Foto Luca Guadagnini / Lineematiche

Museion riapre con due nuove mostre

Il museo di Bolzano riapre al pubblico con la personale dell’artista tedesca Karin Sander e con la mostra del progetto indipendente Butch-ennial Contemporary Art Group.

Museion riapre le sue porte al pubblico con due nuove mostre: la personale dell’artista Karin Sander “Skulptur/Sculpture/Scultura” e, nello spazio della Casa Atelier accanto a Museion, P.O.V. Point of view, il progetto del collettivo Butch-ennial Contemporary Art Group. Per l’occasione si potranno visitare le mostre liberamente dalle ore 16 alle ore 20.

“Dopo più di due mesi di chiusura a causa dell’emergenza, Museion riapre proponendo ben due nuove mostre. E’ un momento importante, che personalmente mi emoziona molto. Sono molto felice di poter accogliere nuovamente i visitatori e le visitatrici e orgogliosa del team di Museion, che, tra mille difficoltà e limitazioni, è riuscito a preparare le due nuove mostre. Con le offerte on line di #TeleMuseion siamo rimasti vicini al pubblico, ma credo che gli ultimi mesi abbiano dimostrato a tutti che nulla può sostituire l’esperienza fisica di incontro con l’arte. Un’esperienza che i visitatori devono poter godere nella maniera più tranquilla e rilassata possibile: In queste settimane ci siamo quindi attivate per adottare tutte le misure necessarie a garantire la visita al museo nella massima sicurezza” così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.

“Skulptur/Sculpture/Scultura” propone i progetti di Karin Sander (Bensberg, Germania, 1957) nati in riferimento a situazioni esistenti; con senso dell’humor l’artista affronta scenari culturali quotidiani e il loro contesto istituzionale e storico. Nel fare ciò, Sander interviene nelle strutture delle istituzioni, le modifica, sottolinea fatti e circostanze esistenti e invita il pubblico a partecipare. Ciò che è apparentemente familiare viene ripensato e diventa il punto di partenza per un processo di esplorazione. Nella mostra a Museion, Karin Sander stabilisce parametri inconfondibili. Il percorso espositivo inizia al piano terra, nel foyer di Museion. Qui il pubblico è accolto con un’opera che lo rende immediatamente parte della mostraIdentities on Display è formata da una serie di armadi in vetro concepiti come guardaroba a disposizione di chi visita il museo. L’artista interviene inoltre su un aspetto funzionale dell’edificio, ad esempio riprogrammando le lamelle per il controllo della luce solare sulla facciata. Al centro dello spazio espositivo, al quarto piano del museo, Karin Sander stende un tappeto gigante, come una pianta architettonica su cui i visitatori possono leggere le dimensioni, che possono calpestare o su cui possono semplicemente sedersi. L’artista crea così delle scene, in cui visitatori e visitatrici diventano parte della mostra. Come in una coreografia, il movimento delle lamelle che si aprono e si chiudono indirizza lo sguardo verso l’esterno, lungo alcuni lavori precedenti dell’artista e quindi sul paesaggio, mutevole e straordinario, che circonda il museo. E proprio questo paesaggio viene esposto, come un modello stampato in 3D, all’interno del museo.

“Il progetto di Karin Sander è pienamente in linea con la strada percorsa fino ad ora da Museion, in particolare con le numerose mostre dedicate all’idea contemporanea di scultura. Il titolo “Scultura” scelto dall’artista per la pubblicazione della mostra è un termine che non solo risulta intenzionalmente inadeguato per la sua arte, ma che ha anche una connotazione storica fortemente maschile. È il “paragone delle arti” come appannaggio di soli uomini, al quale Sander ammicca, tra l’altro, con sottile ironia e malizia femminile.” così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.

Differente la proposta della Casa Atelier che continua il dialogo con le realtà più vivaci legate al territorio. Qui il Butch-ennial Contemporary Art Group – progetto indipendente, nato dalla passione di un gruppo di artisti altoatesini e cosmopoliti quali Ruediger Witcher, Hannes Vonmetz Schiano, Marco Pietracupa e l’architetto Stefano Peluso – mettono in mostra il loro “P.O.V. Point of view”.

Mentre prosegue fino al 15 giugno, all’interno del Cubo Garutti, la mostra di Ingrid Hora The Great Leap Forward (Il grande balzo in avanti).

Il titolo della scultura di Ingrid Hora (1976, Bolzano) si riferisce alla riforma economica e sociale cinese intrapresa da Mao Zedong tra il 1958 e il 1961. L’opera è formata da una fila di deambulatori utilizzati da più persone allo stesso tempo e che avanzano in linea. L’installazione fa così riferimento allo scarto tra la generazione nata dopo gli anni ottanta e quella che ha vissuto quelle riforme. Ridisegnando leggermente il dispositivo, l’artista mette in discussione i concetti di progresso, dipendenza, collettività e solitudine. L’opera è esposta nell’ambito del progetto europeo “Art Works! European Culture of Resistance and Liberation”