Pablo Atchugarry, il risveglio della Natura. Fotografici Aurelio Amendola e Daniele Cortese

Pablo Atchugarry a Lucca, il Risveglio della Natura

Dal 4 giugno al 4 settembre 2022, a Lucca, è visibile gratuitamente la mostra “Il Risveglio della Natura” di Pablo Atchugarry.

Il curatore è GianGuido Grassi che sottolinea l’invito alla pace universale che l’artista uruguaiano ha voluto dare tramite il suo ulivo nella Piazza San Michele. Una pace tra uomo e natura e tra uomo e uomo, simboleggiata dalla stessa pianta che Atena donò alla città di Atene, quando le fu dedicata. L’olivo fu posizionato in cima all’acropoli, simbolo di pace per gli ateniesi. L’esposizione si compone di 45 grandi sculture monumentali diffuse nella città. È stato deciso di collocarle all’interno della cerchia muraria cinquecentesca, nelle vie del centro, nei sagrati delle chiese più importanti della città e all’interno di due sedi espositive al chiuso. I marmi dell’artista appaiono leggeri e sinuosi, colti ogni qualvolta si osservano in una danza sensuale e sempre differente, che adesso si pone in dialogo con la tradizione culturale, storica e artistica della Toscana di origini pre romaniche. Anche le sculture più grandi e monumentali abbandonano la pesantezza per diventare pura armonia in movimento. Si vede chiaramente l’influenza dell’italiano Gigi Guadagnucci che come spesso accade in Italia è poco noto nonostante la sua eccelsa qualità nella lavorazione del marmo e che Atchugarry incontrò nel laboratorio di Carrara appena arrivato in Italia. 

L’artista uruguayano lavora personalmente marmi di altissimo pregio come il nero del Belgio, il marmo bianco di Carrara, l’onice rosa e gioca con vernici rosse, blu e oro molto intense, stese sui suoi bronzi. Alcune sculture appaiono simili a delle alghe marine che sul fondo del mare vengono mosse dalle correnti. Esse, leggere e sinuose, assecondano la forza dell’acqua generando una danza quasi ipnotica. Le opere di Atchugarry in realtà sono molto solide e pesanti, ma vista la minuziosa lavorazione e la volontà di togliere materia, appaiono a tratti quasi aeree. Alcune forme sfiorano l’onirico, sembrano liberarsi verso il cielo, soprattutto se accostate all’antico, per esempio quando lavora il legno o i tronchi degli ulivi secolari. 

Pablo Atchugarry per quanto riguarda il suo intenso rapporto con la materia in un’intervista del 2006, spiegava: “Sono tanti i segreti. Una volta avevo scritto che il marmo ha una voce sottile e delicata, però se noi siamo attenti e abbiamo la pazienza di ascoltarla, essa ci racconta diversi segreti che potrebbero essere dei suggerimenti su come lavorarlo, o fino dove poter arrivare e quali sono i suoi limiti… Quindi in questa lettura, uno ha il compito veramente di ascoltare, per sapere che parte di superficie sceglierà, se veramente potrà togliere o lasciare, prima di poterlo fare concretamente. Quindi questi segreti significano entrare veramente nell’interiorità della materia ed è allora, che si respira, quasi all’unisono, con il ritmo segnato dal marmo. Quindi questo è un universo”.