Emily Kame Kngwarreye, Anooralya Yam, 1995, synthetic polymer paint on linen, 59 7/8 × 36 1/4 inches (152 × 92 cm) © Emily Kame Kngwarreye/Copyright Agency. Licensed by ADAGP, Paris, 2022. Photo: Martin Wong

Gagosian ha presentato la prima personale francese di Emily Kame Kngwarreye

La sede parigina di Gagosian aprirà a breve una personale dedicata all’artista indigena australiana Emily Kame Kngwarreye.

Emily: Desert Painter of Australia aprirà a Parigi il 21 gennaio 2022. Gagosian ha presentato la mostra che farà parte di una serie di personali sul notevole fenomeno della pittura indigena australiana, organizzata in collaborazione con D’Lan Contemporary,  galleria leader sull’arte indigena australiana a con sede a Melbourne.

Emily Kame Kngwarreye è stata una delle più importanti artiste australiane. E’ cresciuta nella regione desertica e remota di Utopia, dove ha avuto pochi contatti con il mondo, eccetto che per la propria comunità. Qui ha però sviluppato le sue prodigiose competenze artistiche, in particolar modo per quanto riguarda la pittura su tela. Ispirata dalle topografie della terra e del cielo, dal ciclo delle stagioni, le acque straripanti, le pioggie, le semine e i raccolti e le forze spirituali, i suoi dipinti dipingono una narrativa di simboli che fanno riferimento alla sua gente e alla sua terra, facendo riemergere emozionanti storie e conoscenze che altrimenti verrebbero perse.

E’ un’artista unica tra gli indigeni australiani per la sua rapida e sistematica esplorazione di stili differenti e per la sua audace inventiva con riguardo alla forma e al colore. Nel corso del tempo i suoi ipnotizzanti dipinti a puntini hanno ceduto il passo a tele più gestuali, ridotte nei dettagli e liberate dalle loro qualità formali. Ha dipinto sia su piccolo che larga scala, con pennelli, bastoni e impronte dei polpastrelli, seduta accanto o sopra la composizione stessa. Il lavoro di Emily è stato esposto a livello internazionale per la prima volta nel 1997, in occasione della 47esima edizione della biennale di Venezia e, da quel momento, ha acquistato una notevole fama e stima da parte dei critici, nel contesto globale della pittura contemporanea.

L’opera di Emily è stata ispirata dal suo ruolo di anziana Anmatyerre e dalla sua custodia dei siti dei sogni delle donne nel paese del suo clan, Alhalkere. Per gli indigeni australiani, “Dreaming” è una visione del mondo culturale che fornisce loro un senso ordinato della realtà, una struttura per comprendere e interpretare il mondo. Questa preziosa conoscenza della vita umana include strategie di sopravvivenza, storie ancestrali e narrative della terra e del cosmo. “Country” descrive le terre, i fiumi, i laghi e gli oceani, abitati sia fisicamente che spiritualmente, e contiene pratiche e idee tra cui il linguaggio, il governo degli uomini, la famiglia, l’identità. La tradizione delle donne, spesso di considerevole significato dal punto di vista politico, sociale ed economico nella comunità, è analizzata tramite lo storytelling e i media visuali, come la pittura sul corpo o sulla superficie delle rocce, sulla terra.  

I lavori in mostra rientrano in diverse categorie dell’opera dell’artista: le strisce orizzontale e verticali fanno riferimento alla rituale pittura del corpo; ci sono poi dipinti a puntini con sfumature cromatiche; e poi opere con pennellate ovunque, che emanano vitalità. I punti e le linee rappresentano l’energia vitale della terra e del corpo umano, della vita animale e vegetale, così come storie ancestrali o pezzi di canzoni. Aweleye (1990) è la rappresentazione stessa del Dreaming di Emily, una complessa cartografia di colore e forma dove migliaia di delicati punti di varie tonalità oscillano in una cornice di linee sinuose, mentre le vigorose pennellate di My Country #20 (1996) sono la sua interpretazione dei giochi di luce dell’aurora e del crepuscolo sul terreno desertico. E poi Anooralya (1995) che evoca invece un insediamento piano e una rete vorticosa di tuberi di igname selvatico, l’alimento base stagionale tradizionalmente raccolto dalle donne.

Emily Kame Kngwarreye, nel 1992, ha ricevuto l’Australian Artists Creative Fellowship, premio per gli artisti che hanno apportato il maggior contributo alla cultura della nazione. Nel 1997 ha invece rappresentato l’Australia alla 47esima edizione della Biennale di Venezia. Nel 2008 c’è stata una grande retrospettiva, chiamata Utopia: The Genius of Emily Kame Kngwarreye, presso il National Museum of Art di Osaka e la National Art Center di Tokyo. Le sue opere sono conservate nelle più importanti collezioni australiane.  

Emily: Desert Painter of Australia
January 21–March 12, 2022
4 rue de Ponthieu, Paris