Pot-Pourri | 10 anni della Galleria B4 di Bologna

Sono trascorsi 10 anni da quando Giorgio Celli, insieme con Lodovico Pignatti Morano e Federica Rotelli, decisero di dar vita ad un sogno: la Galleria B4 di Bologna che fino all’8 gennaio ricorda la sua storia con la mostra Pot-Pourri.

Aprire una nuova galleria d’arte, oggi, in tempi di evidente crisi culturale, soprattutto nel nostro Paese, può costituire l’equivalente di una sfida, in realtà, vuole essere qualcosa di simile a un auspicio, un gesto di speranza in una futura ripresa della creatività, e della funzione estetica, vanto della poesia quanto della pittura.

Era il 2011 quando Giorgio Celli, affrontando lo status della situazione che si era prospettata dopo la crisi del 2008, di cui l’Italia ha sentito per anni le conseguenze, e osservando il panorama offerto all’epoca dalla drammaticità del concetto di cultura e di arte che giungeva dalla politica e dalle istituzioni, immaginava, ugualmente, di sfidare quella che, apparentemente, era solo una nicchia per pochi fortunati eletti o del mestiere da sempre.

Fu così che immaginò di creare un polo culturale nello storico quartiere universitario di San Vitale, nel centro di Bologna, non lontano dal suo studio e dal Fantomas, leggendario luogo di incontro, insomma, una nuova piccola mappa destinata ad essere fonte di rinnovato respiro.

La nostra galleria non vuole essere rappresentativa di una corrente, o di una tendenza, non mira a divenire il tempio dell’astratto o del figurativo, punta sulla qualità, su quello che resterà sempre, per dirla in termini semplici, la “buona pittura”. Le avanguardie del secolo appena passato erano l’espressione di gruppo, dagli espressionisti ai surrealisti, dall’informale alla pop-art. Noi crediamo invece al ritorno dell’artista solitario, dell’artigiano mistico e visionario, che produce in solitudine nel suo atelier, interpretando le emozioni di noi tutti.  Una ipotesi “romantica”. Perché no?

Un desiderio certamente nobile, che voleva offrire uno spazio ai timidi, ai bravi ma non ancora famosi, fatto che, naturalmente, spinse le istituzioni a snobbare la nuova Galleria B4 che accolse, invece, il favore di molti intellettuali. I primi sei mesi di attività della galleria coincisero, purtroppo, con gli ultimi mesi di vita del Professor Celli che, nonstante tutto, fortemente volle che la sua eredità e quella dei suoi compagni di avventura, non andasse perduta.

La Galleria B4, perciò, ha continuato la propria ricerca e la propria attività, affidata agli altri due cofondatori. Proprio Lodovico Pignatti Morano racconta come è nata l’ultima mostra in corso, Pot Pourri:

Per i 10 anni della Galleria B4 volevo anzitutto dedicare una mostra a Giorgio Celli. Senza di lui questo progetto non sarebbe mai partito, tanto meno decollato. Sono passati 10 anni, abbiamo lavorato, spero bene, ci siamo anche divertiti e abbiamo avuto tante soddisfazioni. La strada che abbiamo preso, credo sia quella giusta, ma è ancora lunga e ogni tanto in salita. Vorrei ringraziare tutti gli artisti e gli amici della galleria che ci hanno aiutato a crescere e mi hanno dato la forza di andare avanti. Abbiamo intitolato questa mostra “Pot-pourri”, in quanto non ha una linea ben definita dato che spazia dalla pittura alla fotografia passando per il mosaico e la scultura.

Stefano Aspiranti, Alessandro Liotta, Guy Lydster, Lodovico Pignatti Morano, Stefano Questorio, Luca Theodoli, P.H. Wert sono gli artisti chiamati a mixare nel ‘pot pourri’ i loro linguaggi, le loro visioni, i loro media così da creare una sorta di ‘pubblicazione antologica’ nello stile di Giorgio Celli ma affidata ad opere d’arte.

La mostra si sviluppa nelle due sale sino al giardino di corte, delineando un percorso che si inserisce nelle peculiare architettura della B4 e si snoda come pagine di un racconto decennale affrontato oggi, alla luce di due anni davvero complessi che hanno ispirato gli artisti nella propria sperimentazione.

Pot Pourri, invero, come il titolo stesso suggerisce, è la volontà di decifrare la simultaneità della progressione eterogenea di tracce che, generate nell’oggi, hanno la capacità di tendere un filo verso un passato altro e non sempre riconoscibile ma riconducibile, invece, verso una tensione che fa dell’abbattimento del limite il proprio quid.

In tal modo, come si evince dalle opere fotografiche di Aspirante, Questorio o dello stesso Pignatti Morano, ciò che vediamo è molto spesso frutto di una visione che prescinde il dato oggettivo, tuffandosi, anche inconsciamente, nel dato percettivo, in cui, però, la materia assume un ruolo attoriale primario e dal cui intreccio nasce una narrazione ex post.

Stesso dicasi per le opere pittoriche di P.H. Wert e di Liotta, i cui meccanismi su tela o figurazioni su tavola restituscono un vocabolario duplice ma di impatto straordinario, tali da rimandare a radici ben più profonde di quanto affiorato in superficie e nel cui indagare sosta qualcosa capace di sovvertire la sospensione pittorica generando tracce di invisibilità altrimenti perdute; una invisibilità cui viene resa tangibile presenza, invece, dalle opere metalliche di Theodoli o dalla scultura di Guy Lydster, la cui relazione con lo spazio della Galleria B4 e la compresenza degli altri artisti dà origine ad una sorta di nuovo big bang artistico e linguistico, quel pot pourri che Lodovico Pignatti Morano aveva immaginato già con Giorgio Celli 10 anni fa e che, oggi, trova sostanza nel ‘disordine’ creativo, nel punto d’unione di culture e generazioni differenti, in opere che si guardano e dialogano dalle loro rispettive distanze e che, ciononostante, creano una relazione inaspettata e sorprendente.

Giorgio Celli, courtesy B4

La Galleria B4, che si appresta ad accogliere il 2022 nell’ambito dei progetti di ArtCity, il programma culturale ed artistico che abbraccia la città felsinea in occasione di ArteFiera Bologna, con una duplice personale di videoarte e fotografia, continua ad essere un punto di riferimento indipendente, guardando ben oltre la cortina di rossi mattoni del centro storico bolognese ed oltre le sovrastrutture da manuale, proprio come avrebbe voluto Giorgio Celli.


Pot Pourri
Bologna, Galleria B4 Via Vinazzetti 4\b
27 novembre 2021 – 8 gennaio 2022

Ingresso con green pass, mar – sab 17.00 – 20.00 o su appuntamento info@galleriab4.it

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.