L’ottava edizione della Venice Glass Week ha recentemente aperto al pubblico. Questo festival, che mira a promuovere una tradizione che è cambiata rapidamente negli ultimi decenni, consiste in un circuito di mostre, interventi, conferenze, forni aperti e laboratori che mettono in mostra le più sofisticate tecniche veneziane di lavorazione del vetro, celebri per la finezza e la qualità delle creazioni. Supportato da alcune delle più importanti istituzioni cittadine che promuovono questo lavoro artistico, la manifestazione è riuscita a incoraggiare l’eccellenza, l’innovazione e la rivalutazione dell’artigianato, dando continuità agli sforzi per celebrare e riattivare questa eredità culturale.
A Murano, epicentro lagunare di quest’arte, nell’ambito del programma ufficiale viene presentata la mostra Fratelli Toso 170th | 1854-2024 presso la storica e importante vetreria Fratelli Toso. Questo luogo, fondato nel 1854 dai fratelli della famiglia Toso Cangioro, è stato dedicato alla produzione di vetro artistico nei secoli XIX e XX, diventando una delle più importanti e rispettate manifatture della tradizione veneziana.
La famiglia Toso ha contribuito in modo determinante alla conservazione e allo sviluppo delle tradizionali tecniche vetrarie di Murano, come il mosaico e la filigrana, ma ha anche innovato nuovi design e metodi che hanno influenzato l’arte vetraria in tutto il mondo. Il nome “Fratelli Toso” è associato a pezzi eccezionali che combinano l’artigianato tradizionale con il modernismo del loro tempo. Lo stile della vetreria era caratterizzato dalla sperimentazione di colori vivaci e tecniche proprie, che permettevano loro di adattarsi alle tendenze artistiche dell’epoca, come l’Art Nouveau e l’Art Déco.
La fabbrica chiuse i battenti negli anni Ottanta, ma le sue opere sono ancora molto apprezzate dai collezionisti e dagli amanti del vetro di Murano. Oggi, sotto la direzione di Caterina Toso, ultima discendente diretta della famiglia, il luogo è stato trasformato in uno spazio espositivo che utilizza i linguaggi dell’arte contemporanea che permeano la città. Ospita i pezzi più famosi realizzati in collaborazione con importanti designer e artigiani, che vanno da vetrate artistiche, oggetti decorativi e di uso quotidiano a oggetti che sono stati esposti in piattaforme artistiche legate a Venezia come La Biennale del 62′.
A cura di Caterina, e per celebrare il 170° anniversario della fondazione del locale, viene allestita una retrospettiva a due spazi. Il primo, Casa Rossana, in onore all’unica e ultima direttrice artistica dell’azienda di famiglia, nota per la sperimentazione degli stili minimalisti degli anni Settanta, si presenta dall’esterno come una tipica e semplice casa muranese. Entrando, però, un mondo di estetica massimalista e retrò si espande su due piani accoglienti, dove troviamo alcuni esempi che mettono in luce le tecniche perfezionate dalla famiglia, come bicchieri e calici realizzati in diversi tipi di murrine, vetri colorati Nerox e che includono materiali come l’argento, pezzi rivoluzionari per l’epoca.
In cima alle scale è ospitato il lavoro frutto della collaborazione con tre artiste invitate a creare un dialogo con l’ambiente e la storia del luogo. Da un lato, Elena Trevisan e Laura Sattin presentano una serie di specchi che amplificano e riflettono lo spirito creativo dello spazio e di manifattura Barbini Specchi Veneziani, storica azienda familiare specializzata nella produzione e nell’incisione di specchi con tecniche muranesi. Dall’altra Gloria Zaccariello, illustratrice veneziana, presenta una serie di acquerelli che evocano i colori e gli effetti del vetro Shikishi, carta di riso dorata proveniente dal Giappone, che performa anche un’opera su una parete di Casa Rossana durante i giorni della mostra, attingendo alle influenze acquisite durante un soggiorno in Giappone.
Il secondo spazio, l’ex fornace, presenta una serie di pezzi iconici ispirati alle feste veneziane come il Rendentore o San Nicolo, insieme ai pezzi più rari prodotti dalla famiglia: le millerighe, note per la difficoltà tecnica della loro produzione. Qui gli oggetti sospesi, in un’atmosfera industriale e allo stesso tempo museale, completano una mostra che, più che una celebrazione, è il risultato di una trasformazione. Qui vengono incorporate le maestranze perse – il che rende impossibile la riproduzione dei pezzi – e i dettagli nostalgici come il gesso che disegna le didascalie in modo organico, che lungi dall’adeguare la tradizione ai più diffusi linguaggi curatoriali hanno trovato una negoziazione visiva che mantiene viva la memoria e il patrimonio storico di questo luogo e stabilisce una nuova sperimentazione radicale.
FRATELLI TOSO 170th | 1854-2024
Vetreria artistica Fratelli Toso
10.09.2024 — 29.10.2024