Luca Loreti

Luca Loreti intervistato da Lorenzo Kamerlengo per The Hermit Purple, Luoghi remoti e arte contemporanea su Segnonline.

Parlami di un tuo maestro, o di una persona che è stata importante per la tua crescita.

Posso rispondere la musica Punk?

Quali sono secondo te il tuo lavoro/mostra migliore ed il tuo lavoro/mostra peggiore? E perché?

Fare lavori brutti è più facile che fare lavori belli, ma dopo un po’ che fai lavori brutti ne viene fuori uno bello. Se dovessi fare una classifica ti direi che la mia ultima personale Romance curata da Greta Scarpa è la mostra migliore che ho fatto. Per lo stesso ragionamento la prima personale che ho fatto era la peggiore. Speriamo di continuare con questo trend positivo.

Se ti ritrovassi su un’isola deserta, proseguiresti la tua ricerca artistica? Se sì, in che modo?

Sinceramente non credo. Si fa arte per se stessi o per gli altri? Io credo che fare arte sia un modo per comunicare qualcosa, fa parte del mio modo di interagire con le persone. Non sentirei nessuna esigenza di farlo su un’isola deserta se non vedessi questa possibilità all’orizzonte… forse scriverei “Help me” coi sassi.

In che modo sta influendo l’isolamento di questo periodo su di te?

Mi sento come se fossi su un’isola deserta, se guardi il mio balcone c’è scritto: “Help me”.