3.600 voci autorevoli e organizzate, scritte da 436 autori tra i più influenti di tutto il mondo, raccolte in 4 volumi di 800 pagine l’uno, che raccontano 121 anni di Arte contemporanea, in un progetto grafico innovativo, curato da Polystudio, e accompagnato da una ricca selezione di immagini.
Una nuova ed esemplare architettura dello scibile, quella che è stata presentata giovedi 11 novembre presso la Biblioteca dell’Archivio Storico de La Biennale di Venezia. Un progetto, avviato nel 2016 da Treccani, con la direzione di Vincenzo Trione e Valeria della Valle, la vicedirezione di Jean-Lup Amselle, Barbara Rose e Boris Groys e decine di consulenti per aree geografiche e tematiche. Un’utopia che come risultato ora non solo risponde all’esigenza comune di un punto di riferimento, ma attualizza e riedita l’uso e il concetto di Enciclopedia.
Al suo interno sono menzionati artisti, critici, curatori, storici e teorici dell’arte, musei, gallerie, galleristi, mercanti, architetti, designer, registi, fumettisti, stilisti, poeti, scrittori, concetti, culture, “distinti per diversità ma anche aggregati per correnti o pensieri” spiega il Direttore Vincenzo Trione alla presentazione dell’opera. Sede in cui ripercorrendo gli scritti di Umberto Eco sull’arte, ci trasmette l’esperienza e il risultato dell’ambizione di “guardare nel labirinto, scoprendone le connessioni segrete, le diramazioni provvisorie, le vicendevoli dipendenze che costituiscono questo reticolo” 1, lasciandoci alcune riflessioni.
Nel decennio in cui la fonte di riferimento enciclopedico è diventato Wikipedia, una raccolta decentralizzata di sapere, libera ma incontrollata, urgeva l’intervento scietifico e autervole degli ‘addetti ai lavori’, di qualcuno che ripercorresse con sapienza tutto il mondo, considerando anche quello nuovo, che viaggia parallello e crea un nuovo sistema culturale, che necessita a sua volta di un nuovo metodo d’approccio che chiarisca questo caos. Questa è la punta dell’iceberg di ciò che l’Istituto della Enciclopedia Italiana è riuscita a compiere con la pubblicazione dell’Enciclopedia Treccani dell’Arte contemporanea.
E se “ogni enciclopedia ha con se l’utopia di esser infinita, ma una raccolta di scibile per definizione è selettiva e quasi esclusiva”2 significa che anche in questo caso ci sono stati dei criteri d’importanza che hanno inciso sulla selezione dei lemmi, e qui arriviamo ad un’altro aspetto importante di quest’operazione. Nel scegliere, includere, o escludere le voci si è seguita l’idea di trattenere ciò che dovrebbe rimanere per le generazioni future, ma anche presenti, un’evoluzione della trasmissione del sapere.
Supersiti di una rivoluzione digitale in corso, della portata economica e sociale pari a quella industriale, di una pandemia sempre in corso, di una bulimia quasi irreversibile di contenuti, di una diversa fruizione e consolidazione del sapere, disorientati da nuovi, probabilmente potenti, strumenti che non sappiamo come usare, e capire, avevamo bisogno di un nuovo, auterovole, strumento di lettura. Di una nuova visione, una nuova bussola per orientarci nei nuovi spazi di questa nuova produzione culturale. Perchè la preoccupazione e i rischi che stavamo correndo eran quelli di perdere questo capitale, e di interpretarlo o trasmetterlo in modo errato. Permettere a tutti di esprimere la propria idea in merito a tutto quello che accade è democratico, prender per vero tutto quello che leggiamo sul web, solo perchè lo scrive una persona che ci sta simpatica ci ha portati a una generale banalizzazione della conoscenza, abbassato la qualità di quello che fruiamo e di quello che diciamo. Quindi per concludere: speriamo che quest’Enciclopedia Treccani ristabilisca un po’ d’ordine non solo nello scibile, ma anche nella società.
1 – Eco U.,Semiotica e filosofia del linguaggio, Biblioteca Einaudi, Torino, 1997, p.112.
2 – Vincenzo Trione alla presentazione dell’Enciclopedia Treccani di Arte contemporanea, giovedi 11 novembre presso la Biblioteca dell’Archivio Storico de La Biennale, Venezia.