Georgina Treviño, Sientate, 2023

Sugli imbrattatori di Palazzo Vecchio e i Corridori di Ercolano

Arte abusata

Ragazzi, ma che sta succedendo? I francesi mettono Parigi a ferro e fuoco perché Macron ha portato l’età minima di pensionamento da 62 a 64 anni. Noi italiani, che in pensione probabilmente non ci andremo mai, cosa dovremmo fare? Ma è semplice. Imbrattare i muri. Come gli attivisti di Ultima generazione che proprio ieri, a Firenze, hanno lordato di vernice arancione la facciata di Palazzo Vecchio in pieno giorno, sotto gli occhi dei turisti che passavano di là e, per puro caso, del Sindaco Nardella che ha cercato prontamente di bloccarli e, quando i protestatari sono stati portati via da una volante, ha inforcato spazzole e spugne e ha cominciato a ripulire. Bravo.

A giudicare dalla frequenza con cui azioni simili vengono compiute (l’episodio segue le proteste che nelle scorse settimane avevano colpito la Regione e la sede fiorentina del Ministero dell’Economia) farebbe bene a cercarsi un cantuccio sotto il palazzo, insieme ai barboni, per intervenire all’occorrenza. Il lavoro dei lavavetri, a quanto pare, sa praticarlo già. Ora, a dispetto dell’orticaria che il buon esempio sotto i riflettori mi ha sempre procurato, Nardella ha ragione. Come ha dichiarato poco dopo in conferenza stampa, “l’attacco all’arte, la cultura e la bellezza, che sono inermi davanti alla violenza e che nascono per il bene dell’umanità, non può mai giustificare la battaglia per una causa, anche la più condivisibile”. Parole confermate da una durissima dichiarazione del ministro Sangiuliano: “Lo scempio di Palazzo Vecchio è l’ennesima azione sconsiderata, puro vandalismo senza alcuna attenuante. Non si tratta di gesti dimostrativi senza danni, perché oltre ai notevoli costi di pulizia che ricadono sulla collettività, vanno considerate le conseguenze sul piano dell’immagine dell’Italia, intimamente legata al patrimonio culturale nazionale. Stiamo lavorando a un rafforzamento del sistema sanzionatorio soprattutto a norme che facciamo pagare ai responsabili i costi di pulizia e ripristino dei luoghi”. Come dare torto a entrambe? A quanto si apprende, per ripulire il tutto sono stati necessari, fanno sapere dal Comune, ben cinquemila litri d’acqua, che di questi tempi non è un bene né gratuito né abbondante.

Ma che dire del danno di immagine alla collettività derivato dall’esposizione durante la Milano Fashion Week dei Corridori di Ercolano, provenienti dal Museo Archeologico di Napoli? Poveretti, provavano a scappare, ma rimanevano ancorati alla base, fissi al suolo! La tutela del patrimonio culturale è cosa molto diversa dal suo abuso; e come definire, se non con questo termine, la traslazione fuori porta di opere così fragili, e così intimamente legate alla loro sede espositiva? Non si possono usare due pesi e due misure. Chi consente simili prestiti non è poi così diverso da cittadini indignati, come gli imbrattatori di Ultima Generazione. Entrambi abusano dell’arte, attirando l’attenzione sul loro gesto, e non su ciò che intendono promuovere o salvare.