DJ e membro dei New York City Breakers, un gruppo pionieristico di break dance, Phase 2 è ricordato sopratutto per il suo inestimabile contributo mediatico all’hip-hop, e come il primo artista a perfezionare lo stile “soft” del grafitismo, caratterizzato dalle sue lettere gorgogliate simili ai marshmallow.
Nato nel Bronx, a New York, Phase 2 ha iniziato dipingendo i treni della metropolitana nei primi anni ’70, diventando uno degli artisti più emulati di quel momento. Phase 2 è stato uno dei primi membri di United Graffiti Artists (UGA), un collettivo di pittori di treni a cui è stata attribuita la montatura della prima mostra in galleria della cosiddetta arte dei graffiti, un termine che Wood ha respinto per svalutare e criminalizzare il suo lavoro e dei suoi coetanei.
Diverse le sue apparizioni in Italia. A Roma nel 1987, nella Galleria Carrieri, aveva partecipato alla mostra dell’amico Rammelzee. Nel testo in catalogo Edith Deak racconta: “Fu un periodo di reciproca maturazione che veramente unì i giovani artisti, che venivano dalla scuola d’arte, come Keith Haring e Sharf, gli artisti della New Wave, che venivano dai clubs, come J.M. Basquiat e i grafitisti che salivano dalla metropolitana come Phase II e Rammellzee. L’intero movimento, che comprendeva giovani artisti con diversi stili e backgrounds, fu chiamato Graffiti, e rappresenta tuttora il fenomeno più unico nella storia dell’arte: in nessun altro periodo artisti di 20 anni hanno lavorato professionalmente diventando il centro della scena dell’arte.”
A metà degli anni ’80, è stato direttore artistico della rivista internazionale Graffiti Times, spesso citata come la prima pubblicazione dedicata all’arte di strada e metropolitana. Nel 1996, lui e l’editore dell’International Graffiti Times David Schmidlapp hanno pubblicato il libro Style: Writing from the Underground, una storia del Writing.
