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Koninklijke opening Depot Boijmans Van Beuningen. Beeld: Nathan Reinds

DEPOT Bojimans Van Beuningen | Il primo museo-deposito al mondo

A Rotterdam ha appena aperto un museo innovativo grazie al connubio tra spazio espositivo e deposito di opere d’arte visibili al pubblico.

Qualche giorno fa, il 6 novembre 2021, ha aperto al pubblico il primo museo-deposito del mondo. Il DEPOT Boijmans Van Beuningen è stato inaugurato a Rotterdam e la sua apertura rappresenta uno dei maggiori eventi artistici e culturali europei dell’anno. Si tratta di un formato di museo innovativo: è sia spazio espositivo che deposito pubblico accessibile, concetto rivoluzionario mirato alla trasparenza e alla democratizzazione delle collezioni, in modo che venga consentito l’accesso pubblico a tutte le opere disponibili. E’ un nuovo punto di partenza per la museologia e la museografia: i depositi non saranno più chiusi, bensì trasformati, la trasparenza e l’accessibilità non saranno più un miraggio ma una realtà concreta. E’ un cambio di mentalità sotto tutti i punti di vista, non ci sarà più la limitazione ad esporre solamente la minima parte delle collezioni museali, con tutte le opere che potranno essere disposte e esposte secondo nuovi criteri e metodologie.

Francesco Stocchi, romano classe 1975, è il curatore d’Arte Moderna e Contemporanea del Bojimans. L’edificio è stato invece progettato su misura dallo studio d’architettura MVRDV, in modo tale da soddisfare quelli che sono i requisiti di questo nuovo tipo di museografia senza precedenti. Ma la novità sconvolgente non è una sola: oltre alla collezione, tutto l’edificio sarà completamente accessibile, dal momento in cui il 99% degli spazi possono essere visitati dal pubblico per visionare le oltre 151mila opere d’arte presenti. Precedentemente all’apertura del deposito, il museo poteva esporre solo tra il 6 % e il 10% della collezione. Esattamente come in un deposito convenzionale, le opere d’arte sono conservate nel modo più efficiente ed efficace possibile: alcuni oggetti sono appesi, altri esposti in armadi o in una delle tredici gigantesche vetrine sospese nell’atrio. Stampe, disegni e fotografie sono conservati in spazi chiusi, con i visitatori che possono richiedere l’accesso e visionare le opere di queste collezioni nascoste. La collezione di film e video, infine, può essere visitata in sale di proiezione speciali.

MVRDV ha dichiarato che il deposito non è stato pensato per essere una filiale del museo Boijmans, ma per divenire «una sala macchine che rivela il mondo che c’è dietro all’immagazzinamento e alla conservazione di un numero impressionante di opere d’arte e disegni». Nei suoi oltre 170 anni di vita, il museo Boijmans ha collezionato più di 151mila opere, di cui 88mila stampe e disegni: i suoi locali sono tuttavia stati in grado di ospitarne solamente alcune migliaia, mentre la maggior parte era stipata in magazzini non accessibili al pubblico. Ora queste opere possono tutte essere viste nei quattordici diversi spazi del nuovo deposito, muovendosi tra le griglie e gli scaffali dove sono disposte, che sovente seguono la forma ricurva dell’edificio. I dipinti, i disegni e gli oggetti realizzati con media differenti non sono suddivisi per periodo storico o movimento artistico, ma a seconda delle necessità di conservazione: per questo motivo negli spazi dell’edificio, distribuiti su sei livelli, sono presenti cinque zone climatiche, con temperature e livelli di umidità che differiscono l’uno dall’altro.

Winy Maas, architetto responsabile di MVRDV, ha detto invece che l’obiettivo del progetto è quello di dare l’impressione di un «panopticon», un edificio nel quale sia possibile avere una “vista delle opere d’arte da ogni punto”. L’atrio e gli interni sono stati invece progettati dall’architetto olandese John Kormeling, in collaborazione con diversi artisti. L’esperta di video-arte svizzera Pipilotti Rist ha realizzato il sistema di illuminazione esterna. Un ristorante da 120 posti è stato realizzato sulla terrazza dell’edificio e accoglie anche erbe, piante basse, betulle, pini e tante altre essenze. L’edificio è quindi stato realizzato con un particolare interesse nei confronti dell’ambiente circostante, anche se c’è da dire che le piante sono state posizionate lì anche per compensare l’abbattimento degli alberi utile alla costruzione del deposito. Dei pannelli solari alimentano l’edificio appena costruito e buona parte dei materiali utilizzati sono di recupero.

Said Kasmi, consigliere di Rotterdam per l’Educazione, la Cultura e il Turismo, ha dichiarato come il DEPOT Bojimans: «sia un posto in cui vagare tra un sacco di arte meravigliosa, sia un luogo in cui godere di un’architettura speciale, dall’esterno e dall’interno». E allora possiamo dire che il DEPOT è già iconico e destinato a diventare un simbolo della città olandese.