Quello degli NFT è un fenomeno che sin dalla sua genesi, nel 2015, ha prodotto importanti movimenti dal punto di vista economico, visto anche il suo stretto rapporto con le cryptovalute, sollevando forti dubbi e scetticismo su quanto l’aspetto speculativo potesse sottomettere quello artistico-culturale. Ma, come in ogni ambito, il confine tra le strategie di lucro e la volontà di condividere nuove espressioni comunicative è molto sottile.
Indubbiamente, questa nuova avanguardia ha fatto sì che gruppi di artisti, anche dislocati in continenti differenti, abbiano sviluppato tra di loro un clima di stima, sostegno e incoraggiamento reciproco. Il risultato di queste storie di complicità e solidarietà, che si caratterizzano come un vero e proprio movimento artistico dal basso, una sorta di cryptorivoluzione culturale, è ben evidente nelle community che hanno preso vita sui canali social e sulle piattaforme di messaggistica istantanea. Non a caso Discord è attualmente al vertice quale strumento comunicativo con cui gli utenti possono interagire tramite chat vocali, testuali e video con altre persone online, in privato o come membri di un server, e la community può supportare un progetto con domande, partecipando ai forum, scambiando opinioni e guadagnando benefit di qualsiasi misura. Chi compra uno degli NFT di una determinata collezione entra automaticamente a far parte di un gruppo, dove non è tanto il valore intrinseco della collezione stessa a spingere all’acquisto, ma l’appartenenza a un club e la possibilità di accedere alle relative dinamiche. Così, i proprietari delle community intervengono costantemente per mantenere vivo questo aspetto e i membri rispondono, a loro volta, non vendendo gli NFT e facendo anche, di conseguenza, rialzare la valutazione all’interno del mercato. È per questo che i creatori della raccolta di token non fungibili “Bored Ape Yacht Club” hanno regalato, a chi possiede una delle loro scimmie, un derivato, ovvero un cagnolino, e una serie di altri benefici, come l’accesso esclusivo al merchandising o il liquidity pool, una sorta di fondo per comprare scimmie al “floor price” per coloro che hanno bisogno di vendere per avere liquidità.
Ma anche Twitter è da tempo attrezzato a ospitare dei veri e propri salotti letterari virtuali, gli space, spazi live liberamente accessibili, in cui gli artisti digitali e tradizionali possono condividere la propria visione e le loro opere. Partecipa agli space anche un pubblico di collezionisti, curatori e critici, con cui gli artisti possono dialogare e confrontarsi. Incontri con cadenza settimanale sulla piattaforma social sono organizzati da mesi anche dal marketplace World of V che, oltre a conversazioni infrasettimanali in inglese, ha dato vita anche a uno space domenicale tutto italiano, dove approfondire temi riguardanti l’arte digitale e le potenzialità delle nuove tecnologie, ma costituendo anche un momento di sviluppo di nuovi progetti ed eventi.
Proprio in questa sede è nata l’iniziativa tenutasi tra il 31 ottobre e il primo novembre a Napoli e messa in piedi da Luca Martinelli, ovvero Vandalo, direttore creativo di Sewer Nation, la società milanese under 30 specializzata in tecnologie di avanguardia. Sono stati due giorni di workshop e mostre digitali tra il Lanificio Digitale e la Galleria Borbonica, per spiegare la tecnologia NFT per la prima volta in presenza nel Meridione. La città partenopea è stata scelta come capitale del Sud Italia dove approfondire le funzioni dei nuovi spazi virtuali di interazione, dalla CryptoArt al Metaverso. Tra gli artisti, anche internazionali, sono stati coinvolti Robness, Andrea Chiampo, Francesco Vincenti, Dusty Eye e Ninfa.
Prossimi appuntamenti primaverili sono in fase di avanzata progettazione a Milano e Roma, le città italiane dove le prime esposizioni digitali hanno visto la luce. I dettagli verranno rilasciati nelle prossime settimane.