Elena Bellantoni, Corpo Morto, 2020, performance, Tricase Porto, courtesy the artist.

Sta come torre ferma, che non crolla

Ultimo giorno per visitare i sei avamposti dell’arte in Puglia del progetto “Sta come Torre” con opere e interventi di Elena Bellantoni, Gabriella Ciancimino, Luca Coclite, Giuseppe De Mattia, Pamela Diamante, Luigi Presicce, Lucia Veronesi.

Sei avamposti dell’arte, in Puglia, ospitano sette artisti per creare un viaggio alla scoperta di un territorio unico. Un viaggio in Puglia, alla scoperta delle preziose meraviglie che questa regione offre al turista munito di buon senso e aperto anche alle manovre dell’arte contemporanea, può essere, in questi mesi, almeno fino al prossimo 30 agosto, occasione per seguire un itinerario che attraversa l’intero tacco della penisola italiana, da Tricase a Taranto, da Brindisi a Polignano a Mare, da Trani a Vieste. In ognuno di questi deliziosi luoghi dove è possibile tra l’altro gustare prodotti culinari dal sapore antico (l’impareggiabile burrata, i mussoli che nel barese sono chiamati “piedi di porco”, le modiole di Taranto, dette anche “cozze pelose”), Paolo Mele ha organizzato una sorprendente pausa all’insegna dell’arte, trasformando momentaneamente una ex Chiesa (l’auditorium San Giovanni a Vieste), uno chalet del XIX secolo (quello della villa comunale di Trani), un museo d’arte (il Museo Pascali), un monumento (il Monumento al Marinaio di Brindisi), un porto (il Porto Museo a Tricase) e un centro culturale indipendente (il Crac di Taranto) in momenti di azione e riflessione, mediante l’intervento di sette artisti – Elena Bellantoni, Gabriella Ciancimino, Luca Coclite e Giuseppe De Mattia, Pamela Diamante, Luigi Presicce, Lucia Veronesi – posti a guardia delle sei provincie pugliesi, quasi come dei primitivi avamposti aragonesi e quasi a scandire i punti cardinali di un percorso che ha la lunghezza di un sogno collettivo. Non si tratta infatti di sei esposizioni solitarie e disgiunte, piuttosto di un corpus unitario, di un itinerario che di volta in volta, pur avendo una sua identità determinata da nomi ben precisi (La torre trasmittentea Vieste con Presicce, Le origini, la terra, il marea Trani con Diamante, È successo il marea Polignano con Veronesi, Torri orizzontalia Brindisi con Coclite e De Mattia, Corpomortoa Tricase Porto con Bellantoni e Radio Fonte Centrale_Stazione Pugliaa Taranto con Ciancimino), apre piccoli sipari, scenari segreti accomunati da un progetto armonico il cui titolo generale, Sta come Torre, richiama alla memoria una terzina incatenata del V canto del Purgatorio dantesco («Vien dietro a me, e lascia dir le genti:/ Sta come torre ferma, che non crolla/ Già mai la cima per soffiar di venti») ripresa illo tempore dall’architetto Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Bartoli nel descrivere il progetto del mastodontico Monumento al Marinaio di Brindisi (se non ricordo male molto simile a quello di Laboe), inaugurato il 4 novembre 1933.

«La mostra Sta come Torre ruota attorno alla similitudine tra la figura dell’artista e quella della torre: così come la torre consente di poter accedere ad un punto di vista ottimale per scrutare l’orizzonte, così l’artista, attraverso la sua ricerca e le sue opere, permette di poter riflettere sui temi della contemporaneità, sulle minacce e le opportunità dei nostri tempi, sugli insegnamenti del passato e sulle tracce da lasciare al futuro», avvisa Paolo Mele nel suo testo introduttivo. «Ogni torre è presidiata da un artista e accoglie opere dalla torre precedente e successiva», si legge a qualche capoverso successivo. «Le torri così sono artisticamente e fattivamente connesse le une alle altre. Sei mostre in dialogo tra di loro in un’unica grande mostra: non una mostra itinerante, ma una mostra unitaria che è essa stessa un viaggio, un’esplorazione del lungo e straordinario paesaggio costiero pugliese» che vanta ben 865 chilometri di litorale.

Legate tutte a una residenza durante la quale l’artista è stato sollecitato dall’ospitalità dei luoghi e dal loro racconto silenzioso, le opere i gesti o le azioni scaturite nel palinsesto di questo progetto che Sta come Torre in dialogo con altre torri, sono parte di un tutto che si forma poco a poco e che evolve con la tappa successiva. Quella di Elena Bellantoni, ad esempio, è collegata alla precedente (di Luca Coclite a Brindisi) e alla successiva (di Gabriella Ciancimino a Taranto): e sposta il punto di vista dalla terraferma al mare, a una angolazione mobile, fluttuante, aperta a un’apertura che apre nuovi orizzonti da esplorare. Forse Bellantoni ha in questo caso pensato al naufragio (quello de la Meduse di Géricault o quello di Ulisse sull’isola dei Feaci dove incontra Nausicaa, figlia di Alcinoo), al fallimento, alla rovina. «Ho immaginato, per il mio nuovo lavoro “Corpo Morto”, di lavorare sul punto di vista dal mare disponendo la mia opera sul bordo dell’acqua visibile proprio dall’alto. Ho pensato di scegliere la prospettiva dal mare per “buttare” un ancoraggio, gettare l’ancora o un corpo morto implica sia uno sforzo fisico che simbolico ovvero quello del gettarsi», puntualizza Bellantoni in un testo esplicativo. «Buttare, lanciare… sono tutti sinonimi che sottolineano questa dimensione del coraggio di immergersi ed attraversare il mare. In questa tensione, in questo gioco-forza nasce Corpomorto. Riflettere sull’acqua significa anche specchiarsi, avere una visione di sé, guardarsi dentro. Il linguaggio viene simbolicamente gettato e affidato al mare che raccoglie il flusso dei pensieri che vengono a galla. Ho deciso di lavorare sul concetto di corpo morto – parola presa in prestito dal linguaggio marinaresco – producendo delle lettere galleggianti in polistirene espanso che diventano dei punti di ancoraggio per i corpi morti in cemento gettati in fondo al mare in una baia limitrofa al Porto di Tricase, con cui ho collaborato grazie all’impegno del Porto Museo». 

Da questa continua oscillazione (tensione) tra l’emerso (l’emergente) e l’immerso (il sommerso) di Elena Bellantoni, il viaggio continua, si carica di nuove simbologie e lascia trasparire chiara l’idea che la Regione Puglia, anziché piangersi addosso, investe realmente nella cultura, consapevole che se un turismo deve esserci o essere assecondato, questo si può alimentare attraverso un motore escursionistico sano, ben calibrato sulle proprie ricchezze e su qualche espediente di grande spessore culturale, che non guasta mai.

Sta come Torre
Fino al 30/08/2020
Elena Bellantoni, Gabriella Ciancimino, Luca Coclite, Giuseppe De Mattia, Pamela Diamante, Luigi Presicce, Lucia Veronesi
Auditorium San Giovanni (Vieste), Chalet villa comunale (Trani), Museo Pino Pascali (Polignano a Mare), Monumento al Marinaio (Brindisi), Porto Museo (Tricase), Crac – Centro Ricerca Arte Contemporanea (Taranto)
Indirizzo Via Vescovado (Vieste), Piazza Plebiscito 14 (Trani), Via Parco del Lauro 119 (Polignano a Mare), Via Duca degli Abruzzi (Brindisi), Lungomare Cristoforo Colombo / Banchina Ovest (Tricase), Corso Vittorio Emanuele II 17 (Taranto)