Lo sguardo del collezionista ricorda, senza dubbio, il titolo di un romanzo ed è infatti, come una narrazione dispiegata dinanzi al pubblico del Museo ARCOS – Museo di Arte Contemporanea del Sannio – di Benevento, che la mostra a cura di Massimo Bignardi, Ferdinando Creta, unitamente a Francesco Creta e Tommaso De Maria racconta trent’anni di contemporaneo nella terra sannita a partire dal lavoro svolto in tale lasso di tempo dal collezionista e gallerista Tonino De Maria e narrato mediante le opere di 37 artisti la cui fama travalica i confini nazionali.
Cosa significa osservare una mostra, addentrarsi nei suoi percorsi seguendo quello che è stato lo sguardo di un collezionista? Spesso ho accennato allo ‘sguardo principe dell’artista’ prospettiva che, tuttavia, ora si sposta dalla parte quasi opposta, ovvero dalla parte di chi la visione di un artista la incrocia, tessendo una trama nuova, inedita e unica. Lo sguardo di un collezionista come Tonino De Maria è già stato definito:
“costantemente informato, attento alle novità, agli spunti di una creatività che fosse espressione autentica e aderente alle pulsioni della realtà che ci circonda. Uno sguardo capace, quindi, di una doppia focalità: immediatamente prossima al proprio tempo e, al contempo, proiettata nella sua evoluzione nel tempo.”
In tal maniera, ogni opera sussiste, nella sua originalità, entro un dialogo corale che è costante e mai silente, sempre vivo e operoso nell’immaginario del collezionista che, oggi, grazie alla mostra del Museo ARCOS – promossa dalla Provincia di Benevento, con il supporto di Sannio Europa, e dal Museo ARCOS, con il patrocinio del Madre, del FRaC Baronissi e di Casa Turese – si innerva in visioni plurime ed altrimenti impossibili.
Ferdinando Creta, direttore del Museo nonché cocuratore del progetto, ha affermato:
“Con questa mostra che ritengo di grande rilievo per l’effettiva conoscenza del dibattito storico-critico presente a Benevento negli ultimi tre decenni il nostro museo ha dato prova di una straordinaria capacità operativa e anche di fedeltà ad una linea di promozione del contemporaneo che fosse legata alla storia e alle personalità che l’hanno segnata del nostro territorio regionale e di quello cittadino.”
Già, poiché in tale esposizione si riflette un ulteriore sguardo, quello che ha a che fare con il Sannio e buona parte di esso, con le dinamiche di un tempo lungo trent’anni e che ha oggi identità di forme e grammatiche differenti.
“Non è il piegarsi su sé stessi” continua Creta, “quanto instaurare un dialogo effettivo con la creatività contemporanea, tessendo una fitta rete di rapporti con quanto accade in Italia. Di questo bisogna dar atto ad Antonio De Maria, alla sua capacità di porsi come collezionista che non ha mirato e non mira solo al piacere di gestire il ‘gusto’ della propria collezione, quanto, invece, di aprire la porta ad eventi di promozione, dunque, di conoscenza. Trent’anni di intenso lavoro, di curiosità, di impegno a porsi a fianco alle espressioni di una nuova generazione di artisti, volgendo il suo ‘sguardo’ a quanto accedeva ed accade nella nostra penisola ma anche all’estero.”
Gli artisti presenti nelle sale di ARCOS – Alessandro Bazan, Ricardo Brey, Angelo Casciello, Giorgio Cattani, Rodolfo Llopiz Cisneros, Enzo De Leonibus, Antonio Del Donno, Pino Deodato, Pierluigi Di Francesco, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza, Stefano Di Stasio, Enzo Esposito, Massimo Festi, Giannetto Fieschi, Andrea Forlani, Riccardo Furini, Federico Guida, Peter Krawagna, Mario Lanzione, Paolo Laudisa, Nicola Maria Martino, Nicola Mastrocinque, Antonio Mastronunzio, Klaus Karl Mehrkens, Gian Marco Montesano, Luis Moro, Italo Mustone, Stefano Pisano, Michele Rio, Alberto Ruggieri, Mario Salina, Silvia Sartori, Alessandro Verdi, Igor Verrilli, Dany Vescovi, Dirk Westermann – definiscono, dunque, sia una radice sannita che un incontro successivo con realtà altre, sensibilità diverse, visioni e poetiche che hanno definito la trama fitta ed eterogenea di una collezione ramificata attraverso la geografia, il tempo, le sensibilità; una sorta di mappa sempre in fieri.
Collezionare, oggi, appare un percorso riservato a pochissimi, irraggiungibile da molti; mai nulla di più errato,giacché esistono molti modi per collezionare arte seppure il fine ultimo appare il medesimo, in cui vari fattori ed elementi combaciano, si affiancano, si sostengono. La figura del collezionista, peraltro, è spesso associata – erroneamente – a quella di un accumulatore di oggetti, mentre, invece, il collezionista è anima e mente illuminate, colta, appassionata e filiazione di una condizione esistenziale di grande eccezionalità. Tonino De Maria, tre decenni fa diede vita, in quel di Torrecuso (Bn) alla sua attività di gallerista con Art’s Event, trasformata, qualche anno dopo, a Vitulano (Bn) in Casa Turese, insieme con il figlio Tommaso De Maria con cui oggi continua il lavoro intrapreso anni fa.
Quella straordinarietà già accennata, la mostra beneventana la dichiara apertamente non per motto bensì per traduzione mediante le opere presentate e la capacità di una collezione privata di riuscire a traslarsi negli spazi pubblici di un museo, oggettivando l’eccezionalità relazionale che l’Arte può compiere, delineando ua geometria variabile mai fissa e sempre aperta ad accogliere nuove istanze.
‘Lo sguardo del collezionista. Trent’anni d’arte contemporanea nel Sannio’, dopo il successo del primo mese, è stata prorogata sino ad agosto, a rappresentare anche una chiave di offerta culturale verso il pubblico extramoenia, una occasione per conoscere più a fondo alcune dinamiche e alcune pagine della Storia del Sannio contemporaneo. Durante il periodo espositivo, inoltre, il Museo ARCOS organizzerà alcune giornate di studio e seminari dedicati, così come incontri con gli artisti e, naturalmente, la presentazione del catalogo in occasione del finissage.
‘Lo sguardo del collezionista. Trent’anni d’arte contemporanea nel Sannio’
Museo ARCOS – Arte Contemporanea del Sannio
Benevento, Corso Garibaldi 1
Dal 6 maggio al 15 agosto