Ascolto i fiori che parlano al cielo, Silla Guerrini per Maison laviniaturra ph courtesy l'artista

“Ascolto i fiori che parlano al cielo” Silla Guerrini tra rivelazioni, memorie e peonie

C’è un tempo che non si misura, ma si respira. Un tempo che pulsa sotto la pelle delle cose, tra le vene invisibili della natura. In quel tempo sospeso, dove la bellezza non è mai effimera ma rivelatrice, Silla Guerrini ascolta i fiori che parlano al cieloVe ne avevamo anticipato qui – È il titolo della sua nuova mostra, curata da Azzurra Immediato, che sarà aperta fino al 15 luglio nello spazio della Maison laviniaturra a Bologna: un atelier che da tempo intreccia arte e moda, facendo della cura uno stile e della visione un luogo abitato.

Nella luce calma delle stanze, tra stucchi, sete e specchi antichi, le opere della Guerrini si dischiudono come petali in un atto di fiducia. Peonie immense, stratificate, dense di trasparenze e di memorie, emergono da carte ingiallite, frammenti di lettere, pagine di libri, certificati dimenticati. “Ogni petalo è parte di un respiro cosmico, ogni pennellata una soglia che si apre”, così potremmo riassumere il sentire della pittrice, che scrive: “Aria, Terra, Acqua, Fuoco… madre, donna, dea, nutrimento, luce… compongono la mia ricerca artistica”.

Una ricerca che si fa atto contemplativo e atto salvifico, memoria e rivelazione allo stesso momento. Nel testo critico che accompagna la mostra, Azzurra Immediato guida il lettore in questa immersione percettiva: “Ascoltare i fiori parlare al cielo induce a sintonizzarsi con l’apparente afonia della natura, scorgendo così una lingua segreta e potente, capace di connetterci subitamente con il nostro spirito”. E infatti le tele non gridano, ma sussurrano. Non si offrono, ma attendono. Le peonie, già simbolo duplice e poetico, sono al centro di questo universo sensibile: nell’estetica orientale portano abbondanza, armonia, eternità; in quella occidentale sono emblema di fugacità, di ciò che nasce e svanisce. Nella visione di Silla Guerrini incarnano entrambe le cose, come ogni verità profonda, ovvero “Specchio raffinato e potente delle nostre fragilità e delle nostre forze interiori”.

Specchio che, per metafora, appare nei capi unici creati dalla stilista Lavinia Turra a partire dalle suggestioni pittoriche di Silla Guerrini. Energie condivise che si fanno eco tra idea e azione pittorica e idea e creazione di moda, come dimostrano i kimono realizzati da Maison laviniaturra che paiono rivestire i corpi con la i fiori dipinti dall’artista, nella loro unicità stilistica, in quell’incontro tra Arte e Moda che si traduce in una poesia visiva sorprendente.

La pittura, nelle opere selezionate per l’atelier di Lavinia Turra, va ben oltre la semplice rappresentazione. È un gesto meditativo, una filosofia che si manifesta. Il papier collé ad esempio, alla base di ogni dipinto, diventa un deposito di tempo e memoria, un corpo visivo che conserva tracce, increspature e vissuti. “L’artista si impegna a ristabilire un legame autentico e spirituale con il mondo naturale – si legge ancora nel testo critico – ricordandoci che ogni forma di vita è sacra e merita ascolto”. L’arte non è solo intrattenimento, è una soglia. È connessione.

All’interno della Maison, l’allestimento stesso si trasforma in un’esperienza sinestetica. Le opere interagiscono con gli arredi, i manichini e le creazioni sartoriali di Lavinia Turra. Le peonie dipinte diventano motivi su abiti unici, in una metamorfosi in cui pittura e tessuto si fondono. “Il gesto pittorico della Guerrini prende vita grazie all’interpretazione sartoriale di Lavinia Turra, trasformandosi in tessuto prezioso, abito poetico, indumento spirituale”.

È una sorta di alchimia visiva: ciò che è creato per essere osservato, finisce per essere vissuto. Ed è proprio su questo confine tra l’opera e l’esperienza che si svolgerà l’evento del 5 giugno: un’azione di arte relazionale guidata dall’artista, dove l’atto creativo diventerà collettivo. Non si tratta di una performance, ma di un rito condiviso, un momento di arte relazionale in cui la creazione si aprirà alla pluralità dei corpi e delle emozioni: “Un rituale contemporaneo, con radici antiche che scioglie e intreccia nuovi nastri esistenziali” si legge nell’anticipazione della giornata.

I Ching. Accrescimento. Silla Guerrini, courtesy

L’invisibile diventerà presenza. Il fiore, voce. Il pubblico, parte di un unico corpo poetico. In questo viaggio sensibile, la artista offre un’arte che non cerca di spiegare, ma di far risuonare. Le sue opere sono “strumenti filosofici, passaggi liminali che invitano a oltrepassare le soglie della percezione”, mentre l’effimero si fa sacro, senza bisogno di grandi proclamazioni.

“Ascolto i fiori che parlano al cielo” è, in fondo, una bellissima dichiarazione di appartenenza. Rappresenta quel mondo sommerso che continua a comunicare con noi, se solo ci siamo in grado di prenderci un momento per ascoltarlo, un accoglimento, silenzioso ma fondamentale, a riscoprire il ritmo lento della contemplazione. Qui, dove il gesto si trasforma in preghiera e la pittura diventa un tempo che fiorisce.

L’artista Silla Guerrini, al centro, con la stilista Lavinia Turra, a destra,
e la curatrice Azzurra Immediato, a sinistra.
Opening della mostra 8 maggio 2025, Ph. Tommaso Paris

ASCOLTO I FIORI CHE PARLANO AL CIELO
Silla Guerrini per Maison laviniaturra
A cura di Azzurra Immediato
Dall’8 maggio al 15 luglio 2025
Evento di Arte Relazionale – gratuito su prenotazione – 5 giugno 2025 ore 19
Mostra con ingresso libero su appuntamento
Via de’ Sabbioni 9, Bologna
Press Luciana Apicella

Roberto Sala

Editore, graphic designer e fotografo d’arte, dal 2012 è docente di Metodi e tecniche dell'arte-terapia presso l'Accademia di Brera nel corso di laurea specialistica di Teorie e pratiche della terapeutica artistica. Direttore della casa editrice Sala Editori specializzata in pubblicazioni d’arte e architettura, affianca alla professione di editore quella di grafico, seguendo in tempi recenti l’immagine coordinata delle più importanti manifestazioni culturali della città di Pescara fra le quali si segnalano: Funambolika e Pescara Jazz. Dal 1992 è Art Director della Rivista Segno per la quale dal 1976 ha ricoperto diversi ruoli e incarichi. Dal 2019 è Direttore Editoriale di Segnonline per il quale traccia la linea politica e di sviluppo del periodico. roberto@segnonline.it

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