Il MAXXI BULGARI PRIZE 2020, arrivato alla sua seconda edizione e nato grazie all’unione tra MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e del marchio d’eccellenza italiano Bvlgari per promuovere e sostenere i giovani artisti, è stato consegnato a Tomaso De Luca (Verona, classe 1988, vive e lavora a Berlino).
La premiazione è stata annunciata durante una cerimonia trasmessa in diretta streaming sul sito del museo romano. Ad essa hanno partecipato gli artisti finalisti – Giulia Cenci, Renato Leotta e Tomaso De Luca – insieme a Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari, Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI e membro della giuria internazionale, Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte e membro della giuria internazionale. Special guest e chair woman della serata: Tamu McPherson, fashion content creator e Ambassador Bulgari per la Corporate Social Responsibility. Mentre gli altri tre giurati – Manuel Borja-Villel, Direttore del Museo Reina Sofía, Madrid, Emma Lavigne, Presidente del Palais deTokyo, Parigi e Victoria Noorthoorn, Direttrice del Museo di Arte Moderna di Buenos Aires – hanno partecipato attraverso videomessaggi di grande apprezzamento per tutti e tre gli artisti. Quest’ultimi sono stati lodati per le differenti caratteristiche che contraddistinguono le loro ricerche: De Luca per la libertà e la diversita, la Cenci per le sculture apocalittiche e, infine, Leotta per il silenzio ed il tempo sospeso. Inoltre, i finalisti, tutti meritevoli, hanno elaborato tre potenti opere che, come ha affermato Hou Hanru, “fanno luce sul nostro tempo e riflettono sul futuro avvicinando l’arte alla vita”.
A Week’s Notice, lavoro di Tomaso De Luca, è stato premiato “per la maturità e il coinvolgimento etico, sociale e politico espressi dall’opera; per la poetica sottile, calibrata e colta, e la dimensione aperta dell’opera, che lascia ampio spazio all’interpretazione dello spettatore; per la sintesi e la capacità di raccontare una porzione di Storia dimenticata ma centrale per compredere l’importanza dei valori contemporanei quali l’emancipazione e le questioni di genere; per la promozione di tutte le diversità concepite come una ricchezza per l’umanità”.
A Week’s Notice, è un’installazione video e sonora su tre canali, ove miniature di abitazioni, prese in prestito dal cinema, dalla storia dell’architettura e dalla vita privata dell’artista, volano, crollano, impazziscono e si inceppano dando luogo al disfacimento dell’architettura che ricerca la bellezza nell’instabilità e fa del trauma un territorio di creazione. L’alternativo finale che questo lavoro offre – rispetto allo spietato fenomeno della gentrificazione che, tra gli anni ’80 e ’90, seguì alla crisi dell’AIDS – ci mette di fronte a quartieri di grandi città dove la comunità omosessuale, in quei decenni la più colpita dall’epidemia, scompariva mentre il mercato immobiliare ne intravedeva un’opportunità: mentre mobili e beni personali venivano gettati per strada, gli appartamenti erano rimessi sul mercato per affittuari più sani e abbienti. L’artista, nel tentativo di riconquistare questo spazio perduto, trasforma l’architettura domestica in uno spazio disorientante ove il senso di perdita e di precarietà diventano elementi generativi di una ricostruzione.
La scelta della giuria, caduta su De Luca, ha rispecchiato quella dei visitatori del MAXXI che nei mesi scorsi sono stati invitati, nonostante le varie chiusure del museo per via delle norme anti-Covid, a compilare una cartolina da ritirare e riconsegnare alla biglietteria del museo. Nonostante i pochi voti di scarto tra le tre opere esposte nella mostra curata da Giulia Ferracci è possibile affermare che tutte sono state apprezzate dagli utenti votanti.
Inoltre, quest’anno il MAXXI BULGARI PRIZE si è arricchito di una novità. Come sottolinea Pietromarchi, questo premio “vuole dare un concreto segnale di supporto ai giovani artisti in un periodo di estrema emergenza e fragilità e per riconoscere l’impegno, la costanza e la professionalità dimostrata dagli artisti abbiamo scelto di acquisire tutte e tre le opere dei finalisti, che entreranno in Collezione”.
La Melandri ha proseguito affermando: “Il MAXXI BVLGARI PRIZE è uno degli appuntamenti più importanti del museo. Sostenere i giovani talenti significa investire sulla creatività del nostro tempo e sul nostro futuro, missione condivisa da MAXXI e Bvlgari, nostro partner prezioso. Quest’anno sono particolarmente lieta di acquisire tutti e tre i lavori dei finalisti, che riflettono sul nostro tempo, sulle inquietudini della società di oggi e sul futuro. Ora più che mai è importante essere vicini alla comunità artistica. Inoltre, in un momento in cui ci sentiamo tutti così svuotati, i giovani artisti riaccendono il nostro pensiero critico e ci parlano di libertà, di diversità come ricchezza, di rispetto della nautura, di memoria e futuro”.
Mentre, il CEO di Bulgari, Jean-Christophe Babin, ha concluso la cerimonia congratulandosi con il vincitore “Tomaso De Luca per la sua opera che innesca un dialogo emozionante tra la Storia e i nostri valori contemporanei. Il mio ringraziamento va comunque a tutti e tre gli artisti per averci offerto le loro potenti riflessioni sulla realtà che viviamo e sugli scenari futuri. Sono particolarmente lieto che quest’anno anche il pubblico abbia potuto esprimere le sue preferenze, confermando così la vocazione di un Premio incentrato sul valore della connessione e dell’esperienza. La felice sinergia tra BVLGARI e il MAXXI continua così a dare linfa vitale all’universo dei giovani artisti e a noi tutti il privilegio di ispirarci grazie al loro talento visionario e alle loro idee“.
Infine, riveliamo le altre opere finaliste. lento-violento di Giulia Cenci (Cortona, 1988, vive e lavora tra Amsterdam e la Toscana), installazione articolata in quattro gruppi di sculture, quattro nuclei plastici sospesi nel vuoto che invadono lo spazio e che impongono alla spettatore continui cambiamenti del punto di osservazione proiettandolo in un mondo di forme ibride, fluide, in parte umane, in parte animali. La Cenci propone un lavoro monumentale in cui mette in scena i cambiamenti, le tensioni tra uomo e natura, la macchina del capitalismo iperproduttivo e del consumismo sfrenato, i conflitti del nostro tempo e un futuro dell’umanità distopico. Dopo conflitti e prigioni, animali mostruosi e nuclei scultorei antropomorfi il percorso si conclude con un’immagine di calma apparente ove una macchina zoomorfa incombe dall’alto, simile a un dirigibile.
Roma e Fiumi è il progetto di Renato Leotta (Torino, 1982, vive e lavora tra Torino e Acireale) dedicato alla capitale: dodici film, girati in pellicola 16 mm, presentati su altrettanti schermi distribuiti nello spazio del museo come a evocare una passeggiata ideale tra le vestigia della città. Filmati i cui protagonisti sono le iconiche fontane della Barcaccia, Trevi, e Quattro Fiumi e all’area sacra di Largo di Torre Argentina: uno sguardo sull’antica civiltà romana e un tributo a ciò che soggiace sotto l’asfalto della città eterna dominata, in superficie, dal traffico quotidiano. Il suo invito è quello di affrontare un insolito itinerario tra queste rovine ad oggi popolate da una numerosa comunità di gatti per riflette sull’arte come mezzo per ripensare il rapporto tra uomo, natura e paesaggio antropizzato, riallacciando una relazione tra società e animalità.
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.maxxi.art – info: 06.320.19.54; info@fondazionemaxxi.it