Martyna Benedyka

La residenza artistica In-ruins, fra archeologia e arte contemporanea

Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2021 ha preso forma la seconda edizione della residenza d’artista, progetto di In-ruins, piattaforma di ricerca internazionale, fondata nel 2018, che combina residenze d’arte, conferenze, simposi e ricerca estetica. Quest’anno In-ruins ha deciso di ripensare e valorizzare, attraverso l’arte contemporanea, il patrimonio archeologico del Mediterraneo, in un luogo nel cuore della Calabria che, con il suo omonimo golfo, è da sempre al centro delle rotte mediterranee: il borgo di Squillace, in provincia di Catanzaro.

Fondato dai Normanni nella seconda metà dell’XI secolo, il borgo medievale sorge su tre colli, affacciandosi sul Mar Ionio: lo spirito di questo patrimonio archeologico e del suo genius loci risulta di straordinario fascino; tuttavia, tale patrimonio appare come paralizzato e soffocato dalla sua stessa storia, dal suo essere rovina. Proprio quest’ultima, però, rappresenta un’autentica testimonianza dell’opera umana, conservando dentro di sé un grande potenziale storico.

In tale prospettiva sono stati scelti tre luoghi specifici per le attività: il Castello Normanno, edificato nel 1044 sulle rovine dell’antico monastero di Cassiodoro; il Palazzo Pepe, uno tra i massimi esempi di architettura gentilizia della zona, e la Chiesetta Gotica di Santa Maria della Pietà, risalente all’epoca sveva.

In che modo, dunque, l’arte contemporanea ha riscoperto il ricco patrimonio archeologico, stratificatosi nel corso dei millenni nella regione della Calabria? Il progetto In-ruins ha risposto a tale quesito, ponendosi l’obiettivo di liberare il contesto storico, rimasto congelato nel passato, mettendolo in relazione con il mondo contemporaneo che, al contrario, si caratterizza per la fluidità e la frammentarietà sempre maggiori. Si è reso necessario, cioè, esplorare nuove modalità di incontro tra la contemporaneità, in continuo moto, e le rovine intoccabili, sacre, immobili. Il tempo passato e il tempo contemporaneo sono stati messi a confronto per, poi, essere amalgamati e fusi, attraverso esperienze sociali, condivisione di spazi e generazione di processi artistici radicati nel presente: questi spazi di incontro tra i paesaggi archeologici e le pratiche d’arte contemporanea hanno generato una nuova archeologia della cultura mediterranea. Benedetto Croce diceva che ogni vera storia è storia contemporanea e che il passato può essere guardato con gli occhi del presente. Il progetto, infatti, ha svelato nuovi modi di guardare l’archeologia, attraverso lo sguardo di artisti, che hanno collaborato all’interno di un quadro interdisciplinare, favorendo lo scambio orizzontale e le connessioni tra discipline e idee.

Se quest’anno sono state selezionate le antiche residenze del borgo di Squillace, la prima edizione del progetto scelse il Parco Archeologico di Scolacium, a Roccelletta di Borgia (CZ), come primo epicentro esplorativo delle attività passate e primo luogo di riferimento. La residenza dei siti archeologici, dunque, può essere in grado di riscrivere un’archeologia del mediterraneo, attraverso un’arte contemporanea che si pone la seguente domanda: che cosa significa agire tra le rovine?

Sono stati cinque, quest’anno, gli ospiti ad aver risposto attraverso la loro sensibilità artistica: le residenze prescelte si sono trasformate, per dieci giorni, nelle loro rispettive case e laboratori. I cinque artisti si sono lasciati ispirare liberamente dal patrimonio archeologico, vivendolo e abitandolo in prima persona e, poi, lo hanno reinterpretato in opere d’arte contemporanea, lavorando site-specific sui diversi siti proposti.

Le prime due opere, esposte il 27 luglio 2021, in occasione dell’Open Day presso il Castello Normanno di Squillace, sono il frutto del lavoro di due artisti internazionali. L’israeliano Itamar Gov ha dato vita al The Mausoleum of Rejected Citrons, partendo dalla pratica di selezione dei rabbini, i quali ogni anno giungono in Calabria, nel mese di settembre, per scegliere il cedro migliore, quello meno imperfetto, presso la località di Santa Maria del Cedro. Itamar Gov ha lavorato con i cedri imperfetti, quelli mai stati selezionati. Approccio diverso per l’artista spagnola Anna III, la quale, con l’opera Noli Me Tangere, ha dapprima misurato le finestre del Castello Normanno, usando il proprio corpo come misura di riferimento; poi, ha realizzato una rivisitazione tessile di queste monumentali aperture.

Al termine del secondo ciclo di residenza, avvenuto durante l’Open Day del 4 agosto 2021, l’artista Emii Alrai (Regno Unito), lasciandosi ispirare dalla flora che circonda il castello, ha lavorato sulle ceramiche, imparando l’antica tecnica bizantina locale dell’ingobbio al graffito. L’artista polacca Martyna Benedyka, invece, a partire da un canto millenario risalente al 1151, ha dato vita a un’opera di archeoacustica, disciplina che unisce archeologia, etnomusicologia, acustica e modellazione digitale. Il duo italiano Ceresoli Cosco, infine, ha prodotto una serie di terracotte, ceramiche, stampi per colata, pensati appositamente per gli spazi interni del castello. Per enfatizzare il legame con il genius loci del borgo di Squillace, è stata scelta un’argilla di un antico stagno, nei pressi del sito archeologico.

Le opere di questi cinque artisti hanno dato forma e vita al pensiero di William Blake, che nel 1800 scrisse: “Le rovine del tempo costruiscono dimore nell’eternità”.

Sin dal principio, In-ruins associa al progetto della residenza d’artista anche numerose altre attività: mostre, una serie di talk dedicati ad artisti contemporanei internazionali che dialogano ed affrontano la questione dell’archeologia nella cultura contemporanea, e un attivo percorso di ricerca condivisa basato su seminari ed incontri online.

In-ruins residency è un progetto a cura di Maria Luigia Gioffre, Nicola Guastamacchia, Dobroslawa Nowak e Nicola Nitido.

La residenza In-ruins 2021 è realizzata con il sostegno di Regione Calabria, I Giardini di Hera e Fondazione Armonie d’Arte. Si ringraziano inoltre Pro Loco Squillace e il Comune di Squillace.