Riccardo Badalà, Paesaggio. 2019, olio su tavola per ‘La luce nelle notti bianche’, Bologna, Galleria B4

Riccardo Badalà: La luce nelle notti bianche

La Galleria B4 ospita, sino al 26 di giugno, la personale del pittore Riccardo Badalà, incentrata sulla scoperta dell’invisibile. A cura di Lodovico Pignatti Morano e con testi critici di Evita Andújar, Paolo Giansiracusa e Stefano Foglia, la mostra ripercorre un ampio arco temporale della carriera del pittore catanese.

Riccardo Badalà presenta ‘La luce nelle notti bianche’ a Bologna, nei suggestivi spazi della Galleria B4 e attraverso una sì evocativa nomenclatura, apre ad un racconto che trova nel riscontro con la realtà non la sua traduzione formale, bensì qualcosa d’altro, una traslazione materica di racconti che giungono dall’inconscio, dalla dimensione onirica e filiazione di quel percorso di studi dell’artista attivo nelle trame dell’Estetica e della Psicologia dell’Arte. La personale bolognese, curata da Lodovico Pignatti Morano e con testi critici di Evita Andújar, Paolo Giansiracusa e Stefano Foglia è una sorta di epitome che propone al pubblico una visione senza limiti, né temporali né concettuali.

“La pittura di Badalà è affascinante, la sua apparente semplicità nasconde profonde verità. A prima vista si mostrano come opere gestuali cromaticamente armoniche, ma appena ci si sofferma di più si sente la bellezza e la passione che avvolge ogni pennellata.” Scrive Evita Andújar nel primo testo in catalogo, svelando sin da subito il compito che spetterà ad ogni visitatore: scoprire, ben oltre la superficie e l’impasto materico, cosa l’artista intende svelare, cosa vividamente si cela sotto la vibrante azione pittorica. Chi sono le figure evocate da Riccardo Badalà?

Riccardo Badalà, La folla parte 1, olio su tavola, 2018, courtesy Galleria B4

L’artista catanese, ormai bolognese d’adozione, agisce mediante una volontà gestuale che implica il catturare ontologico di una visione altera, intensa nella sua dinamica segnica, il cui tourbillon formale, tendente alla sintesi evanescente della figurazione, genera a sua volta una molteplice ed extrasensoriale affezione sinestetica. Non più importa di riconoscere chi o cosa è soggetto prescelto da Badalà, la ‘luce’ che giunge nel ‘buio’ delle nivee notti di dostoevskijana memoria, s’appigliano tanto alla memoria estetica collettiva, tanto all’immaginario pittorico che si allinea – o l’incontrario – rispetto alle tracce dell’osservazione interiore, legata alla psiche, alla visione non solo formale, quanto, piuttosto, immaginifica.

È così che, le opere che accolgono nelle sale della B4, opere ad olio dalle quali emerge nello spazio mondano la forza della materia, quasi fosse sostanza di un altrimenti invisibile, si legge, dipinto dopo dipinto ciò che Evita Andújar definisce come “rifiuto dell’ideale di bellezza platonico”. Un concetto che, invero, si lega a quanto scrive a proposito della ricerca di Riccardo Badalà, Paolo Giansiracusa; in catalogo  si legge: “L’artista non dipinge mai ciò che vede, ma dà colore e vita a ciò che sente. […] Quello che l’artista subisce sempre una metamorfosi, un mutamento imprevedibile. […] La visione obiettiva, prima di posarsi sul supporto iconografico, lievita, sale mischiandosi alle nuvole, confondendosi alle porzioni di un cielo ideale. La visione scende negli abissi del creato, si confonde con fango, con la terra, si impasta, si sporca e poi rifiorisce con forme insospettabili che non hanno ricordo alcuno della linfa da cui hanno nutrimento. […] Riccardo Badalà toglie dunque all’Arte il servizio meccanico del doversi spiegare e le conferisce le ali per volare.”

Di tale emersione, di tale azione catartica, le opere di Riccardo Badalà suggeriscono una luminosità inaspettata, stupefacente. È Stefano Foglia a scrivere di quanto nelle grandi opere dell’artista vi sia “qualcosa che pulsa di vita e lotta per emergere con forza dalla tela. È lì immerso nel profondo oblio del torpore, nella statica oscurità del bianco che standardizza ogni emozione dell’essere.” Osservando le grandi opere che abiteranno il niveo spazio della Galleria B4, si comprenderanno in maniera del tutto peculiare quanto gli “squarci di colore che rompono la monotonia della routine quotidiana, dell’apparente serenità del bianco, della statica ragnatela permeata di totale oscurità” e che Foglia definisce come “il grande inganno contemporaneo” che ci aggroviglia ed intrappola, diventino per Badalà “attimi di resistenza sintetizzati in schizzi di vitalità.”

Riccardo Badalà, Interprete dispari 3, olio su tavola, 2006, courtesy Galleria B4

Tra dimensione onirica e realtà mondana, Riccardo Badalà e ‘La luce nelle notti bianche’, le opere in mostra, sostano non per imprigionare qualcosa di ignoto quanto, piuttosto, per liberare quelle istanze che si cibano di buio e che nella luce di nuova epifania stabiliscono nuovi codici esistenziali.

RICCARDO BADALÀ
La luce nelle notti bianche
Bologna, Galleria B4
Via Vinazzetti 4\B, mar – sab 17-20 o su appuntamento, ingresso libero, catalogo in galleria
3 – 26 giugno 2021

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.

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