Il periodo di isolamento che ha segnato i momenti più critici dell’emergenza COVID ha di certo lasciato traccia nel nostro modo di vivere e intendere le relazioni. Quei mesi in una certa misura hanno cambiato il nostro modo di organizzarci, lavorare, comunicare. Tra i vari cambiamenti intervenuti sulla nostra sensibilità, c’è stato forse quello del maggiore attaccamento alla privacy, allo stare soli per stare meglio insieme, alla più forte necessità di un rapporto equilibrato tra lavoro e vita affettiva.
Ripensando a quei giorni però, forse per effetto dei ricordi, torna alla mente anche un travagliato fermento, recondito nell’immobilità generale. Nel chiuso delle nostre dimore, il dibattersi di ciascuno di noi per cercare di dare continuità alla nostra vita attiva alla luce della nuova situazione, ha prodotto idee, progetti, lavori da cominciare.
É proprio in questo clima che nel 2020 viene promossa dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna l’iniziativa Nuovo Forno del Pane con il proposito di sostenere gli artisti durante l’emergenza offrendo loro uno spazio di ricerca e produzione.
Lo scorso anno il MAMbo ha voluto collegare il filo rosso della sua attività proprio a quei giorni grazie al progetto di residenza per artisti Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition. La nuova esperienza, promossa dal museo, è nata con il proposito di farne un appuntamento da ripetere anno dopo anno.
Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition ha avuto luogo su iniziativa della Città metropolitana di Bologna, del Comune di Bologna, e fortemente voluto da Elena Di Gioia.
La più recente edizione del progetto è partita la scorsa primavera, ed è stata uno degli avvenimenti culturali bolognesi conclusi nel periodo estivo che occorre ricordare.
Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition di quest’anno è stata a cura di Lorenzo Balbi, Caterina Molteni e Sabrina Samorì. Il programma di residenza ha coinvolto oltre ai sei artisti selezionati, anche i Distretti Culturali della Città metropolitana. Da metà primavera fino allo scorso luglio, dunque, gli artisti ospitati hanno operato proponendo incontri, laboratori e momenti di confronto aperti al pubblico.
Ciascun autore, destinato a una precisa struttura del distretto in base alla specificità della propria ricerca artistica, ha sviluppato un progetto “ad hoc” in linea con il percorso seguito fino a quel momento.
Fra i temi affrontati dagli artisti al lavoro ricordiamo quello della percezione del tempo, e la volontà di viverlo al di fuori dalle consuetudini, monitorandone gli effetti sulla pittura. Un’altra linea di ricerca ci presenta l’indagine sul rapporto tra opera e ambiente nell’incontro fra paesaggio e architettura, oppure fra scultura, architettura e immagine fotografica.
Osserviamo ancora: un’indagine sulle tradizioni del mondo rurale inserita in una linea di ricerca volta a studiare l’influenza degli elementi culturali all’interno del paesaggio.
Tra i lavori svolti, troviamo ancora, la realizzazione di una fontana vivente dentro un campo sportivo. Ciò grazie a una performance pubblica pensata a partire da una ricognizione sul mondo dello sport e del wellness. Un altro percorso di ricerca si focalizza su proiezioni e immagini in movimento che trovano nel buio il principio del loro esistere. Tale oscurità è associata alla scoperta di profondità inesplorate, selvagge, ferine che richiamano anche aspetti del mondo interiore. L’ultimo tema è quello dei rapporti umani e dell’organizzazione collettiva nel loro essere la base per la costruzione di strutture sociali complesse.
Con questa iniziativa il MAMbo ha continuato come nel passato impegnarsi nella riflessione sul ruolo dei musei, incrociando le novità di respiro internazionale con la realtà e le necessità territoriali. In questo caso l’istituzione si è fatta promotrice di una connessione fra tutti gli spazi culturali dell’area bolognese.