La passione culinaria

Esibire il sedere sullo sfondo dei luoghi più belli del mondo è diventata una moda anche in Italia. Non sempre, però, come è accaduto questa estate in Sicilia, i posteriori dei performer sono ben graditi.

Nella notte del 17 agosto scorso un individuo, approfittando della presenza di poca gente nel centro storico di Noto, si abbassava i pantaloncini e ostentava il deretano sulla scalinata della Cattedrale. Noncurante del fatto che si trovasse in luogo pubblico, si faceva scattare una foto e la postava sul suo profilo Instagram; operazione ripetuta a pochi giorni di distanza nella vicina Modica, con effetti dirompenti. Mentre l’influencer Lucarelli sbatteva il mostro Noto in prima pagina, denunciando la vergogna (innegabile) dei rifiuti per le strade, modicani e netini, la nuova buoncostume, si scagliavano come uccelli rapaci sul turista smutandato.

Uno dei primi è stato il sindaco di Modica, con questo post al curaro: “Dopo le opportune valutazioni, abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale per procedere presso le sedi opportune nei confronti del turista milanese che la scorsa settimana ha deciso di mostrare pubblicamente il proprio fondoschiena mentre ammira la chiesa del Soccorso. Scatto postato dal diretto interessato su Instagram e subito diventato virale. Per dare un segnale forte e per scongiurare qualsiasi tentativo di emulazione sui social, procederemo contro di lui per atti osceni in luogo pubblico. Rischia una sanzione di 10 mila euro. La libertà di espressione è il fondamento della nostra società ma a tutto c’è un limite soprattutto quando si oltrepassa il buon gusto e si scade nella blasfemia”.

Ora, se il turista “milanese” – notate la lieve sfumatura localista – voleva che il suo posteriore fosse “noto”, c’è riuscito. E non mi riferisco alla tanto criticata ostentazione delle chiappe, secondo il sindaco di Modica addirittura “blasfema”, o alla multa stratosferica che, al pari di una supposta gigante, esse si apprestano, pazienti, ad incassare. La notorietà cercata da quanti si denudano sui social mostrando il lato B è particolare: se volessero diventare famosi, diffonderebbero a destra e manca il proprio volto. E invece no: il culo è democratico. Come la legge, è uguale per tutti.

Mio nonno soleva dire: u culu ca nnunna vistu urache quannu ci trasi rintra tuttu si caca. Il culo che non ha visto mutande quando le indossa finisce per … Intendeva che chi, per una volta, si mostra superiore al vero, alla propria natura o condizione, si tradisce sempre in malo modo. Nel nostro caso, non vale. A differenza di quanto accade nei belfie, i selfie “posteriori” lanciati da Kim Kardashian o nei twerk (leggi sculettamenti) di Elettra Lamborghini, del turista adamitico nulla sappiamo. Solo il suo gesto è famoso.

Siamo insomma tornati al medioevo, all’arte in cui la componente autoriale conta zero. E non parlo di “arte” a caso. Pare infatti che la pratica di mostrare il sedere immersi nel paesaggio o in uno spazio urbano sia stata lanciata anni addietro da oscuri performer londinesi. Solo successivamente, pompata dalla (pre)potenza dei social, la moda si sarebbe diffusa in tutto il mondo. Fate una ricerca su Instagram alla voce Cheeky Exploits e ne troverete vari. Persino il casto algoritmo di Facebook non ha problemi ad accogliere questi scatti digitali. Una nuova forma di body art? E perché no? Non siamo forse nudi di fronte al destino? Gli scozzesi – chiunque abbia visto da giovane Braveheart non può dimenticare – mostravano il sedere agli inglesi per irriderli. I nostri amici esibizionisti ci mostrano, al contrario, quanto amino la realtà che li circonda. La amano così tanto che, letteralmente, non stanno più nelle mutande. Forse un po’ ci sfottono anche loro, ma non perché i nostri luoghi facciano schifo. Lo fanno perché loro li amano, mentre noi li ignoriamo, lasciando che si coprano di guano.

Un antico proverbio orientale, recentemente ristampato in un’antologia di Jodorowsky, dice che quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito. Loro riscoprono la “grande bellezza” e noi osceni pervertiti su cosa ci impuntiamo? Non fate gli gnorri, lo avete capito benissimo. O sono forse io l’unico esperto di arte culinaria?