonti di ispirazione e compagni di viaggio e di creazione.
A loro Cristiano non ha mai smesso di scrivere i suoi “biglietti agli amici”, regali preziosi e spesso effimeri, tracciati velocemente con un segno di penna, non pensati forse per essere conservati, che trovano visibilità per la prima volta in occasione di questa mostra-evento.
Accanto a opere importanti e pensate da De Gaetano per essere esposte, come il grande Autoritratto con le mani di pane del 2003 e i dipinti realizzati con la plastilina, molte delle opere in mostra sono disegni e dipinti da lui regalati agli amici, fatti per loro e con loro e sono completamente inediti. Accanto a queste opere di Cristiano, trovano posto i ritratti che gli amici hanno fatto a Cristiano e poi ci sono opere realizzate da alcuni di questi amici artisti nello stesso periodo in cui lui operava e concepite a stretto contatto con lui, e poi ancora ci sono opere realizzate dagli amici a quattro mani con lui, senza volutamente segnare il confine dove finisce l’intervento di De Gaetano e dove cominciano a operare gli altri, per testimoniare l’unicità, la complessità e la mescolanza di una stagione creativa così intensa e importante che deve essere ancora del tutto metabolizzata, studiata e valorizzata”.
Una testimonianza accurata e sentita, alla quale aggiungono il carattere identificativo di Casa Vuota e la connessione con la mostra ospitata: “L’invito che sempre facciamo ai visitatori di Casa Vuota è a non concentrare l’attenzione su una singola opera, facendosi risucchiare al suo interno e dimenticandosi tutto il resto. Al contrario, noi chiediamo a chi ci visita di abbracciare la complessità dell’esperienza di fruizione, leggendo la mostra nelle sue varie articolazioni, nel dialogo che i singoli segni che la compongono intrattengono tra loro e con lo spazio domestico, che è parte viva dell’enunciato, dunque come un’unica grande installazione. Vale lo stesso anche per Biglietti agli amici. Non è una raccolta di singole opere, slegate fra loro, ma una grande installazione che affronta alcuni temi cardine della produzione di Cristiano De Gaetano, anch’essi sovrapposti, intrecciati e legati fra di loro strettamente: l’ossessione per gli autoritratti, la presenza incombente della morte, l’osservazione della deformazione fisica e l’attenzione verso i problemi della vista (con tutti i significati metanarrativi che questa comporta), il tema dell’entusiasmo della vita e i ritratti dei suoi figli, poi gli amici e le persone amate e gli intensi scambi con loro, i loro ritratti e infine la grande pulsione erotica, la sessualità esibita anche sfacciatamente, la tensione genitale che si fa discorso contro la censura. E, sottotraccia, un’elaborazione continua della storia dell’arte, la predilezione verso alcuni grandi maestri con i quali idealmente competere, la grande ironia, spesso caustica, una spinta autodistruttiva che porta a perdere nel tempo una grande quantità di opere, come le sculture di gommapiuma di cui resta solo documentazione fotografica (in mostra ci sono due fotografie di queste opere) e molto altro. Una mostra-archivio, scomposta e simile a una moleskine esplosa, che dà la possibilità a Cristiano di tenere la personale romana che non ha mai fatto in vita, permettendogli di abitare in modo un po’ punk le stanze sferzate dal tempo di Casa Vuota. Ci sono sicuramente delle opere che assumono un particolare significato simbolico e appaiono molto suggestive, da leggere sempre come parti di un tutto. Per esempio, il ritratto che Cristiano De Gaetano fa all’amico pittore Pierluca Cetera, imitando lo stile della pittura di un altro amico artista come Nunzio Fucci. Oppure il bozzetto dell’opera Xl-Xs, una fotografia modificata analogicamente che vede protagonista sua moglie, Stefania Pellegrini. Oppure il sofferto autoritratto di Cristiano in ceramica smaltata, una scultura da lui fatta poco prima di morire. Oppure le due piccole opere fatte a quattro mani con Natascia Abbattista: pittura e nastro adesivo su fotografie applicate su tela. Oppure l’autoritratto che Nunzio Fucci sagoma, dopo averlo dipinto, ritagliando la sua figura dallo sfondo: sul pezzo di cartone destinato a essere scartato, al verso, Cristiano De Gaetano dipinge un rapidissimo e meraviglioso ritratto dell’amico Nunzio. Le due opere, che si incastrano perfettamente tra di loro, essendo due pezzi ritagliati da uno stesso cartone, sono rimaste separate per vent’anni e sono state riunite per la prima volta in occasione di questa mostra”.
Installation view Casa Vuota, ph. Francesco Paolo Del Re
Installation view Casa Vuota, ph. Francesco Paolo Del Re
Installation view Casa Vuota, ph. Francesco Paolo Del Re
Si uniscono, coralmente, Pierluca Cetera, Natascia Abbattista e Patrizia Piarulli, cari amici del nostro, e con i quali ha condiviso importanti momenti sia di vita, sia di lavoro.
Pierluca Cetera ci ricorda come “Cristiano era abilissimo nella modellazione e in una installazione del 2001 realizzò delle piccole figure di plastilina sistemate all’interno di una scatola di legno. Qualche anno dopo, in una sorta di sintesi dei vari linguaggi artistici da Lui adottati, realizzò delle figure sagomate che avevano una matericità scultorea da bassorilievo; i segni tipici delle pennellate; una resa fotografica dell’immagine e una sistemazione spaziale di tipo installativo. La plastilina era economica, rimandava a un linguaggio tipico dei bambini ed evocava un senso di fragilità e precarietà, che spesso ha caratterizzato le opere di Cristiano.
E, rispondendo a quale fosse il suo ricordo più prezioso, aggiunge: “Sono tanti i ricordi legati all’amicizia con Cristiano, lunghissime chiacchierate a parlare di Arte, inframmezzate da altrettante risate. Non dimentico il giorno e il momento in cui l’ho conosciuto nell’ambiente antistante l’aula di pittura in Accademia a Mola di Bari. Invitato dal docente a fare una copia impressionista, Cristiano nel giro di poche ore realizzò una copia del “Pifferaio” di Manet, quella figura, ancora oggi l’associo a Cristiano”.
In relazione alla sua vita e a suo luogo natio, afferma che “Cristiano era pieno di vita e i suoi ‘racconti’ credo siano visibili attraverso le sue opere, che non a caso, avevano come protagonisti le persone a cui Lui era più vicino, analogamente anche la sua città, Taranto è rappresentata nel suo immaginario attraverso ambientazioni o anche al recupero di fotografie ed oggetti d’epoca tipiche del territorio”.
Natascia Abbattista, nel suo ricordo che ben chiarisce la personalità profondamente umana dell’artista: “Ogni mattina ci si vedeva a Bari alle 7.00 e prima di prendere il treno per Mola di Bari dove c’era l’Accademia delle Belle Arti, andavamo in giro a visitare chiese e un giorno trovammo una chiesa dove si stava facendo una veglia funebre. Passammo la mattina a vegliare insieme alla salma, la studiammo, la toccammo… . Un po’ irreverente lo so ma il tema della morte era un tema ricorrente di Cristiano… Rivisitato sempre in chiave cinica, ironica e grottesca… . E così fu quella mattina”.
Patrizia Piarulli, racconta della sua ironia e della sua condivisione nel lavoro: “L’ ironia di Cristiano nella vita come nelle opere è nota a tutti. L’opera Gina (evocazione dell’organo femminile) realizzata in pochissimi minuti con i pastelli a cera su una tavoletta in legno riciclata è stato un suo omaggio per il superamento del mio pulzellaggio”.
Sono tutti ricordi che pongono l’accento su quanto si è voluto evidenziare durante l’apertura della mostra, quello stesso accento che descrive un animo che, imprescindibilmente, è arrivato a quanti sono entrati in contatto con Cristiano De Gaetano e con il suo lavoro.
CRISTIANO DE GAETANO. BIGLIETTI AGLI AMICI
a cura di Francesco Paolo Del Re e di Sabino de Nichilo
Casa Vuota – Via Maia, 12 int. 4A, Roma
dal 24 giugno al 10 settembre 2023