MUSEO SPAZIO PUBBLICO

A Bologna nasce Museo Spazio Pubblico, il primo centro di ricerca italiano dedicato allo spazio pubblico secondo un approccio collaborativo e transdisciplinare.

Ha inaugurato a Bologna nel quartiere Porto Saragozza Museo Spazio Pubblico, un luogo di cultura a carattere transdisciplinare, intergenerazionale e plurale con l’intervento site-specific Raffaello 500 di Flavio Favelli.

Il museologo americano Stephen Weil famoso per aver teorizzato il museo come” impresa sociale” sosteneva che i musei per essere definiti tali devono “esistere per qualcuno piuttosto che per qualcosa“; per poter assolvere pienamente alla loro funzione, sottolineava il loro dovere morale d’essere democratici, inclusivi e sociali, in grado di rappresentare la comunità di appartenenza e coinvolgerla attivamente attraverso il confronto e il dialogo. Ed è seguendo questa prospettiva che si muovono quelle realtà museali che danno rilievo all’aspetto sociale comunitario come i musei di quartiere, presenti da decenni in paesi come il Regno Unito e gli USA largamente incoraggiati anche a livello istituzionale, o i cosiddetti musei relazionali (un modello culturale più che una vera e propria categoria), ovvero quelle istituzioni attente non solo a preservare il loro ruolo conservativo e di memoria ma anche a porsi come centri dinamici, inclusivi e di ridefinizione identitaria.

Museo Spazio Pubblico, inaugurato da pochi giorni a Bologna nell’elegante e defilato quartiere Porto-Saragozza, là dove anni prima sorgeva un supermercato, pur non essendo un vero e proprio museo tradizionale, abbraccia la medesima visione, ovvero quella di porsi come luogo d’aggregazione culturale attiva, plurale e democratica sul territorio con un’attenzione al tema della rigenerazione urbana e umana. Lo spazio espositivo nato da un’idea della studiosa e imprenditrice Luisa Bravo già nel 2019 (e poi soggetto a un arresto forzato causa pandemia), esito di un progetto che fonde l’associazionismo culturale no profit di City Space Architecture e l’imprenditoria di Genius Saeculi operante in ambito delle Digital Humanities , si prefigge di accogliere in una dimensione transdisciplinare, progettualità di vario tipo (accademiche, artistiche, performative, formative), acquisite dalla fondatrice in quindici anni di studi e ricerche sull’architettura e sull’urbanistica.

Un centro interdisciplinare che si occuperà d’arte nello spazio pubblico, coinvolgendo realtà internazionali e locali, attraverso mostre, eventi, conferenze workshop, progetti di residenza, performance, attività di ricerca e proiezioni (la rassegna indipendente Visioni Urbane, partita in streaming vedrà una nuova edizione a novembre, si spera in presenza). Il museo privato, parzialmente finanziato con fondi europei, promuoverà la cultura dello spazio pubblico con uno sguardo privilegiato su contesti periferici, al fine di sensibilizzare il quartiere e la città attraverso interventi senza scopo di lucro (anche temporanei), di scambio e contaminazione. La struttura costituita da ampie vetrine che permettono una fruibilità ed apertura a 360 gradi, sormontate da due scritte al neon significativamente interrotte (MUSEO SPAZ   IO PUBBLICO) e il parklet con area verde e wi-fi gratuito a disposizione su prenotazione della comunità di quartiere, ribadiscono la volontà e la necessità di creare spazi di prossimità, inclusione, condivisione culturale e d’incontro quanto mai vitali in questo lungo periodo di distanziamento sociale.

Flavio Favelli (Firenze 1964) ha realizzato ad hoc per il museo, una pittura di 10 metri che riproduce in maniera personale a mano libera con tempere oro su oro sul soffitto la banconota da 500.000 lire dedicata a Raffaello. Sulla scelta del soggetto, l’artista scrive:“Considerata dai numismatici un vero capolavoro, sia dal punto di vista artistico che da quello della sicurezza contro le contraffazioni, le 500mila lire è la banconota meno conosciuta e con la più bassa circolazione della storia della Repubblica, l’ultimo taglio prima dell’avvento dell’euro… La banconota, oggetto da visto e piaciuto, dove è sufficiente lo sguardo a decretarne la validità, è quello più visto e meno guardato, è il più maneggiato e insieme il più ignoto. La banconota italiana col più alto valore, le 500mila lire, è quindi rappresentata da Raffaello Sanzio, generalmente identificato come l’artista più spirituale. Il denaro, con la sua realtà concreta, inconscia, simbolica e psichica, è, oltre che lo sterco del demonio, l’angelo custode del genere umano, proprio come quello che appare nell’opera. Non è la prima volta che propongo una pittura su muro di banconote, ma in ambito pubblico ho spesso avuto contrasti e censure: l’ambiguità del denaro, il fare buoni affari, come sentenziava Andy Warhol, è tanto raccomandato e desiderato, quanto, se rappresentato, evitato come ambiguo e denso di ombre. Ma è proprio questo il terreno dell’artista, che tenta di dare, anche se contrastato e censurato dagli stessi adoratori del denaro, un differente punto di vista”.

Tra i progetti in cantiere: la costituzione di una biblioteca privata con pubblicazioni incentrate sullo spazio pubblico, la collaborazione con il Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia legata al tema Comunità Resilienti con il progetto Mapping Resilient Communities, la mostra Senegal/Sicily di Amoretti-Hanninen, l’evento Silence Meal di Nina Backman e la presentazione del libro The Fountain of  Za’tari di Margherita Moscardini in collaborazione con Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Il calendario, in corso di definizione per ovvi motivi, dovrebbe partire tra maggio e giugno in presenza con un progetto che coinvolge alcuni studenti delle università di Londra e Melbourne per realizzare poster che reinterpretano il tema della pandemia in chiave artistica fornendo dei messaggi con istruzioni d’uso e consumo dello spazio pubblico durante il Covid. Un nuovo centro sperimentale e culturale di quartiere va ad arricchire il panorama bolognese dove, nel 2019 in zona Bolognina, è sorto il Museo Temporaneo Navile sempre con un’ottica attenta al territorio, all’arte e al capitale umano.