Foto Anastasija Yurievna

Federico Ferrarini, Stargate

Dal 26 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, Kromya Art Gallery ospita la prima personale in galleria dell’artista Federico Ferrarini. La mostra si intitola Stonestar ed è a cura di Chiara Canali.

Nelle opere di Federico Ferrarini, classe 1976, esplode vulcanica quella che l’artista stesso chiama la “vita dipinta”. Si ritrovano all’estremo il dolore e il piacere, il maschile e il femminile, il sole e la terra, l’umano e il divino, in una visione potentemente cosmica. In una sola parola si percepisce la forza. La forza dei suoi disegni con penna biro, dei suoi dipinti su tela e delle sue sculture su marmo o granito. Infatti, non c’è posto per sentimenti futili, inariditi e vani. L’artista lavora febbrilmente sulla potenza delle emozioni brucianti e intense consumate in un attimo o in una vita, ciò non ha importanza; elemento comune a tutti i suoi lavori è però l’eleganza delle forme. Il suo tratto crea dei cerchi concentrici di energia, movimento e tensione che spesso invadono completamente lo spazio; in altri casi concentrano la loro energia in un nucleo circolare che appare il generatore stesso di tutta la composizione. Hanno un nome, si chiamano Stargate, “Porta delle Stelle”. Infatti, è come se quelle linee magnetiche, a tratti mistiche fossero state concepite come espressione stessa dei moti cosmici di energia, particelle di pianeti o di stelle che in scala minore costituiscono l’uomo stesso. In effetti, noi siamo fatti di stelle. Questo è ciò che Ferrarini se pur indirettamente tende a ricordarci tramite i suoi lavori dai risvolti concettuali. Il titolo Stonestar nasce proprio per creare in modo evidente un legame tra le stelle e la pietra; quest’ultima è materia stessa del cosmo, tanto dura quanto vivida. 

Merita parlare della sua scultura dai forti tratti ancestrali. Si nota come essa sia un atto di puro amore per l’artista che parte dalla scelta della pietra per poi passare a uno scontro e incontro, a un corpo a corpo con essa, dalle sfumature violente e intense a quelle maggiormente sensibili e carezzevoli. Presso la galleria Kromya, durante questa sua personale si potrà in particolar modo osservare una scultura in onice ambrato. Essa ricorda le ali di un angelo, una intera e una spezzata, metafora forse di rinascita, ricerca di luce, oppure delle scapole anatomiche. Fatto sta che queste immagini emergono dalla pietra grezza grazie alla mano di Ferrarini, che sembra riportare alla luce un fossile primordiale. Come un eterno ritorno nietzschiano, dalla pietra riemerge il vago ricordo di figure, insite nel nostro inconscio fin dalla nascita che subito alla vista di queste opere riaffiorano quasi automaticamente nella mente dell’osservatore attento.

Federico Ferrarini stesso, parlando del rapporto con la materia, mi spiega: “Il corpo a corpo è talmente intenso da farmi arrivare talvolta alla necessità stessa di farmi male. A sanguinare nel senso concettuale del termine. Talvolta è impossibile non respirare le scaglie di marmo, non ferirmi gli occhi con esso, non sporcarmi le mani in quel collante che so perfettamente andrà a nuocere la mia pelle. È una contino e imperterrito esperimento su quanto io possa riuscire a entrare in connessione con la materia”. 

Che dire, la Porta delle Stelle o “per le stelle” è aperta.


Federico Ferrarini
Stonestar
a cura di Chiara Canali
Kromya Art Gallery, Lugano
dal 26 novembre 2022 al 15 gennaio 2023

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