Endecameron 20 digital edition, giorno #8

24 luglio 2020

L’ottavo giorno di residenza virtuale Endecameron 20 digital edition propone alle ore 12 il Dialogo di Mezzogiorno con la musicista Silvia Cignoli, alla quale è stata assegnata la Stanza del Terapeuta, e Vincenzo Padiglione, antropologo e artista visivo, che ha popolato il Castello di Roccasinibalda, e quella stanza in particolare, di molte sue opere. 

Silvia Cignoli è una chitarrista classica ed elettrica, musicista versatile che spazia dalla musica classica alla contemporanea, dall’improvvisazione radicale all’avant-rock ad una propria creazione musicale, crossover fra le sue esperienze accademiche e la scena più underground di musica elettronica. Dal 2019 si dedica alla creazione del suo primo progetto solista “The Wharmerall”, che comprende anche tastiere analogiche ed elettronica. Nel 2020 esce il disco omonimo “The Wharmerall” per l’etichetta Pitch the Noise Records, accolto in maniera entusiastica dalla critica.

« Il pensare in termini di residenza digitale per un musicista è un’astrazione dell’astrazione: in primo luogo astrazione per l’atto stesso di tradurre in musica un’idea. In seconda e non meno importante istanza ci sta l’esercizio immaginativo che porta a immaginare questa materia impalpabile collocata in una dimensione sospesa fra spazio fisico e digitale, e che si sviluppa o può svilupparsi in un tempo diverso da quello fruito abitualmente. È un po’ come superare i confini mentali e fisici per lavorare nei termini in cui il realizzabile è calamitato su altre orbite del possibile. In queste orbite entrano in gioco nuovi meccanismi, potenzialità e limitazioni.» Silvia Cignoli 

Alle 19 invece è prevista l’Apertura della Stanza della Memoria assegnata all’artista Paola Romoli Venturi. La Stanza della Memoria si colloca tra la Stanza dei Libri e l’Alcova, la Stanza del Desiderio, quindi in una posizione potente e fertile. La Memoria non è una funzione archeologica che recupera il passato, ma è una nostra attività che lo reinventa e lo ricostruisce in funzione di desideri e progetti sul futuro. Nella  Stanza della Memoria ci sono una serie di oggetti importanti. C’è una grande scaffalatura lungo una delle pareti, con qualche migliaio di libri, dove vivono in modo ibrido universi eterogenei. Nella Stanza ci sono anche statue e statuine: una bellissima Kachina dalle ali spiegate, delle statue d’osso bianco nascoste nel grande camino, una testa di osso inserita in una struttura fatta con altre ossa, che è appoggiata a terra vicino al totem di luce. In un altro punto ancora una porta, recuperata casualmente da un edificio che stavano demolendo a New York, e che è un agglomerato di street-art vera, cioè quella fatta da chi passa e aggiunge la sua firma, il suo disegno. Ma forse la cosa più significativa della Stanza della Memoria è il sistema degli affreschi che animano la parte alta delle quattro pareti, e che giocano con due temi evidenti: il primo è il desiderio del passato, un passato reinventato per costruire il futuro, con scene di battaglia che riguardano la mitologia della famiglia nobile proprietaria del Castello e soldati di epoca romana che affrontano elefanti ed eserciti esotici. L’altro tema degli affreschi è quello degli angeli che scrivono su grandi scudi, in una variante bizzarra della raffigurazione classica della Vittoria Alata che scrive sullo scudo. Strani angeli scrivono sugli scudi, mentre fronteggiano resti di eserciti, cavalieri senza testa, armi, ibridi animali, in un caos e in un disordine rispetto ai quali la scrittura – il segno – è l’ultima resistenza, l’ultima difesa.

Endecameron 20 digital edition 

17-26 luglio 2020 | www.endecameron.it

Link per partecipare al Dialogo di Mezzogiorno: https://www.endecameron.it/event-details/dialogo-di-mezzogiorno-con-silvia-cignoli-e-vincenzo-padiglione

Link per partecipare all’Apertura della Stanza della Memoria: https://www.endecameron.it/event-details/apertura-della-stanza-della-memoria