Arte Fiera 2025

Leonardo in versione digitale, il Salvator Mundi genera NFT

Da pochi giorni il dipinto più costoso del mondo è diventato un NFT. Il 12 agosto 2023 il celebre Salvator Mundi, ancora oggetto di dibattito riguardo alla sua attribuzione leonardiana, ha ufficialmente fatto il suo ingresso nel mondo della cryptoart. Promotrice del progetto è stata la piattaforma di risorse digitali ElmonX, in collaborazione con la società di licenze di immagini Bridgeman Images.

L’opera iconica fu venduta all’asta da Christie’s nel 2017 raggiungendo la cifra record di 450 milioni, frutto dell’acquisto di un acquirente anonimo. Questo prezzo sottolinea il riconoscimento che il mondo dell’arte ha tributato all’importanza storica e artistica dell’opera, consolidando la sua posizione di inestimabile valore all’interno del patrimonio artistico globale.

Da quel momento, il Salvator Mundi ha intrapreso un percorso di cui non sono ancora ben chiare le tappe. L’attuale collocazione viene attualmente attribuita al Louvre di Abu Dhabi. Il collezionista pare essere stato identificato nel principe ereditario Mohammed bin Zayed, a sua volta prestanome del controverso e noto principe Mohamed bin Salman, successore al trono dell’Arabia Saudita.

Al di là dei dubbi sull’autenticità del quadro e sulle leggende che lo circondano, la versione digitale è ora fruibile grazie alle nuove start up dell’ambito tecnologico e artistico. ElmonX è una di queste. Impresa pioniere nell’adozione della tecnologia blockchain e degli smart contract per la creazione di NFT esclusivi. La partnership con Bridgeman Images le ha dato l’opportunità di coniare altri capolavori dell’arte come la Monna Lisa dello stesso Leonardo, la Notte stellata di Vincent Van Gogh, il Pensatore di Auguste Rodin e le Ninfee di Claude Monet. Il gruppo partner occupa una posizione di leadership nella distribuzione di immagini artistiche, culturali e storiche, nonché di materiali video per la riproduzione. La loro vasta collezione abbraccia diverse specializzazioni e regioni geografiche, rappresentando un patrimonio inestimabile di mezzi espressivi che spaziano dalle belle arti alla fotografia, dalla scultura alle mappe, dai filmati documentari fino ad arrivare oltre.

Sono state realizzate 660 edizioni digitali del Salvator Mundi per l’attuale progetto. La serie è disponibile per l’acquisto fino a esaurimento scorte, al prezzo di 150 sterline l’uno. È possibile acquistare le opere sia utilizzando valuta tradizionale che ETH.

Contestualmente ai 660 NFT sono stati coniati altri 13 token inseriti nella collezione Artist Proof, in vendita a poco più di mille sterline. L’acquisto consente infatti di ottenere una stampa pittorica di qualità museale con una riproduzione completa dei dettagli e dei contrasti drammatici. Si tratta di una corrispondenza perfetta rispetto alle dimensioni dell’originale fisico, ovvero 65,7 x 45,7 cm. Le stampe della collezione Artist Proof sono numerate sul retro. 

Una volta esaurite le vendite, gli NFT saranno poi trasferibili su un mercato secondario come OpenSea con una tassa del 10%. Ma non è tutto. ElmonX pianterà un albero per ogni transazione effettuata, consentendo al pubblico di visitare la foresta virtuale riprodotta nella propria piattaforma.

Come è ormai evidente da diversi mesi, la cryptoart sta integrando in maniera graduale, ma decisiva, anche opere tradizionali di epoche distanti da quella contemporanea. Non è un caso che ci sia sempre maggiore interesse nell’atto di digitalizzare e dare nuova vita ai prodotti storico-artistici. Tuttavia, il mercato dell’arte digitale costituisce solo una piccola fetta all’interno del panorama internazionale del commercio del settore. Le cifre attuali sono ancora ben lontane dall’exploit ottenuto tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. 

Ciò porta a una riflessione. Le opere in NFT non diventano più un business economico, ma un linguaggio come gli altri. In parole povere, non è più un sistema per fare affari ma un mezzo per fare arte (vera).

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