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I Sottosegretari alla cultura

Roma – nominati tre Sottosegretari di Stato alla cultura per il governo Meloni, con il compito di coadiuvare il ministero nell’ambito delle specifiche direttive, possono accedere alla possibilità di essere indicati quali viceministri, se a questi sono conferite deleghe relative ad aree o progetti di competenza di una o più strutture dipartimentali. Si possono nominare all’interno della compagine governativa non più di dieci viceministri.

I sottosegretari sono Lucia Borgonzoni, Gianmarco Mazzi, Vittorio Sgarbi. Contestualmente, e viste le origini emiliane di due su tre dei titolari, hanno fatto subito seguito una serie di congratulazioni per il primato regionale da parte di colleghi parlamentari e amministratori locali, convinti che da queste nomine possa scaturire anche una valorizzazione e un’attenzione specifica territoriale del ministero su tutti.

Chi sono i tre neo sottosegretari

Lucia Borgonzoni nata Bologna, classe 1976, è stata più volte riconfermata nel dicastero in questa stessa veste, per il Conte I quando nel ruolo di ministro c’era Alberto Bonisoli, è ancora sottosegretaria per il governo Draghi con Dario Franceschini. 

Formatasi all’Accademia di Belle arti con una tesi sulla fenomenologia degli stili, dopo una carriera di qualche anno nel campo del design di interni, si è dedicata alla politica a tempo pieno militando da sempre nella Lega. Recentemente intervistata a sostegno del direttore del Museo degli Uffizi Schmidt, circa la querelle contro la casa di moda Jean Paul Gaultier per l’utilizzo non autorizzato dell’immagine della Venere del Botticelli fatta dalla maison, a cui è seguita per altro un’azione legale, ha dichiarato che le case di moda, come qualunque azienda o privato, devono pagare i diritti per l’utilizzo dell’immagine di opere d’arte a chi ne detiene la proprietà. Pur riconoscendo alle aziende del comparto moda un’importanza nel sostegno ai beni culturali.

Borgonzoni nei suoi mandati si è essenzialmente occupata di audiovisivo e cinema, fino al videogioco e all’animazione digitale.

Con l’attuale incarico nel governo Meloni è quindi alla sua terza nomina sempre nello stesso ruolo.

Una decisa novità politica rispetto ai suoi contitolari è rappresentata da Gianmarco Mazzi; veronese, classe 1960, laurea in giurisprudenza, avvia una carriera di manager essenzialmente nell’industria dello spettacolo e dell’intrattenimento. Figura considerata di grande esperienza, è promotore di manifestazioni e iniziative a scopo di beneficenza e solidarietà ormai di lungo corso, suo il progetto della Nazionale italiana Cantanti e la Partita del cuore appuntamento fisso di Rai 1. Autore e manager in numerose trasmissioni televisive, il suo nome è legato a diverse figure artistiche dell’industria musicale e dello spettacolo, Adriano Celentano, Zucchero, Vasco di cui cura  spettacoli e serate evento. Attivo nel campo umanitario, svolge in qualità di consulente attività per il Ministero delle Comunicazioni. Diviene direttore di alcuni fra i più noti programmi del palinsesto Rai, cura diverse edizioni del Festival di Sanremo, è amministratore delegato dell’Arena di Verona.

Un ritorno ai ruoli di governo sicuramente più clamoroso è quello di Vittorio Sgarbi. Intellettuale, critico e storico dell’arte, acceso comunicatore, figura di estrema popolarità, è diventato un’icona dei salotti televisivi e di un certo mutare della comunicazione mediatica fin dagli anni ’80. Non si sono fatte attendere le sue dichiarazioni in merito al nuovo incarico, e in un’intervista al quotidiano Repubblica, ha detto: Non sono mai stato di destra, sono un anarchico. E in questo governo sono un plus”. Si è quindi impegnato a: ripristinare nella precedente collocazione, ovvero della Sala degli Scarlioni, la Pietà Rondanini, la quale è attualmente nelle sale dell’Antico Ospedale del castello Sforzesco, entrando in un’immediata polemica con il sindaco di Milano Sala; a indicare Marco Castoldi in arte Morgan come titolare di un dipartimento per lui specifico dedicato alla musica; a chiedere che si possano tenere i musei gratuiti e aperti fino alle 21; e, infine, si è dichiarato un “conservatore”, ma nel senso che con questa parola nel lessico storico critico si intende, un conservatore di opere d’arte, e per riconoscere un primato essenzialmente di questo tipo nella cura del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, e evidentemente al suo ruolo all’interno del ministero.

Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara, laureato in Lettere e filosofia, si è specializzato in storia dell’arte, diventando uno dei critici italiani più conosciuti. Da sempre impegnato politicamente, già sottosegretario ai beni culturali nel 2001, con l’allora ministro Giuliano Urbani, oggi ritorna a ricoprire questa funzione in parlamento dopo venti anni esatti.

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