Arte Fiera 2025
Adriana Cavalieri
Photo archivio: Studio Cavalieri

In ricordo di Adriana Cavalieri

Lo scorso 23 Dicembre si è spenta, all’età di 97 anni a Bologna, la storica gallerista Adriana Cavalieri titolare della galleria di arte contemporanea, fondata nel 1974, Studio Cavalieri di Bologna. Era nata a Cerveteri in provincia di Roma il 20 Dicembre 1927. La ricordiamo con questo scritto di Rita Vitali Rosati apparso sulla rivista SEGNO in occasione del suo compleanno nel 2017.

Buon Compleanno Adriana, “unica”…
Si perché è l’unica, con il suo stile e nella storia dell’Arte che, con uno charme di altri tempi mai evaporato, ha aperto le porte della sua galleria a Bologna, la città delle due Torri.
Una Bologna che negli anni 70, militante della sinistra, cantata da un Francesco Guccini che con eskimo addosso e “l’incoscienza dentro il basso ventre” ha traghettato generazioni verso un pensiero che ha fatto crescere la diffusione della cultura underground e la nascita di tutti i movimenti post sessantottini di contestazione. Insieme a Democrazia Proletaria, ai movimenti femministi, alla nascita delle radio libere, Radio Alice al Giardini Margherita, II DAMS occupato e tutte le assemblee che hanno scardinato vecchi sistemi, combattendo in prima linea. Epoca di controcultura e controinformazione con la nascita di giornali alternativi come Re Nudo e una schiera di frickettoni al seguito dei vari primi concerti rock. Per arrivare alla presenza di Marco Pannella e alla sua azione politica, al suo impegno nel confronti dei diritti umani, la non violenza il pacifismo, il referendum per il divorzio, la liberazione omosessuale: una furia come un vento caldo per liberare l’aria e i cattivi pensieri da tutti gli inquinamenti possibili.
Questo è il panorama sociale e politico in cui si è trovata ad operare Adriana Cavalieri appena sbarcata a Bologna. Armata da un imprevedi- bile coraggio, lasciata Roma nel 1972, con tutti i ricordi di una adolescenza difficile sotto i bombardamenti della guerra, seguendo un marito artista, seguendo anche e probabilmente il flusso di una ribellione propria, oltre quella che si respirava nell’atmosfera condensa sotto i portici, ha dato spazio all’arte e agli artisti che proprio in quel periodo del post ’68 stavano dando nuovi impulsi sperimentando situazioni e linguaggi nuovi, diversificati. Arrivati anche oltre oceano, sbarcati insieme alla Pop Art e alle sue pratiche di insano consumismo, alle negligenze da parte di un apparato statale non adatto ad ospitare e a promuovere le collezioni ardite degli amanti eroici dell’arte della nostra estesa provincia. Come l’ingresso, quindi, della Pop Art romana, (quella di piazza del Popolo), dell’arte concettuale, della body art, insieme a tutte le performances e il periodo Fluxus. Da ricordare la performance di Sergio Lombardo con i ragazzi reclutati in Accademia nello spazio adiacente a piazza Santo Stefano, cosi gremita di persone e di suoni realizzati con gli strumenti rudimentali che Lombardo aveva ideato e che ricordavano le sue sfere suonanti esposte alla Biennale di Venezia.
Bologna non era ricettiva sotto questo aspetto: Adriana ricorda che spesso, all’orario di apertura della galleria era costretta ad adoperarsi In operazioni di pulizia, munita di guanti di gomma, dalle sconcezze che trovava depositate all’ingresso. Questo breve flash sulla cronaca la dice lunga sul percorso di crescita, mai terminato, che l’Arte italiana e i suoi “costruttori” non si stancano mai di portare ancora a com- pimento, con altre modalità, ovviamente, dal momento che tutto cambia, tutto si trasforma. E qualche volta peggiora, travolto da una deriva esistenziale oggi sotto i nostri occhi.
Ai primi movimenti esportati dall’America, dalla Germania fece seguito la pausa della Transavanguardia, (con la famosa mostra a Montepulciano “Amore mio” presentata da Achille Bonito Oliva, dove Adriana aveva aperto per un breve periodo una succursale). Insieme ai Nuovi Nuovi, come risposta al puntiglio con il quale celebrare la resurrezione della pittura (di una pittura malmessa, però e volutamente distratta ) e del suo utilizzo da parte di un mercato consenziente e sostanzialmente ignorante. Insieme al Nuovo Futurismo, alla Poesia Visiva, al Nuovo Concettuale come il Medialismo, che, nello scontro delle idee è stato il movimento più creativo per comprendere quel presente di fine millennio.
Adriana, anticonformista, docilmente ribelle alle convenzioni, significativamente audace, curiosa con uno spiccato intuito singolare quanto magnetico ha ospitato nel corso degli anni nomi di tutto rilievo: Paolo Buggiani  Giovanni Mundula, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Domenico Gnoli, Sandro Chia, Vincenzo Agnetti, Claudio Parmigiani, Pier Paolo Calzolari, Mario Schifano, Franco Angeli, Hermann Nitsch, Giuseppe Chiari, Yoko Ono, Paik, Philip Comer, Ben Vautier, Renato Mambor, Win Delvoye, Mimmo Germanà,Giuseppe Desiato, Eliseo Mattiacci, Wall, Elisa Montessori, Ed altri artisti oggi presenti con una produzione legata alle nuove tendenze tra i video e la fotografia, come Alessandro Rivola, Karin Andersen, Michele Mariano, Christian Rainer e altri, oltre a chi scrive.
Ricordando tutto questo lavoro di una vita, ripensando alla straordinaria vivacità di uno spirito libero e combattivo, oggi, in questo mese di dicembre è motivo di gioia ritrovarsi a festeggiare un Compleanno, quello di Adriana, da questa parte della frontiera, che è anche la nostra casa. E nello slancio di questo gesto augurale, scritto con la penna, mi piace chiedere ad Adriana qual’è stato l’impulso maggiore che ha dato forza e significato alla sua presenza nell’Arte? E quanto determinante è stata la sua “voce” per raccogliere la giusta attenzione, nell’in- treccio attivo tra vita e lavoro. Conoscendo la sua profonda fede al Buddismo del Sutra del Loto, la sua convinzione in una spiritualità senza croci, nê chiodi, né spine, mi sento autorizzata a pensare che Adriana ha indicato un cammino tutto suo personalissimo, sottolineato dai fatti, oltre che dalle parole, ricordando che” La rivoluzione siamo noi”….. Gli stessi fatti che fanno dire al mio amico poeta Guido Garufi… “Ma tu che sogni ancora e nel tuo sogno/profetizzi chissà quali albe e luci all’orizzonte/dimmi……/se la notte ha un suo termine se al termine della notte/qualcosa brilla dalla tua finestra”.
Se è la Luce che ci fa vibrare, allora, cara Adriana, è questo il mio AUGURIO, insieme a tutta la redazione di Segno, per un Compleanno luminoso, come il tuo sguardo che conosco docile comprensivo sapiente attento, carico di umanità, una dote che non è ad appannaggio di tutti, e che da solo fa scoprire il grande valore della vita. Insostituibile.

Rita Vitali Rosati (Fabriano, 1 dicembre 2017)

Photo archivio: Studio Cavalieri
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