Una volta diventato benestante hai sentito il bisogno di cambiare quartiere e sei entrato nella Società dei “signori”. Qui hai conosciuto il benessere: bella casa, bei mobili, argenteria di classe e anche le opere d’arti, quelle che fino a quel momento non avvertivi la mancanza. Infatti ti sei lanciato subito col primo acquisto e senza saperlo hai appeso in salotto una patacca che oltre a farti sfigurare agli occhi degli altri ti faceva male allo spirito.
Questo aneddoto personale, anche s’è un poco inventato, vale la pena di essere letto: Mio padre il giorno del mio diploma, ben consigliato, mi regalò un dipinto di valore, ma io non l’ho apprezzato perché non avevo il palato fine per l’arte. Non ero ancora sposato e abitavo con i miei, in attesa di avere una casa tutta mia lo sistemai nel salotto dei miei genitori. Sono passati dieci lunghi anni, nel frattempo arrivò la laurea, il matrimonio e finalmente la mia nuova e bella casa in un quartiere “in”, anche se in affitto.
Qui, mio padre che a suo tempo aveva scritto dietro al dipinto una dedica per suggellare il dono, alla prima visita nella mia nuova casa si presentò con il dipinto. Io e mia moglie non l’apprezzammo tanto, ma per far contento mio padre presi chiodo e martello e lo sistemai in bella mostra in salotto. Quel dipinto non ebbe fortuna e cambiò di posto tante volte, fin quando mal sopportato finì in fondo a un corridoio in una piccola parete semi nascosto. Ad una nuova visita dei miei genitori, mio padre si accorse del declassamento che aveva subìto il dipinto e senza girarci intorno mi disse – se non ti piace vendilo e comprati qualcosa che ti piace -.
Nei giorni successivi lo portai in un rigattiere per venderlo e mi offri poche centinaia di euro, quindi lo riportai indietro perché non ne valeva la pena e ne riparlai con mio padre, il quale mi consigliò di portarlo ad un vero gallerista e così feci, questi moltiplicò il compenso e mi offrì molti più soldi al punto da meravigliarmi e insospettito, prima di venderlo, volli riparlarne con mio padre, vista la cifra considerevole di ventimila euro. Mio padre, sapendo che l’opera valeva molto di più, mi consigliò nuovamente e mi disse di far valutare quel dipinto ad una importante Galleria di Parigi che forse avrei ottenuto di più, così capii che valeva la pena quel viaggio in Francia e finalmente tornai a casa con più di centomila euro, con i quali comprai la casa che abitavo in affitto realizzando il sogno della mia vita.
Da quel giorno io e mia famiglia abbiamo dedicato più tempo all’arte, non stancandoci mai di visitare musei e leggere riviste specializzate, diventando appassionati d’arte e collezionisti; oggi abitiamo in una casa-museo e condividiamo lo spazio con una delle più importanti collezioni di Sicilia.