Arco Madrid 2025
I finalisti: da sinistra Kai Wasikowski, la vincitrice Sheida Soleimani, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Felicity Hammond

Sheida Soleimani è la vincitrice del MAST Photography Grant on Industry and Work 2025

Annunciata oggi presso la Fondazione MAST a Bologna la vincitrice dell’ottava edizione del MAST Photography Grant on Industry and Work 2025: è Sheida Soleimani con il progetto ‘Flyways’.

Dal 30 gennaio al 4 maggio 2025, la Fondazione MAST di Bologna ospita la mostra, curata da Urs Stahel, MAST Photography Grant on Industry and Work 2025, il concorso fotografico su industria e lavoro dedicato ai talenti emergenti giunto alla sua ottava edizione. Nella Photo Gallery del MAST saranno in esposizione le opere dei cinque finalisti, Felicity Hammond, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Sheida Soleimani, Kai Wasikowski. La Giuria – composta da Isabella Seràgnoli, Franco̧is Hébel, Milo Keller, Michael Mack, Simon Njami, Alona Pardo, Giovanna Silva, Urs Stahel, Francesco Zanot – ha selezionato l’artista Sheida Soleimani quale vincitrice di questa ottava edizione del MAST Photography Grant on Industry and Work 2025 con il progetto Flyways.

Sheida Soleimani (Providence, 1990) con il suo progetto Flyways mira a identificare dei percorsi, delle vie di fuga da un mondo che, nella sua visione, è sempre più dominato dalla distruzione della vita umana e non. Le immagini dell’artista propongono un duplice livello narrativo: le storie delle donne che animano il movimento di protesta Women, Life, Freedom in Iran e le vicende degli uccelli migratori feriti a causa della collisione con edifici e strutture costruite dall’uomo.

I FINALISTI: Selezionati tra quarantadue candidati under 35 provenienti da tutto il mondo, i cinque finalisti hanno sviluppato per Fondazione MAST un progetto originale e inedito sui temi del premio. “I grandi temi classici dell‘industrializzazione e della fotografia industriale – spiega Urs Stahel – sono le fabbriche, gli operai, le macchine, gli altiforni, le colate d‘acciaio, le catene di montaggio e molto altro ancora. Ma […] l‘industrializzazione va ben oltre questo, si spinge più in profondità ed è qualcosa di estremamente complesso. È diventata essa stessa una nuova società, una nuova struttura di vita, una nuova condizione mentale: un sistema che abbraccia l‘intera esistenza umana.”

Felicity Hammond (Birmingham, 1988): Autonomous Body. Con questo progetto l’artista mira a stabilire nuove connessioni tra il passato e il futuro della produzione automobilistica. Le immagini create da Hammond esplorano in modo dialettico i processi di produzione ancorati all’estrazione mineraria e all’industrializzazione novecentesca, e le più moderne tecnologie di guida autonoma, che pongono le basi dell’automobile quale oggetto sempre più indipendente dal conducente.

Felicity HammondAutonomous Body, 2024

Gosette Lubondo (Kinshasa, 1993): Imaginary Trip III. Attraverso una serie di fotografie sulle industrie coloniali del territorio di Lukula, nella Repubblica Democratica del Congo, l’artista approfondisce la ricerca sulla storia e la memoria del suo paese. Specializzati per lo più nella produzione di legname, questi luoghi erano centri nevralgici dell’economia locale.

Gosette Lubondo, Imaginary trip III, 2024

Silvia Rosi (Scandiano, 1992): Kɔdi. Il titolo di questa serie si riferisce alla parola togolese “codice”. Il lavoro presentato da Rosi consiste in una serie di ritratti e autoritratti ispirati alle storie delle Nana Benz, le potenti donne che controllavano il commercio di tessuti wax a Lomé, nel Togo, figure importanti nella conquista dell’indipendenza dalle potenze coloniali.

Silvia RosiKɔdi, 2024

Kai Wasikowski (Australia, 1992): The Bees and the Ledger. In queste opere Wasikowski indaga come nei flussi migratori si verifichi spesso, per diverse ragioni, una dispersione di professionalità: esperienze lavorative maturate nel paese d’origine, non vengono riconosciute dalla nuova patria causando una perdita netta. Punto di partenza di questa ricerca è la nonna, immigrata dalla Polonia in Australia negli anni Settanta.

Kai WasikowskiThe Bees and the Ledger, 2024

Il catalogo, pubblicato da Fondazione MAST in italiano e inglese, è a cura di Urs Stahel e include i testi di Clément Chéroux, Charlotte Jensen, Kim Knoppers, Bindi Vora, Stanley Wolukau-Wanambwa.

MAST Photography Grant on Industry and Work 2025
Fondazione MAST
Photo Gallery, Bologna
dal 30 gennaio al 4 maggio 2025

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