Daniele Costa
Daniele Costa, Tenuto Immerso, 2023

Tenuto Immerso, di Daniele Costa in Temporanea, Palazzo Soranzo Novello

In occasione dell’apertura di Palazzo Soranzo Novello, a Castelfranco Veneto, è stata inaugurata l’esposizione “Temporanea. Esibire, Documentare, Recuperare”, visitabile fino al 1° ottobre 2023.

L’esposizione Temporanea. Esibire, Documentare, Recuperare inaugura la riapertura di Palazzo Soranzo Novello a Castelfranco Veneto. Il principale obiettivo dell’iniziativa è la creazione di un luogo di cultura, arte e storia che possa favorire la conservazione e valorizzazione della memoria del territorio, rafforzandone l’identità. 

Per il progetto Temporanea sono stati recuperati oggetti di varia natura selezionati dai depositi delle Collezioni Civiche di Castelfranco che, esposti come una Wunderkammer, dialogano con gli spazi vuoti e silenziosi della ex sede bancaria, fallita nel 2017. Un tempo Banca Popolare di Castelfranco Veneto e poi Banca Popolare di Vicenza, il Palazzo viene sottoposto a un’indagine sulla sedimentazione storica. L’operazione è stata affidata all’artista Daniele Costa (Castelfranco Veneto, 1992), che con una video installazione disorientante, ma puntuale, interpreta gli spazi dell’edificio.

L’opera, a cura di Stefano Volpato, porta il titolo di Tenuto Immerso (2023), che allude alla filosofia del ‘qui e ora’ di Martin Heidegger, per cui passato e futuro sono piani che si intersecano, esattamente come in Palazzo Soranzo Novello in cui tempo appare sospeso. Infatti, sebbene il Palazzo si presenti uno spazio vissuto, come testimoniano le cose lasciate così come trovate, risulta un luogo asettico per la vacuità e i toni freddi che lo caratterizzano.

Daniele Costa
Daniele Costa, Tenuto Immerso, 2023

L’installazione di Daniele Costa abbraccia gli ideali del Palazzo, invitando alla riflessione sul rapporto della storia con l’architettura e la memoria. I video, privati della narratività del racconto, presentano immagini che esprimono il lato poetico dello spazio vuoto, riproducendo la pura osservazione istantanea dell’artista. Nella ricerca della temporalità, che contraddistingue l’operato di Costa, immagine e suono sono sovrapposti al testo inedito composto da Matteo Melchiorre e letto dall’intelligenza artificiale Elsa, il cui tono di voce disorienta e rende distopico l’intero ambiente. Nell’esplorazione dei piani del Palazzo, lo sguardo circospetto si sofferma su alcuni dettagli, che vengono analizzanti nell’immagine che subisce rotazioni, repentini cambi di velocità e colore. 

“La mia opera riflette un tempo che si disfa, afferma la possibilità di scoprire e riscoprire continuamente un luogo; si incastra tra il vecchio e il nuovo, le due anime preponderanti di Palazzo Soranzo Novello, in una sorta di innesto tra due mondi in cui vi è la possibilità di muoversi su delle coordinate diverse che possono sia creare stupore, meraviglia, ma anche portarci su un piano quasi inquietante di un tempo archeologico-amministrativo, che si sta sgretolando e che deve essere rimodulato”. (Daniele Costa, conferenza stampa a Palazzo Soranzo Novello)

Daniele Costa, nella sua pratica filmica, utilizza le immagini in movimento che restituiscono uno sguardo sulla singolarità dell’essere umano, all’interno della narrazione collettiva. Questa riflessione nasce dallo studio sul funzionamento del corpo umano attraverso l’apprendimento di nozioni medico-scientifiche, congiuntamente all’approfondimento introspettivo sul rapporto dell’uomo con la storia.

Daniele Costa
Palazzo Soranzo Novello, Interni