Blu: il colore della cuccagna è un progetto culturale diffuso, promosso nel contesto di Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura, che ha esplorato il tema del blu e del guado (Isatis tinctoria), un’antica pianta tintoria. Ideato dall’artista Giovanni Gaggia e attuato da Casa Sponge, il progetto ha unito arte, tradizione e innovazione attraverso mostre, installazioni, residenze artistiche e laboratori. Le attività si sono distribuite nel territorio marchigiano coinvolgendo comunità locali e artisti di fama nazionale e internazionale. Il blu ha rappresentato il filo conduttore di un ricco intreccio di mostre, residenze d’arte, installazioni, laboratori, incontri e pubblicazioni, proponendo un dialogo tra passato e presente, tra natura e creatività, tra tradizione e contemporaneità.









Le mostre: il blu come simbolo e metafora
Fulcro del progetto è stata la mostra L’Oro Blu (24 febbraio-15 dicembre), ospitata presso il Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola, sotto la curatela di Leonardo Regano. L’esposizione ha coinvolto 38 artisti contemporanei – tra i quali figurano i nomi di Alighiero Boetti, Christo, Giulio Paolini, Nobuyoshi Araki, Vettor Pisani e di artisti scelti tra le eccellenze del territorio marchigiano e nazionale – offrendo un dialogo affascinante tra il tema del blu, il patrimonio locale e la contemporaneità artistica. Attraverso opere che spaziano tra tecniche e stili diversi, la mostra ha creato una narrazione avvincente del rapporto tra il blu e l’oro, simboli di storia e innovazione. Gli artisti hanno esplorato la materialità e la simbologia di questi colori, rendendo omaggio sia alla tradizione tintoria del guado che all’arte contemporanea.
Gli spazi di Casa Sponge hanno accolto due esposizioni significative. La prima, Storie tra cielo e mare (febbraio-maggio 2024), curata da Stefano Verri, ha intrecciato racconti e visioni di artisti come Cristiano Berti, Roberto Coda Zabetta, Maurizio Mercuri e Andrea Nacciarriti per esplorare il legame simbolico tra l’orizzonte marino e quello celeste. L’allestimento ha guidato il pubblico in un viaggio emozionale e poetico, celebrando la bellezza e la profondità del paesaggio marchigiano. La seconda, Cartolina BLU (giugno-dicembre 2024) con la curatela di Milena Becci, ha coinvolto 35 artisti marchigiani nella creazione di opere su piccole superfici. Ogni cartolina, tinta a mano con il guado, si è fatta omaggio alla tradizione della corrispondenza, esplorando i legami tra arte, viaggio e memoria.
Arte e comunità in dialogo
Le residenze artistiche di Casa Sponge hanno costituito i successivi tasselli essenziali del progetto, creando occasioni di confronto e scambio tra artisti e comunità locali. Ciascuna residenza ha affrontato temi diversi, tutti intrecciati al filo conduttore del blu come colore simbolico e identitario. Ad aprile, l’artista Giulia Marchi ha collaborato con la comunità di Pergola per dare vita a Gli abiti di San Rocco, un progetto che ha cucito il tema del blu con le radici religiose e culturali del territorio. Gli elementi tradizionali delle vesti del santo sono stati trasformati in un mezzo di reinterpretazione e ricerca artistica, unendo memoria e creatività contemporanea. Angelo Bellobono, nel mese di maggio, ha guidato il progetto Il corpo nel paesaggio / Il corpo del paesaggio, coinvolgendo gli studenti dell’Istituto Comprensivo Binotti. Il laboratorio ha esplorato il profondo legame tra corpo, natura e memoria, ponendo al centro il paesaggio marchigiano come elemento vivo e dinamico. In giugno, Gea Casolaro ha realizzato Passare il Guado, un’opera collettiva nata dalla collaborazione con gli abitanti del Quartiere delle Tinte di Pergola, che ha affrontato il tema del passaggio e della trasformazione, offrendo alla comunità un’esperienza di dialogo, condivisione e cura. Contestualmente, Giovanni Gaggia ha presentato La notte di San Paolo, un’installazione ispirata al rito popolare delle cipolle di Urbania, che riflette sul cambiamento climatico e il dialogo tra passato e presente. Coinvolgendo la comunità locale, l’opera ha unito tradizione e contemporaneità attraverso contributi sonori e visivi. Tra luglio e agosto, le artiste Anna e Marta Roberti hanno portato avanti il progetto AL LUPO! AL LUPO a Borgo Pace, affrontando il tema del lupo come simbolo di equilibrio tra uomo e natura. Attraverso una prospettiva multidisciplinare, le Roberti hanno stimolato la partecipazione attiva della comunità, incoraggiando la riflessione corale. Infine, a settembre, Giorgia Severi ha reso omaggio a Piero della Francesca con il progetto Cilestre, ospitato a Sant’Angelo in Vado. Qui il blu è stato reinterpretato come colore della trascendenza e della purezza, celebrando la tradizione artistica rinascimentale e la sua rilevanza nella contemporaneità.
Installazioni ambientali e laboratori performativi
Le installazioni ambientali, permanenti e temporanee, hanno trasformato paesaggi e spazi urbani in luoghi di introspezione. Un esempio è Soffio Vento Uccelli, realizzata da Juan Pablo Macías alla Torre del Girone di Peglio, dove il suono è divenuto protagonista, evocando libertà e armonia con la natura. Laboratori come Looking for E.B., guidato da Elena Bellantoni in collaborazione con il Coro G.B. Pergolesi, hanno unito voci e immagini in un dialogo multisensoriale. In particolare, l’opera ha approfondito i temi della resilienza, della condizione femminile e della forza interiore.
Una conclusione simbolica
La cerimonia finale del progetto si è tenuta presso il Museo della Bicicletta di Pesaro, dove è stato presentato il volume Blu: il colore della cuccagna – Sulla via del guado tra storia e contemporaneo, edito da Manfredi Edizioni. Il libro raccoglie contributi storici, artistici e culturali, proponendo una panoramica completa sul percorso intrapreso, lasciando una testimonianza duratura dell’intero progetto. Esso, come appare evidente nel testo, non ha rappresentato unicamente un’iniziativa artistica, ma un vero e proprio percorso collettivo che intreccia cultura, territorio e comunità. Attraverso i tasselli nei quali si è articolato, il blu si è fatto una potente metafora di connessione, esplorazione e trasformazione, celebrando l’arte come strumento di dialogo e di crescita, capace di lasciare un segno duraturo sia sul territorio che nell’immaginario condiviso.







