“Tracing Time: la costruzione della propria identità”

Fino al 1° settembre è visibile presso la Modern One di Edimburgo la personale di Do Ho Suh incentrata sui temi che da sempre egli indaga.

La mostra personale dell’artista coreano Do Ho Suh alla Modern One di Edimburgo immerge lo spettatore nel viaggio identitario percorso negli anni dall’autore. L’esposizione, che si sviluppa nei dodici spazi del piano terra del museo (parte delle quattro sedi delle National Galleries of Scotland) presenta con attenzione il profilo eclettico delle opere di Do Ho Suh che lavora con diversi media producendo opere grafiche, di fiber art, fotografie, installazioni immersive e video. Pur confrontandosi con vari linguaggi artistici, l’autore si concentra sempre sulla stessa tematica, indagata da molteplici punti di vista, con il fine di analizzare il rapporto che intercorre tra la dimensione abitativa della casa, la consapevolezza individuale della propria unicità e della propria stabilità emotiva.

Percorrendo “Tracing Time”, il fruitore avverte il turbamento provocato dalle migrazioni di Do Ho Suh dal paese natio, la Corea del Sud, agli Stati Uniti fino alla Gran Bretagna, dove oggi risiede. L’imprinting originale dell’artista consiste nella sua capacità di affrontare argomenti emotivamente toccanti in modo costruttivo portando lo spettatore a riflettere su quanto la specificità di ognuno di noi sia il frutto della propria capacità di rielaborare le esperienze vissute; di rinnovare il ricordo di luoghi fisici (dove rifugiarsi mentalmente per trovare conforto) e di rievocare gli incontri che hanno forgiato il nostro particolare modo di vedere il mondo. Seppur nella sezione “Karmic Journeys” la rappresentazione di se stesso viene raffigurata da Do Ho Suh con l’immagine di un uomo rosso, le cui preoccupazioni vengono disegnate come un groviglio di linee curve che parte dalla testa (in qualche modo un’interpretazione contemporanea de “Il sonno della ragione genera mostri” di Goya), il messaggio dell’autore è sempre positivo, autoironico e ludico. I colori accesi e la possibilità di interagire percorrendo fisicamente l’installazione traslucida nella sezione “Transitional Spaces”, che ricrea l’ingresso della sala dell’abitazione dell’artista a Londra e due sezioni del corridoio della sua casa a Berlino, riportano gli argomenti trattati a una dimensione artistica capace di lenire in maniera creativa le ferite che ci procuriamo quotidianamente attraverso una risposta estetica e costruttiva. Do Ho Suh rielabora il suo sentimento di perdita e nostalgia e immagina la sua casa coreana fluttuare in aria come un palloncino trattenendola a sé con un filo colorato di cotone e ancora per ricordare il suo appartamento a New York utilizza la tecnica del “frottage” per ricostruire centimetro per centimetro gli spazi dell’appartamento che lui stesso ha abitato. In questo percorso artistico e di studio delle proprie emozioni, l’autore dialoga con lo spettatore (in particolare con colui che nella vita ha avuto necessità di cambiare città e nazione) per condividere la sua chiave di lettura del mondo che l’ha portato a comprimere nei ricordi i luoghi a lui famigliari in modo che lo proteggano e abitino per sempre in lui per non finire perduti.

Do Ho Suh, “Tracing Time”

17 Febbraio – 1 Settembre 2024

Modern One

75 Belford Road, Edinburgh, EH4 3DR, Regno Unito

Orario: dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00

Ingresso gratuito

enquiries@nationalgalleries.org

https://www.nationalgalleries.org/visit/scottish-national-gallery-modern-art

+44(0)1316246200

Promossa dalla National Galleries of Scotland Foundation, dalla Galleria Victoria Miro (Londra e Venezia), da Lehmann Maupin (New York, Seul e Londra), da Baillie Gifford e da STPI – Creative Workshop & Gallery, Singapore.

Supporto tecnico di LG OLED evo.

La mostra è stata realizzata con l’assistenza del Government Indemnity Scheme fornito dal Governo scozzese.

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