Tra le strade tinte d’azzurro, nel segno dell’entusiasmo di un popolo in festa per il tanto atteso trionfo calcistico, fiorisce il primo solo show di Giorgio Milano dall’intrigante titolo PetraFicta, a cura di Massimiliano Bastardo.
La mostra, in collaborazione con Galleria Acappella, è stata inaugurata lo scorso 5 maggio in via Tasso al 480 Site Specific. Sarà visitabile fino ai primi giorni del prossimo giugno. Le dieci opere esposte all’interno dello spazio rappresentano un enigma da risolvere. Linee e forme geometriche ma anche di pensieri, che nascondono una ricercatezza profonda e sedimentata e si insinuano nei colori e nelle forme, nel tempo e nello spazio.
L’artista italo canadese, con base a Napoli, ha studiato come autodidatta tutte le principali forme d’arte visiva, concentrando di seguito la sua produzione sulla pittura. Una costante dei suoi lavori è il monolite che, dato il riferimento a Virgilio e al suo magico uovo, va definito “ovolite”. È un motivo ricorrente della ricerca di Giorgio Milano, iniziato negli anni della pandemia da covid-19, momento in cui ha fondato assieme al 3D artist napoletano Raffaele Grande il duo artistico Ovolith01, un programma di visual e digital art. Ovolith01 intende sviluppare le sue poetiche attraverso la fruizione di media differenti, partendo dalla pittura e dal disegno tradizionali, smaterializzandosi per poi ricomporsi ancora in forma scultorea in un ciclo senza fine. Si tratta di un’entità astratta direttamente connessa in maniera imprescindibile a due esseri organici ben specifici, senza i quali cesserebbe di esistere poiché si alimenta delle loro emozioni, pensieri ed esperienze.
Grande, trasferitosi a Londra nel 2010, ha avuto l’opportunità di lavorare come 3D artist in film internazionali, per aziende come Technicolor, ma anche nella pubblicità e nel mondo dei videogiochi. Il duo artistico è già balzato agli occhi degli esperti di arte digitale per la prima mostra “Novus Ordo Seclorum”, tenutasi presso l’Arsenale di Napoli, a Palazzo Fondi in via Medina, dal 27 ottobre al 17 dicembre dello scorso anno e curata da Marco Izzolino. Si è trattato di un’esperienza immersiva in tre atti, accompagnata da una serie di itinerari nella città sotterranea e negli ipogei ellenistici di vico Traetta e il walking tour Metro Art Sottosopra. Percorsi culturali che offrono un nuovo modo di esperire una mostra di arte contemporanea e un punto di vista alternativo sulla relazione tra il poeta latino Virgilio e la città partenopea. Opportunità espositive create grazie alla collaborazione con ANM-Metro Art, Laes Napoli Sotterranea e Celanapoli.
Il progetto, unendo pratica pittorica e alta tecnologia, ha inteso approcciare all’arte in maniera innovativa e dare al fruitore la possibilità di entrare in un’opera per vedere cosa si cela oltre la superficie della tela. “Novus Ordo Seclorum” raffigura una piramide tronca all’interno della quale è inserito una sorta di menhir fluttuante e sulla cui cuspide è raffigurato un piccolo globo giallo e un’aureola luminosa, mentre alla base è presente una linea gialla. La tela, dipinta a mano in modo tradizionale, è stata poi completamente ricostruita in 3D per ricreare un proprio gemello digitale. In occasione della mostra è stata prodotta un’installazione digitale formata da tre video, un trittico, una scultura digitale e una serie di stampe e tavole disegnate a mano come spiegazione della ricerca.
Da questa articolata esperienza sono nati i lavori pittorici di Giorgio Milano esposti nella mostra personale in corso a Napoli, comunque derivati dalla sperimentazione digitale. E fa pensare anche il titolo “PetraFicta”, ovvero “roccia finta”. La pittura è una finzione materiale, mentre l’opera digitale è una finzione immateriale. La roccia è finta, ma viene studiata e analizzata nelle sue valenze fisiche, di una fisica che non possiede, in quanto eterea. La pittura di Milano è una metafisica del metaverso.
Ma l’onda evolutiva della CryptoArt napoletana non si ferma qui. Il Pan sarà nei prossimi mesi quartier generale dell’iniziativa “Napoli Contemporanea 2023”, diventando Museo dell’Immagine. Nelle sue sale si alterneranno mostre dedicate alla fotografia, all’arte digitale e alle nuove tecnologie. Da settembre, però, il Palazzo delle Arti di Napoli sarà chiuso per restauro e si trasferirà nel metaverso, grazie a una collaborazione con il Meet – Digital Culture Centre di Milano.