Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. (Pirandello)
Quando un grande intellettuale come Pirandello sente il bisogno di scrivere una massima vuol dire che ce n’è bisogno.
Infatti, sono più le maschere che i volti a popolare questo nostro disgraziato mondo.
Il mio desiderio è quello di non appartenere a questo nutrito elenco di maschere, per questo, a differenza dell’Archivio, non cancellerò mai dalla biografia di Guttuso la sua storia d’amore con Marta Marzotto, come non fu cancellata dalla biografia di Pirandello quella con Marta Abba. Entrambe le muse hanno condizionato pesantemente le vite e le opere dei due grandi siciliani.
Come pure non va ignorata la figura di Carla Piro, che si dice essere la madre del figlio naturale di Renato Guttuso, Antonello, a maggior ragione che in vita il Maestro lo ha aiutato. Questa storia del figlio naturale l’appresi dal poeta Ignazio Buttitta, compare e amico di Renato, all’Aspra, un giorno che era in vena di confidenze hard e mi confidò anche del suo flirt con Ornella Vanoni.
In realtà dell’esistenza di questo figlio erano a conoscenza in molti, me ne parlò anni dopo anche Isidoro, l’uomo tuttofare di casa Guttuso a Palermo, il quale certamente l’aveva appreso dal Maestro non essendo un frequentatore di salotti borghesi. E ancora, sapevano di questo figlio Marta Marzotto e la modella Lucia Vindigni, ma anche la stessa moglie di Guttuso, Mimise Dotti, che proprio alla Vindigni aveva confidato che lei l’avrebbe voluto adottare.
Come si sa, con le donne Guttuso è stato avido: iniziò a 17 anni con la duchessina Topazia Alliata, per poi sposare la marchesa Mimise Dotti, senza mai risparmiarsi nelle avances al gentil sesso, fin quando non entrò nella sua vita la contessa Marta Marzotto.
Se invece si mette da parte l’appetito sessuale e si parla di sentimento, sono solo tre le donne che Guttuso ha veramente amato: Topazia, Mimise e Marta.
Con Topazia è stato un amore breve ma intenso, ‘il primo amore’, che non lascia spazio a speculazioni. Mimise rappresentò gratitudine e affetto per tutta la vita. Marta col suo amore deflagrante conquisterà il cuore di Renato, rigenerandolo per quasi un ventennio.
Purtroppo oggi gli esegeti guttusiani, quasi tutti ‘maschere’, sono asserviti agli Archivi Guttuso. Indossare la casacca del vincitore è stato sempre lo sport preferito dalla massa, per questo continuano ad omettere dalla conturbante vita del Maestro questi fatti ritenuti scomodi; come pure l’abuso dell’alcol che in qualche circostanza ha creato situazioni imbarazzanti, o le tante vicende erotico-sentimentali che a quasi quarant’anni dalla sua morte, continuano ad essere adrenalina nei salotti ‘bene’ dell’alta borghesia, quelli che Renato amava frequentare impersonando il ruolo di Casanova, come testimoniano le infuocate lettere d’amore scritte per Topazia e Martina.
Segretare i sentimenti di un personaggio pubblico come Guttuso, per quanto pruriginosi, come fossero segreti di Stato, francamente è incomprensibile, di fatto non è mai avvenuto; come si dice, delle due una: o Renato ha mentito raffigurandosi nelle sue tavole dantesche all’inferno (foto di copertina) o mentono quelli che non parlano di questi argomenti o addirittura li negano.
Fin qui il concetto di verità è pietoso. Solo bugie che sentenziano. Chissà, forse un giorno arriverà la divina sentenza.