ARCO Lisboa
Voyage / Voyage, 2021, installation view at Spazio In Situ, Rome, photo by Marco De Rosa

“Voyage/Voyage a Spazio In Situ: dall’eco del Grand Tour ad una materialità estetica contemporanea”

Fino al 16 ottobre presso Spazio in Situ è possibile vedere una collettiva che rilegge il viaggio attraverso molteplici espressioni artistiche.

La mostra Voyage/Voyage a cura di Porter Ducrist presso Spazio In Situ, dal 26 giugno al 16 ottobre, si pone come un itinerario, un racconto, una rilettura del viaggio come prospettiva e immaginario, inquietudine e gioco, esplorazione e paradigma esperienziale, trasformazione nel tempo e nella forma di quanto resta di un passaggio meta-riflessivo, di ciò che rimane o si perde nello sguardo, nel paesaggio, nel varco verso un’altra frontiera.

Un percorso libero attraverso l’ambiente espositivo si compie e si esplica nella possibilità riflessiva e nella condizione di radicale attrazione e sollecitante tensione che si crea con ogni opera, dove la materialità fisica e testimoniale di un tragitto domina e dispone le maglie di una riflessione costitutiva, oltre il fascino della decadenza, nell’incontro con le possibilità del vissuto, nel richiamo e riconoscimento di coincidenze e conformità comuni. In una conversione dello sguardo in cui echeggia il tracciato ideale del Grand Tour ottocentesco, Voyage/Voyage rivela distorsioni e disfunzioni del consumo turistico, catalizzando enigmi assimilati e implicati in qualità di soggetti emergenti dallo sfondo di una narrazione estetica contemporanea, impostando traiettorie disvelative di ambiguità coerenti.

Charriage: CH-2000 – IT-00133 2021 di Martin Jakob l’itinerario compiuto da una cassa di trasporto contenente gesso liquido rivela una materialità duttile e trasformativa, sensibile ad ogni cambiamento, ad ogni passaggio, rovesciamento o turbamento fisico che si rapprende e solidifica in una composizione conformativa nella progressiva e ripetuta interazione con uno spazio determinato e nell’articolazione di un arco temporale che definisce una distanza.

Tra partenza e destinazione la forma assume esistenza e vitalità nel continuo stravolgersi, distruggersi e ricrearsi all’interno dello spazio: il corpo fluido subisce e intraprende una trasformazione dinamica, una compressione spazio-temporale che lo spinge, lo rivolge, lo segna, lo plasma definitivamente in oggetto che conserva ed espone progettualità, ricordo e compimento di un viaggio.

Nell’opera Paesaggio 14-09-2013 di Simone Cametti la pittura di paesaggio si allontana dai delineati confini di una tela per espandersi nello spazio esterno del paesaggio stesso in una pratica semiotica e una riflessione estetica sul paesaggio come oggetto dello sguardo che gioca tra artificio e realtà.

In un’azione pittorica ad un tempo volitiva e fittizia, l’opera matericamente agìta nello spazio sembra riecheggiare Simmel e Rilke in una percezione della veduta paesaggistica tra categoria culturale e filosofia dell’arte, tra inavvicinabilità e finitezza, tra senso del sublime e immagine poetico-cultuale, alterata in una post produzione territoriale.

Tour De Babel di Bertille Bak il mondo crocieristico è indagato nella sua realtà lavorativa a partire dall’industria cantieristica, dai tecnici del porto e dal personale di bordo coinvolto nella macchina del divertimento in stridente ironia con la vita vacanziera preconfezionata dalla promessa di un divertimento forzato, inscatolato e organizzato in imperativi extralusso all’interno di una megalopoli galleggiante.

L’opera video realizzata dopo un periodo di residenza al porto di Saint-Nazaire con sagace e umoristico distacco si inserisce nella quotidianità di un prodotto di viaggio, in un sogno prêt à consommer.

Nelle fotografie #001 –GAZOLINE STATION, #002 –ADBLUE STATION e #003 –OPERA STATION di Pierluigi Fabrizio i luoghi di sosta, rifornimento e ripartenza negli itinerari di viaggio sono realtà di mezzo che caratterizzano indistintamente e uniformemente le strade di ognuno, non luoghi inseriti in un paesaggio come isole di transito, occupazioni spaziali lontani da un qui e un là identitario, distinguibile, dove il tempo scorre come astrazione anonima.

Daniel Ruggiero con Urbangame Car_version Transformers il mezzo di trasporto iconico e versatile dell’Ape Piaggio, brillante in una luce metallica riflettente, è un costante attraversamento di confini e coincidenza tra contenitore e contenuto, un’indagine condotta con un punto di vista al contempo interno ed esterno al sistema espositivo, essendo sia opera di per se stesso che spazio espositivo itinerante che nella realtà fisica di veicolo si riconnette al proprio significato originario di muovere e condurre, in questo caso verso un’amplificazione di significati e un metagaming di sequenze narratologiche.

Thomas Wattebled con SHIFT prélude unisce l’attività performativa all’installazione scultorea: un tragitto stabilito dal luogo di conservazione dell’opera allo spazio espositivo è compiuto da gruppi di riders a cui vengono di volta in volta affidate borse dalle conformazioni sempre diverse, per poi essere impilate nel luogo espositivo secondo le indicazioni dell’artista, creando un’opera scultorea unita indissolubilmente al tracciato introduttivo urbano attraversato dai riders.

In Gaviscon di Giovanni De Cataldo il guardrail deformato dall’impatto dei crash test e rialzato verticalmente, come totem fluorescente e sinuoso, si distoglie dalla sua originaria sfera funzionale e protettiva per assumere una plasticità flessuosa e un cromatismo accentuato e ironico, animato da un principio attivo che rovescia e rifluisce l’esperienza percettiva del mondo, degli oggetti che lo caratterizzano e dei fenomeni estetico sociali.

In 2,5×2,5 di Luca Grimaldi la pittura di paesaggio acquista verticalità frazionandosi in una fascia sottile, catturando l’essenzialità della veduta nei passaggi cromatici e gradazioni di orizzonti che trasportano lo sguardo lungo la linea tracciata verso il cielo. Dalla vastità di una superficie che si staglia sulla linea dello sguardo, il percorso visivo che fa compiere l’artista acuisce la fruizione e il rimando tra fondamenta e vertice, tra basso e alto, in una discesa o ascesa percettiva.

Nella mostra Voyage/Voyage il viaggio si costruisce dall’esplorazione dialogica di elementi che si giustappongono gli uni agli altri nello sguardo dell’osservatore, spinto ad accogliere l’eterogeneità, la complessità e la verità tangibile di ogni singola riflessione, in un sistema dinamico dove si ricompongono in un presente intuitivo. 

“Voyage / Voyage”

A cura di Porter Ducrist

dal 26 giugno al 16 ottobre 2021             

Spazio In Situ

Via San Biagio Platani 7 – 00133 Roma

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