Un nuovo spazio espositivo dedicato al fumetto è stato inaugurato a Pescara con la mostra antologica di Tanino Liberatore, che occuperà i livelli inferiori per i prossimi quattro mesi, e l’esposizione permanente, ai livelli superiori, della raccolta di opere di Andrea Pazienza. L’edificio, che fino al 2010 era occupato da un negozio di alta moda, è stato ristrutturato dall’architetto Pomilio. La grande scala in ferro e vetro, che domina lo spazio centrale, unisce i quattro livelli espositivi ripartiti in spazi ora più raccolti ora più ariosi.
I due fumettisti si erano frequentati quando erano studenti, di classi diverse essendo Liberatore più anziano di 2 anni rispetto a Pazienza, al Liceo Artistico di Pescara. Sono diverse le tavole, gli schizzi e i bozzetti su taccuino, che ritraggono i professori degli anni ’70. Tra questi Sandro Visca, preso di mira da Andrea Pazienza con caricature e strisce, che ha donato al CLAP diverse opere dell’artista di San Benedetto del Tronto.
Il percorso espositivo è ricco, in entrambi i segmenti, di disegni originali. Molti mai esposti. Tanino Liberatore espone tutta la sua vita da artista dove, a detta sua, la parte dedicata al fumetto non è la parte dominante. Molte delle opere esposte a Pescara sono illustrazioni o ritratti ai quali l’artista di Quadri – che da anni vive a Parigi – dedica la maggior parte del suo tempo da oltre 10 anni. Opere stupende che mantengono la forza del verismo unita alla dinamica del fumetto. In una delle tante sale che compongono il nuovo spazio museale abruzzese, i disegni della gioventù, molti non finiti, che già mostravano la maestria del Michelangelo del fumetto.
Nei due piani dedicati alla collezione permanente la fa da padrone Andrea Pazienza. Sono oltre 300 le opere esposte – forse, a mio avviso, avrebbero potuto essere esposte in tranches tematiche per “diluire” le visite e farle meglio godere allo spettatore – che la Fondazione Pescarabruzzo ha raccolto setacciando mercati e aste o prendendole in prestito da collezioni private. Si va dalle caricature in versione porno e sadomaso dei docenti del Liceo alle strisce dei fumetti più conosciuti, come quelle realizzate per Frigidaire o Zanardi. Arricchiscono la rassegna 4 tavole realizzate a quattro mani da Pazienza e Liberatore nei primi anni Ottanta nelle quali si ammira il segno a matita, delle tracce preparatorie, ripassato a china o a pennarello (che proprio Andrea aveva insegnato ad usare a Tanino, mi ricorda Liberatore stesso).
Nelle parole provocatorie di Sgarbi il museo dovrebbe essere chiuso, ha detto ironicamente il sottosegretario alla cultura, perché “in realtà le opere esposte non sono dei fumetti veri e propri in quanto non stampati in albi o raccolte. Un fumetto diventa tale solo se stampato in migliaia di copie”.