Gianni Dessì, Giulia Apice e Pier Paolo Perilli.
Da quando ho iniziato a coltivare il mio percorso curatoriale, ho maturato sempre più fermamente il pensiero che una mostra d’arte non abbia la necessità d’esser figlia di ragionamenti perifrastici e astrusi, quanto essere franca conseguenza della ricerca dell’artista e dell’urgenza di un luogo e del tempo contemporaneo. L’esporre compie la sua manifestazione più sentita e riuscita, nel momento in cui si percepisce una rivelazione del quotidiano vissuto dell’atelier dell’artista che abita uno spazio fraterno e che ne riscopre e racconta la densità storica e la significazione intrinseche del suo percorso; da qui trae, per natura, la sua stessa forza.
Per la complessa stratificazione che accoglie la mostra allestita alla SUarte Gallery, si pensi solo che è creatura discendente da un lunghissimo cammino artistico, iniziato più di vent’anni fa nello studio di Gianni Dessì, le cui prime mostre personali, a seguito della formazione con Toti Scialoja, risalgono agli anni Ottanta, quando – tra le altre esperienze – espone alla Galleria Ugo Ferranti di Roma e alla Galleria Yvon Lambert di Parigi, e nel 1981, con Bruno Ceccobelli e con Giuseppe Gallo, prende parte ad alcune importanti collettive all’estero. Poi segue la partecipazione alla mostra Ateliers curata da Achille Bonito Oliva, alla Biennale di Venezia (1984, 1986 e 1993) e alla Quadriennale di Roma (1986 e 1996). Una rievocazione di memoria fittissima che giunge fino a FESTA, esposizione presso lo studio storico, in via Giuseppe Arimondi, 3, (Roma).
L’apertura di FESTA segna, dunque, una data speciale, quella del 19 gennaio 2024, in cui afferma: “Lascio un luogo, un0 studio che mi ha visto attivo per più di vent’anni. Ho scelto di concentrare tutto ad Amelia…qui a Roma faccio festa: A Giulia Apice e a Pier Paolo Perilli la consegna di animarla con i loro lavori all’insegna dell’impegno all’arte”. Con queste parole, Gianni Dessì si rivolge agli artisti Giulia Apice e Pier Paolo Perilli, mentre le pareti dell’Atelier sono chiaro specchio fertile di quanto esplicitato, attraverso il susseguirsi delle opere dei due artisti in relazione con le tracce lasciate da Gianni Dessì come propagazione delle sue stesse opere create nel corso degli anni.
Gianni Dessì, Giulia Apice e Pier Paolo Perilli
SUarte Gallery, Roma 2024, ph. Pietro Dessì
(in foto: installazione video di Pier Paolo Perilli)
Tecnica mista su lenzuolo, cm 134×82
Uno, due e tre! si dichiara continuum e culmine ideale della consegna delle chiavi del percorso artistico intragenerazionale, in cui la pittura riveste il ruolo madre di fiato giornaliero, come evidenza immaginifica e tattile di un “rincorrersi per riconoscersi”, è “corpo vivo”.
In dialogo con Gianni Dessì, Giulia Apice e Pier Paolo Perilli.
L.C. Non si può sconfessare l’arte come modus peripatetico della conoscenza quotidiana di se stessi e del fenomenico. Si può parlare di quell’autenticità adorniana che vede «il carattere duplice dell’arte, come autonoma e come “fatto sociale”» (T. W. Adorno, Teoria estetica, Einaudi, Torino 1975, p. 105), e della res che, come precipitato, è generata da una condizione, senza mai esser volta a una finalità determinata…
G.D. Conosco solo questo modo di fare…a testimonianza di un pensiero dell’arte che, paradossalmente, trova il suo annullamento, cercando la con-fusione nell’esistere.
Mi piace l’alta-tensione.
P.P.P. Io faccio l’artista come il cane fa il cane.
Poi c’è qualcuno che dice che il cane assomiglia al padrone ma quella è una cosa da uomini.
G.A. Non a caso, la scultura al centro della mostra rappresenta un cane, il più fedele compagno dell’uomo.
Noi ci facciamo portavoce della fedeltà all’arte, di una missione autentica e originaria, sia autonoma che come fatto sociale.
L.C. Concordo, riportando, in aggiunta, quanto il raziocinio umano crei insensati conformismi, negletti nella dispersione di affermazioni continuative e vuote di contenuto di senso fedele all’arte, quanto la sua stessa esistenza. Un senso, tuttavia, affermato unicamente dall'”alta-tensione”, nel suo dualismo primigenio, dettato dal precipitato.
Tecnica mista su lenzuolo, cm 150×120
Tecnica mista su lenzuolo, cm 120×100
Uno, due e tre!
GIANNI DESSI’, GIULIA APICE, PIER PAOLO PERILLI
29 maggio – 2 giugno 2024
SUarte Gallery – Via del Pozzetto, 118 – 00187 Roma
da martedì a sabato dalle 16:00 alle 19:00
Tel. Info: 3392362255
E-mail: ch.castria@gmail.com