Wolfgang Laib, Without Beginning and Without End 1999 legno e cera d’api, Cappella Pazzi / Complesso Monumentale di Santa Croce. courtesy the artist credito Mattia Marasco – MUS.E Firenze

Luogo

Firenze, luoghi vari
Firenze

Data

Ott 25 2019 - Gen 26 2020
Evento passato

Ora

08:00 - 20:00

Wolfgang Laib: Without Time, Without Place, Without Body

Wolfgang Laib – uno dei protagonisti della ricerca contemporanea in arte – dialoga con i grandi maestri del passato, Filippo Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Benozzo Gozzoli e Beato Angelico, dando vita, all’interno del centro storico fiorentino, ad una delle mostre personali più estese degli ultimi anni. Le sue sculture, dal linguaggio minimale e astratto realizzate con materiali naturali come la cera d’api e il polline, saranno installate per la prima volta in quattro luoghi di straordinario valore storico artistico: Museo di San Marco (Polo Museale della Toscana), Cappella dei Magi (Palazzo Medici Riccardi), Cappella Rucellai (chiesa di San Pancrazio, Museo Marino Marini) e Cappella Pazzi (Complesso Monumentale di Santa Croce), in una relazione giocata tutta sulla sensibilità e sulle sottili percezioni tra il visibile dell’arte e l’invisibile dello spirito, che lega idealmente la magnificenza rinascimentale con la ricerca artistica contemporanea. Maggiori informazioni sul progetto nel nostro articolo.

Le opere

Museo di San Marco, Polo Museale della Toscana
Pollen from Dandelion
2019
Pollen from Hazelnut
2018

Pollen
Courtesy the artist

25, 26, 27 ottobre 2019

Per la prima volta nella storia del luogo, un artista contemporaneo varca la soglia delle celle del convento, cuore del Museo di San Marco, e si pone in dialogo con le pitture del Beato Angelico dipinte tra il 1436  e il 1446. Laib interviene all’interno della celletta con l’affresco del Noli me Tangere e di quella di Cosimo il Vecchio affrescata con l’Adorazione dei Magi, entrando nella sacralità del luogo con tutta la delicatezza, l’evanescenza e la fragilità materiale delle sue opere. Il polline, setacciato per terra o raggruppato a  formare una montagna, ha un intenso colore giallo che richiama la quintessenza della purezza spirituale, quella del colore luce che caratterizza anche i dipinti dell’artista rinascimentale. L’opera d’arte si carica di un significato simbolico che la porta ad esistere oltre le coordinate spaziali e temporali:  Without Time, Without Place, Without Body, come suggerisce il titolo della mostra. Raramente si assiste a un incontro così profondo tra un artista di oggi e quello di ieri. Il linguaggio dello spirito e quello dell’arte si fondono e si riconoscono affini superando ogni differenza e distanza tra epoche storiche e culto religioso. Il Museo di San Marco nel 150simo anniversario della sua fondazione ha eccezionalmente acconsentito ad esporre, per tre giorni, due opere realizzate in polline all’interno della cella affrescata dal Beato Angelico con l’immagine del Noli me tangere e di quella universalmente conosciuta come la cella di Cosimo il Vecchio.

 

Cappella Magi / Palazzo Medici Riccardi
Pollen from Hazelnut
2019

Pollen
Courtesy the artist

25 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020

All’interno della Cappella Magi, Laib espone un’opera realizzata in polline posizionata all’interno della scarsella sopra all’altare. In linea con la sua ricerca e in dialogo con le installazioni ospitate all’interno del Convento di San Marco, l’opera ripropone un linguaggio minimalista risultato di una pratica che procede per sottrazione e semplificazione, ma che si arricchisce di numerosi rimandi simbolici. “Una piccola montagna di polline appare circondata da una delle opere più incredibili della storia dell’arte europea – che”, afferma Laib” è anche una raffigurazione del Potere a cavallo – e rappresenta potenzialmente l’origine del mondo vegetale, l’avvio alla vita”. Nella sua densità e concentrazione di significati, l’installazione dialoga con un luogo dedicato al ritiro, alla preghiera e alla meditazione, in cui però vengono ad esaltarsi il potere e l’opulenza di una stirpe al centro della storia di Firenze, della Chiesa, del mondo intero. Oltre la magnificenza delle vesti e dei colori del corteo, l’opera sembra dialogare con il piccolo figlio di Maria disteso umilmente su un prato fiorito, vero re del mondo.

 

Cappella Rucellai / Museo Marino Marini

Towers

2019
cera d’api

Courtesy the artist

25 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020

All’interno della Cappella Rucellai – nata nella seconda metà del Quattrocento all’interno della chiesa di San Pancrazio (attuale sede del Museo Marino Marini) che vede al suo interno il sacello del Santo Sepolcro, gioiello dell’architettura di Leon Battista Alberti – Wolfgang Laib presenta un’opera inedita composta da un gruppo di torri realizzate in cera d’api posizionate sull’altare marmoreo. Come negli Ziggurat, l’artista ricorre a semplici forme geometriche, sintetiche ed essenziali, che con varie altezze rimandano ad un’ideale ascensione verso l’alto. Il dialogo tra le piccole sculture e l’architettura che le ospita sembra essere giocato tutto su un’idea di trascendenza, di transizione da una condizione terrena ad una più spirituale. Se il sarcofago rinascimentale ripara e isola il corpo oltre la vita, Laib sembra ricorrere all’utilizzo della cera d’api, non solo per l’estrema duttilità ed intrinseca luminosità del materiale, ma anche per le sue proprietà lenitive e protettive, note all’uomo fin dall’antichità.

 

Cappella Pazzi / Complesso Monumentale di Santa Croce

Without Beginning and Without End

1999
legno e cera d’api

courtesy the artist

26 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020

La costruzione monumentale di Laib si erge al centro della cappella commissionata dalla famiglia Pazzi a Filippo Brunelleschi nel 1429-30 accanto alla Basilica di Santa Croce: una grande piramide fatta di scalini non praticabili ma che suggeriscono un’immaginaria ascensione verso l’alto. Gli Ziggurat fanno parte di una serie di lavori avviati dall’artista nel 1995 che attingono alla semplicità e linearità delle architetture religiose orientali, come templi e tombe. L’artista rivisita in chiave simbolica alcuni archetipi architettonici, come la scala e la piramide. La scultura, interamente rivestita di preziosa cera d’api, suggerisce una simbiosi totale tra opera d’arte e natura. Come nelle installazioni con il polline, il legame con il mondo naturale è imprescindibile all’esistenza dell’opera, poiché l’artista non crea dal nulla ma raccoglie e organizza sotto altra forma gli elementi naturali, ricchi di proprietà benefiche e lenitive per il corpo e lo spirito. Nelle sue sculture Laib riduce la forma all’essenzialità, questo processo di semplificazione è il primo passo verso una conoscenza totale che passa attraverso l’osservazione di ciò che ci circonda e la meditazione, tra visibile e invisibile. Con questo progetto l’Opera di Santa Croce, consapevole della sua identità profondamente radicata nel tempo, ha deciso di avviare un nuovo percorso di confronto con i linguaggi contemporanei che consenta di vivere i suoi spazi storici al presente, partecipando alla costruzione del suo futuro.
Il Complesso monumentale di Santa Croce è patrimonio del Fondo Edifici di Culto – Ministero dell’Interno e del Comune di Firenze.

Le opere nel Complesso Monumentale di Santa Croce a Palazzo Medici Riccardi e in San Pancrazio (Museo Marino Marini) resteranno visibili fino al 26 gennaio, mentre le due installazioni, ospitate eccezionalmente in due celle del Museo di San Marco, potranno essere ammirate solo nelle giornate del 25, 26 e 27 ottobre.

Wolfgang Laib

Without Time, Without Place, Without Body

a cura di Sergio Risaliti

25 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020

Museo di San Marco (Polo Museale della Toscana), Cappella dei Magi (Palazzo Medici Riccardi), Cappella Rucellai (chiesa di San Pancrazio, Museo Marino Marini),
Cappella Pazzi (Complesso Monumentale di Santa Croce)

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