La galleria Postmasters ha annunciato l’apertura della mostra “Berlin Chair in Pieces”, un’esposizione che vedrà presenti tredici nuovi dipinti di David Diao. Sarà la quattordicesima mostra personale dell’artista con la galleria dal 1985.
“La Red/Blue Chair di Gerrit Rietveld del 1918 è un’icona del design modernista. E’ la prima immagine che viene in mente quando uno pensa al movimento del De Stijl. Ha realizzato tante altre sedie iconiche quasi quanto questa. Una che mi ha sempre particolarmente affascinato è la Berlin Chair del 1923. E’ composta da otto assi rettangolari in legno dipinto: due neri, uno grigio scuro, uno grigio normale, uno grigio chiaro e tre bianchi. Tutti questi pezzi compongono un bel passaggio dal nero al bianco. Ho spesso fatto riferimento alle numerose sedie realizzate da Rietveld ma questi recenti dipinti che ho fatto basandomi sulla Berlin Chair mi hanno permesso di essere molto più produttivo e di dare vita a molti più esempi rispetto ad altri miei precedenti lavori.
Anzichè dipingere l’intera sedia ho impiegato tutti gli otto pezzi disassemblati in vari modi ma sempre come set completo, cosicché avrebbero dato vita alla sedia intera se successivamente riassemblati. I primi erano disposti o in formazione o sparpagliati, oppure accatastati su basi monocromatiche. Quindi gli otto pezzi sono stati disposti attorno ad un cerchio immaginario o in modo da descrivere un quadrato. Volendo rendere le cose più complesse, i pezzi sono stati posizionati su due basi di colore e tre colori. I passaggi successivi vedono i pezzi a scacchiera e portano alla luce motivi quadrati opposti.
Esiste un famoso muro con delle porte scorrevoli presso la Katsura Villa a Kyoto che ha un pattern a scacchiera. Posizionare i componenti della sedia in contrapposizione a uno sfondo simile potrebbe risultare un azzardo ma, in qualche modo, ha permesso di portare Rietveld in Giappone. Ho posizionato gli otto pezzi a cerchio sulla parte superiore di una pianta quadrata ribaltata: il tutto è risultato in una grande sorpresa, con l’emersione del logo della BMW.
Se nessuno lo dicesse, non si capirebbe minimamente che questi dipinti si riferiscono alla Berlin Chair; potrebbero benissimo essere semplici dipinti di astrattismo geometrico senza nessun ulteriore significato. E’ dal 1985, se non prima, che mi chiedo se la pittura astratta ha qualche particolare riferimento o se è autoriferita. Penso che quasi tutto il mio lavoro abbia una storia dietro di sé.”
Dal 29 gennaio al 5 marzo 2022
84 x 84 inches
