Martedì 20 giugno la rituale conferenza stampa e l’opening delle 18 hanno celebrato l’avvento del Solo Phygital Show “The Contact, un ponte tra fisico e digitale” dell’artista performativo Matteo Mandelli, alias You, sotto la curatela dei giovani ed esperti Alisia Viola e Tommaso Venco. Un evento promosso da Point Break e Tokenable e prodotto da The Crypto Gallery e T/ V. La mostra è stata allestita presso Alveare Culturale, all’interno della Fabbrica del Vapore, uno dei nuovi spazi espositivi e di networking dell’ex complesso industriale.
A primo impatto, le opere di You, che vanta esposizioni a Hong Kong e al Decentral Art Pavilion durante la Biennale di Venezia del 2022, fanno pensare si tratti della ormai consueta proiezione di lavori digitali su monitor elettronici. In realtà, il suo lavoro e il concetto personale di Phygital Art vanno oltre. Lo schermo diventa la vera e propria tela su cui l’artista dà concretezza alla propria creatività intervenendo con un taglio netto. Quella stessa lacerazione o alterazione della materia che ha reso celebri Fontana e Burri compare adesso in una modalità differente. Al momento del contatto tra lama e display e la conseguente rottura dei cristalli liquidi, si generano nuovi colori, in continua evoluzione, che saranno i protagonisti delle opere.
“Il lavoro di Matteo va verso l’infinito. Attraverso questi squarci, che vediamo non più sulla tela ma su un supporto estremamente tecnologico come il led di un monitor, l’artista ci invita ad andare sempre oltre. Ma oltre dove? L’invito è quello di oltrepassare lo schermo che tutti noi abbiamo continuamente tra le nostre mani e di cui non possiamo fare a meno”. Lo ha affermato la curatrice Alisia Viola durante la conferenza stampa. Emblematica è, per l’appunto, la frase posta su una delle pareti della location: “Go Beyond that F***ing Screen”.

Si aprono così nuovi orizzonti e nuove forme di lettura. L’opera ha vita propria e cambierà nel corso del tempo, così come il proprietario, e sarà destinata a spegnersi definitivamente. I lavori portano con sé i corrispettivi NFT quali immagini del primo contatto tra l’artista e lo schermo. Quando quest’ultimo smetterà di funzionare, i token non fungibili saranno l’unica testimonianza dell’opera, in quanto ne permetteranno la conservazione e l’eterna fruizione. Gli NFT sono stati già mintati e listati in ETH sul noto marketplace OpenSea.
La Phygital Art, microcorrente sempre più accreditata dell’arte digitale, ha assunto ormai diverse forme. Il focus, dunque, non è, in questo caso, sulla perfetta corrispondenza dell’opera fisica con quella digitale, ma sulla manifattura di un contenuto digitale su un supporto tecnologico attraverso uno strumento tradizionale. Pertanto, la mostra si propone come manifesto dell’avanguardia, finora poco conosciuta al grande pubblico. La ricerca dell’artista, sulla scia dadaista del ready-made, prevede anche il recupero di dispositivi o apparecchi inutilizzati perché ormai superati da nuove versioni di ultimissima generazione. I telefoni cellulari diventano così, attraverso il taglio identificativo di You, prodotti artistici della sua esclusiva collezione.
Ma non finisce qui. Al termine del percorso espositivo vi è un’ultima sala in cui il pubblico è chiamato a interagire direttamente con l’opera creando un’esperienza partecipativa. Si tratta dell’installazione site specific realizzata a quattro mani da Mandelli con Adriano Lombardo, co-founder del progetto Crypto Madonne, grazie anche all’ausilio di Holy Club. Lo spettatore dovrà indossare un casco capace di captare le onde cerebrali e che permetterà di co-creare un’opera sulla base delle emozioni percepite da chi lo indossa. Una sperimentazione in cui arte, tecnologia e neuroscienza si uniscono costituendo un’esperienza inedita ed emozionale
In occasione proprio dell’inaugurazione di martedì 20 giugno Matteo Mandelli ha dato vita, durante una performance, a un lavoro inedito, che verrà poi esposto assieme agli altri fino al termine della mostra il prossimo 6 luglio.
L’arte digitale conquista, dunque, una vetrina importante in una sede nella quale in passato sono state allestite esposizioni temporanee di colossi dell’arte tradizionale, da Magritte a Warhol. L’occasione costituisce un’opportunità di approfondimento sulle prospettive della nuova corrente in un tour completo tra le differenti proposte suggerite dal programma della Fabbrica del Vapore.
