Check List pronta, che inizi il viaggio. Direzione Napoli, Shazar Gallery. Ad attenderci all’arrivo ci sarà Giovanni Battimiello con le sue opere.
Check List è il nome della personale dell’artista campano, a cura di Valentina Muzi, il cui nodo centrale punta a ridefinire i confini – o ricalcolarli – della dimensione del viaggio intesa in maniera più complessa rispetto al solo muoversi, al solo incamminarsi all’interno di uno spazio da coprire.
Elusa la valenza sognante, onirica e poetica del viaggio, ecco che Giovanni Battimiello porta in scena, attualizzando, un universo in cui il controllo, la scannerizzazione del bagaglio si fa allegoria di qualcosa d’altro…
Passeggiando per la mostra, si evince quanto le limitazioni di cui parliamo siano reali e tangibili attraverso delle comunissime valigie poste in esame dall’artista. Quest’ultimo “mette in mostra” – letteralmente- il contenuto di ogni bagaglio, evidenziando gli oggetti racchiusi al loro interno. Sebbene, a primo impatto possa sembrare una carrellata di oggetti qualunque, questi racchiudono al loro interno squarci di realtà e sfumature personali di coloro che li posseggono. Scrigni di identità si svelano davanti agli occhi del pubblico, al quale è richiesto di non vestire i panni di mero spettatore ma di essere parte attiva della mostra. Ma, il compendio di oggetti esposti è davvero la rappresentazione reale e veritiera delle persone che le hanno composte?
Alla domanda di Valentina Muzi, posta all’interno del testo che accompagna la mostra, l’invito a riflettere, ad osservare sì, le vite degli altri, racchiuse nelle trasparenti valigie ma anche a svelare qualcosa di sé, nel confronto, nel dialogo ex ante ed ex post con l’indagine attuata da Battimiello.
Il privato, d’improvviso svelato e reso non più intimo, non più personale – pur facendo il verso ad una amara ironia sui significati di una vita sempre più sotto lo sguardo estraneo – in verità, cambia direzione e si trasforma, ora si, in un itinerario composito.
La meta non è più il controllo – spesso morboso – dell’altro da sé quanto, al contrario, un viaggio verso la conoscenza di chi ci attornia, secondo i prodromi della sicurezza, ovvero della presa di coscienza. L’allegoria che abbandona la sfera ideale e si traduce in tridimensionalità abitata, narrata e personificata, è il quid di Check List, elemento di connessione dialogica tra contenitore e contenuto, alpha e omega di una singola identità. Identità che, tuttavia, l’artista immagina come erranti e, al contempo, collettori tra dimensione reale e dimensione virtuale – quella degli scanner, del viaggio 4.0 e delle nuove regole – .
Un dualismo che, nella sua perturbante fascinazione, delinea, inoltre, l’oggetto valigia come elemento ideale di una necessaria indagine nel reale ma, anche, come fluttuazione tesa verso una sorta di straniante rispecchiamento che rimanda al modo in cui ognuno di noi, assiduamente, è esaminato, tra costanti, errori, analogie e differenze rispetto a ciò che, davvero, siamo.
L’immaginario di Giovanni Battimiello, mise en abyme di un surreale percorso che non ha vero inizio e vera fine, nella concezione cortocircuitale maieutica, evidenzia quanto l’omologazione abbia scarnificato l’esperienza del viaggio.
Il controllo a cui ci sottoponiamo per accedere a macro aree, come un paese, o micro aree, come una banca, riducono la nostra libertà.
Accogliere, senza preoccupazione, è il patto alla base di ogni tipo di rapporto, che esso sia di natura pubblica o privata.
Asseriva in passato l’artista, aggiungendo:
Una valigia, come le tasche di una giacca, sono contenitori di oggetti personali che talvolta esprimono intenzionalità e rivelano il reale grado di libertà di ciascun individuo. Nella visione Sine cura diviene necessario, pertanto, filtrare qualsiasi esperienza antropologica per rendere tutti uguali e affidabili dal punto di vista della sicurezza.
Si può controllare il pensiero altrui e decidere di ignorarlo?
Check List lascia che emergano le contraddizioni originate dallo scambio per cui trasparenza equivarrebbe a sicurezza, controllo tecnologico sarebbe sinonimo di barriere contro il pericolo. Davvero è questo il modo per vivere al sicuro, muoversi e spostarsi senza che i pericoli tangano le persone?
L’osservatore morboso che dalle opere di Battimiello intenderà d’aver compreso tutto di tutti ‘i viaggiatori’, intraprenderà il percorso verso casa propria con un senso di sicurezza e controllo o di smarrimento e invasione?
La traccia che ognuno di noi lascia lungo il proprio cammino, la memoria del passaggio e del mettersi a nudo dinanzi ad occhi d’altri quanto è ancora libertà? Quanto, invece, deve essere registrata come dato di una sovrastruttura ingabbiante?
Questi e molti altri quesiti saranno i fili conduttori del viaggio a cui siete invitati da Giovanni Battimiello e da Shazar Gallery: preparate la vostra Check List e poi, aggirandovi tra le installazioni e le opere video chiedetevi, davvero, qual è il gradiente di verità cui siete disposti a credere, seguendo il suggerimento della curatrice:
Le valige diventano delle isole temporanee di memorie immortali, che si stagliano come sculture, “scolpendo” quel breve ma intenso lasso di tempo che si manifesta poco prima di una partenza e/o di un ritorno.
Giovanni Battimiello
CHECK LIST
Shazar Gallery
Napoli, Via Pasquale Scura 8 19 febbraio – 2 aprile 2022, martedì – sabato, 14.30 – 19.30 o su app.to