Dal 2022 CONNEXXION il Festival Diffuso di Arte Contemporanea invade i luoghi simbolo della città di Savona con grande successo di pubblico e riscontro positivo da parte delle istituzioni locali. Ideato e curato da Livia Savorelli, il progetto quest’anno è promosso dall’Associazione Culturale Arteam con il patrocinio del Comune di Savona e la partecipazione entusiasta dei cittadini. Il festival mira a reinterpretare, attraverso l’arte contemporanea, la storia della città attraverso un approccio partecipativo e relazionale con il supporto degli artisti che sono invitati a rileggere la storia della città e a viverla proponendo performance, installazioni, laboratori, talk e mostre, in relazione al il tema proposto.

La terza edizione di CONNEXXION ha luogo da sabato 7 a sabato 14 giugno e si pone in continuità con l’edizione 2024 sia per la tematica della libertà che per il luogo, ovvero l’ex Carcere Sant’Agostino, riaperto grazie all’impegno dell’Agenzia del Demanio, al Comune di Savona e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona.
Come ogni edizione, anche questa è ricca di eventi la cui risonanza non terminerà con il festival, per cui ho chiesto alla Direttrice di raccontarmi le novità della terza edizione a partire dall’argomento centrale.

Alice Ioffrida: Qual è la novità di questa terza edizione del festival dal titolo ‘Liberi dentro, liberi fuori’?
Livia Savorelli: CONNEXXION prosegue, in questa edizione, nell’analisi del concetto di libertà – una riflessione quanto mai necessaria e attuale, pensando a tutto ciò che accade a livello internazionale – spostando il centro dell’attenzione dal macro al micro. Mentre, infatti, nella precedente edizione (durata 5 mesi), dal titolo …per essere liberi. Tra identità e memoria, si analizzava la libertà con uno sguardo rivolto alla storia passata, come afflato e desiderio di uscire dalle “tenebre della dittatura” – a partire da una figura tanto amata dal popolo italiano e dai savonesi in particolare, come quella di Sandro Pertini, al quale è stato tributato un particolare omaggio con la mostra Dialoghi intorno alla libertà sviluppato nelle sale del Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo – , con questa edizione ci rivolgiamo al singolo, a tutte quelle individualità che non riescono a esercitare il proprio diritto alla libertà. In un mondo che condiziona la nostra esistenza, rendendoci schiavi, ingannandoci costantemente con la promessa di un benessere superficiale che porta unicamente a soddisfare bisogni materiali indotti dalla logica consumistica imperante, tutti noi agiamo come teatranti in un infinito palcoscenico, indossando delle maschere (Pirandello docet) tanto diverse quante sono le esigenze della nostra quotidianità. Percepiamo la frustrazione di non poter palesare veramente chi siamo, la nostra vera identità è imprigionata da un sistema che odiamo, che ci immobilizza, ma da cui non riusciamo ad uscire, perché questo atto di “rivolta” sarebbe un gesto di rottura con tutto il pensiero dominante, un percorso unico di affermazione della propria unicità come persona non più suscettibile di negoziazione. Sentire dentro sé la propria scintilla di libertà e assecondarla, significa attuare una dolorosa battaglia per sottrarsi alle gabbie-convenzioni, acquisire consapevolezza di sé e ridefinire il proprio rapporto con gli altri. Essere liberi dentro, è la condizione indispensabile per essere liberi fuori.

A.I. : Hai chiarito perfettamente il concetto di libertà che rappresenta la traccia indicata agli artisti invitati quest’anno: Gino D’Ugo, Federica Mariani, mCLp studio e Daniele Nitti Sotres, Angelo Demitri Morandini, Matteo Musetti, Isabella e Tiziana Pers, Irene Pittatore, Mona Lisa Tina, Silvia Vendramel, Narda Zapata, Maya Zignone, di cui noto la continuità progettuale con le altre edizioni.
L.S. :Lavorando in prevalenza con progetti site-specific e/o relazionali/partecipativi, ritengo fondamentale la conoscenza del luogo, ovvero della città di Savona. Questo implica viverla nella sua quotidianità, per periodi prolungati, per scoprirne le variabili e le eccezioni, la propensione ad aprirsi a nuovi linguaggi, tanto dei suoi abitanti quanto dei diversi partner coinvolti. La mia curatela e la mia guida è un indirizzo, una direzione, un progetto di unione che ha l’obiettivo di “connettere” (da qui il nome del Festival) anime diverse, chiamate a interagire e a raccontarsi. Ma la magia, che si crea ad ogni edizione del Festival, è ciò che si origina nel “momento”, dall’interazione spontanea dei soggetti coinvolti. In quell’attimo, io faccio un passo indietro e resto ad osservare il flusso di energie che si autogenerano. Capirai, quindi, il perché prevedo dei “ritorni” che alimentano anche l’affezione che gli abitanti consolidano con un/una determinato/a artista. In questa edizione, abbiamo visto ad esempio tornare a Savona la performer e arte terapeuta Mona Lisa Tina, con un progetto diffuso che ha coinvolto diversi luoghi della città, dal titolo Io non ho vergogna. Itinerante. L’artista era già stata invitata nella prima edizione del Festival, nell’autunno 2022, e aveva emozionato tutti i partecipanti alla performance Tra Te e me, tenutasi nella Cappella dell’ex Ospedale San Paolo.
Questi “ritorni” permettono di creare sinergie, legami e di rendere un pubblico generico più propenso ad aprirsi ai linguaggi dell’arte contemporanea arrivando ad interiorizzarli e a sentirli propri.

A.I. : A tal proposito, mi fa davvero piacere vedere ogni anno la grande partecipazione femminile che in questo momento non mi sembra per niente scontata.
L.S. :Per me, da donna, è naturale avere uno sguardo alla valorizzazione dell’arte femminile ma da curatrice quello che per me conta, sopra ogni cosa, è la forza del progetto, il suo essere stratificato, l’avere la capacità di raggiungere un pubblico ampio e non solo di addetti ai lavori. Questa è la grande sfida che ho accettato quando ho ideato CONNEXXION.
Negli Special Project che, dalle ultime due edizioni inseriamo nel palinsesto del Festival, ho voluto dedicare un’attenzione particolare al riportare luce sulle “storie invisibili e negate” legate all’universo femminile. Nella scorsa edizione, il progetto Bandite di Silvia Margaria, dedicato ad alcune partigiane del savonese, ha riacceso l’attenzione sul ruolo fondamentale delle donne nella lotta di liberazione, esaltandone il ruolo di martiri per la libertà. Con l’edizione 2025, con Monumenta Italia / Cantiere Savona – un progetto di arte pubblica di Irene Pittatore, a cura di Lisa Parola e Tea Taramino – torniamo a parlare della monumentalità (tra i temi particolarmente cari al Festival) con l’obiettivo di creare consapevolezza rispetto all’eseguità dei monumenti dedicati alle donne. Come Irene Pittore sottolinea, Monumenta Italia è “un’occasione per una riflessione civica sul patrimonio artistico urbano, su cosa oggi significhi parlare di monumentalità, memoria e patrimonio rispetto alla storia delle donne”.
CONNEXXION si conferma un progetto culturale capace di incidere sul tessuto urbano e umano di Savona. Attraverso una proposta articolata e accessibile, il festival offre non solo nuove chiavi di lettura del presente, ma anche la possibilità di riappropriarsi di spazi e memorie altrimenti ignorate. In un contesto sociale sempre più complesso e disorientante, interrogarsi sul senso profondo della libertà diventa un atto necessario. A Savona il Festival diretto da Livia Savorelli non propone risposte univoche, ma genera domande, crea connessioni e invita a guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda.
