Nella scenografica cornice di Palazzo Vizzani, l’associazione culturale Alchemilla ospita per la prima volta inedite fotografie realizzate dagli artisti Alessandro Trapezio e Italo Zuffi, mostra a cura di Antonio Grulli; fruibile fino al 21 dicembre 2024. Il progetto MORADUCCIO (fotografo + soggetto) ha origini ben più lontane, poiché l’idea nasce nel 2014 ma prenderà forma solamente nel 2020 con la pubblicazione di un multiplo firmato e numerato in 100 copie dai due artisti. Perché è intitolata MORADUCCIO (fotografo + soggetto)? La rassegna prende il nome ispirandosi ad un luogo caro e conosciuto dagli artisti, i due decidono così di unire le loro forze e collaborare a questo progetto, accadimento sempre più raro vedere la collaborazione fra artisti. L’esperimento e la sinergia creata fra i due conferisce ancor più valore al lavoro svolto e presentato in mostra, essa diventa una preziosa occasione di dimensione laboratoriale. Alessandro Trapezio e Italo Zuffi, prendono la decisone di dirigersi in auto tra Castel del Rio e Moraduccio, località che si trovano tra la provincia di Bologna e quella di Firenze, seguendo il corso del fiume Santerno, che si fa set fotografico. Trapezio, con la macchina fotografica inizia a scattare immagini che ritraggono Zuffi completamente immerso nella natura, tra le rocce dei torrenti, il fiume, in mezzo gli alberi, quasi mimetizzandosi con l’ambiente egli prende parte e si fa parte dello stesso. Il suo corpo inizia a dialogare e a mescolarsi con il paesaggio, in particolar modo con la geologia di quel letto del torrente, così spigoloso e stratificato nei millenni.
Che tipo di atmosfera trasferiscono gli scatti? Si può percepire una particolare tensione, una densa inquietudine, come se da un momento all’altro qualcosa di minaccioso sta per succedere. Negli spazi espositivi le immagini appese vengono come dilatate, ingrandite di formato e mediante questo cambio di scala si instaura un rapporto profondo con il fruitore mettendo sia in evidenza la componente performativa all’origine degli scatti e in più l’immersione nel sublime ed eroico ambiente della montagna, il tutto avvolto da una luce fredda ma limpida e pulita. La scelta di utilizzare il mezzo fotografico desidera comunicare allo spettatore il parlare di sé stessi e di scoprirsi attraverso l’altro da sé ed il paesaggio.
Tra gli scatti selezionati vediamo ironicamente Zuffi con in bocca dei fiori viola, oppure il suo “mutare in roccia” in posa vicino al fiume, e ancora, il corpo dell’artista si trasforma in un tronco, un dettaglio non indifferente che aiuta a questo tipo di immersione, mimetismo nell’ambiente boschivo, grazie anche all’ausilio dell’abbigliamento indossato non a caso dal soggetto raffigurato.
Da non perdere la mostra MORADUCCIO (fotografo + soggetto) presso l’associazione culturale Alchemilla a Palazzo Vizzani, via Santo Stefano, 43.
informazioni: info@alchemilla43.it | www.alchemilla43.it