Bonamini Eros; Vanitas Cronotopografia 508, 2008; Cronotopografia n°1600, 2000

Luogo

Valmore Studio d'Arte
Contra’ Porta S. Croce, 14 - 36100 - Vicenza
Sito web
https://www.valmore.it

Data

Dic 01 2023 - Feb 23 2024
Evento passato

Ora

08:00 - 18:00

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Mostra

Eros Bonamini | Il segno e il tempo

Il prossimo 1 dicembre Valmore studio d’arte inaugura una mostra di opere di Eros Bonamini, artista molto caro alla galleria, che gli ha già dedicato una grande personale nel 2013 e le cui opere sono state spesso proposte in numerose mostre collettive. In questa seconda esposizione vengono presentate una quindicina di opere di grandi dimensioni e rilevanza, sia su tela che su acciaio dagli anni ’80 agli anni 2000.

Valmore Zordan, storica fondatrice della galleria, conosciuto Bonamini nei primi anni 2000 ha subito espresso un forte interesse ed entusiasmo per la ricerca di questo artista che negli anni era stato recensito dai grandi critici italiani del momento.

Eros Bonamini inizia la sua attività a metà degli anni ’60 e prosegue in un viaggio di oltre 40 anni di rigorosa e prolifica ricerca artistica, sperimentando diversi percorsi fino al 2012.

Artista veronese ormai storicizzato, anche grazie all’attenta, lucida e amorevole azione della moglie Giusi che dal 2013 cura l’Archivio Eros Bonamini, ha suscitato fin dall’inizio l’attenzione e l’apprezzamento di critici come Giorgio Cortenova, Licisco Magagnato, Luciano Caramel, Alberto Veca, Toni Toniato, e più recentemente Claudio Cerritelli, Marco Meneguzzo, Francesco Tedeschi, Klaus Wolbert, Chiara Rigolli, Patrizia Nuzzo, Matteo Galbiati, e molti altri.

Ha all’attivo numerose esposizioni personali e collettive fra le quali si ricordano quelle al Castello Sforzesco di Milano e al Centre George Pompidou di Parigi nel 1981, alla Galleria d’Arte Moderna Cà Pesaro e Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 1982; nel 1988 è presente ad “Astratta. Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990” alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti di Verona, a La Permanente di Milano e alla Kunsthalle di Darmstadt in Germania; partecipa nel 1994 alla collettiva “I libri d’artista italiani del Novecento” al Museum of Modern Art di New York nel 1992 e al Guggenheim di Venezia. Recentemente sono state organizzate delle mostre personali alla Rocca Roveresca di Senigallia nel 2016 e Casa del Mantegna a Mantova nel 2017.

Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali si ricordano la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti di Verona, il MART di Rovereto, il Museion di Bolzano e la GNAM di Roma, Intesa Sanpaolo di Milano, AGI di Verona e Fondazione VAF di Francoforte.

Con le esposizioni del 1974 la critica inserisce inizialmente Bonamini fra gli artisti della linea analitica dell’arte, e in effetti egli svolge in quel momento un’intensa analisi della pittura e dei suoi elementi costitutivi (supporto, materiali, tecniche di esecuzione), cominciando ad utilizzare oltre ai colori ad olio anche cemento, colle, nastri. E’ il periodo delle Stesure, che presto sfocerà nella serie dei Cementi.

Ma ben presto, già dalla metà degli anni ’70, comincia ad evidenziarsi la sua distintiva e proficua linea di ricerca con la realizzazione delle prime Cronotopografie.

Da quel momento in poi tutte le sue opere avranno un solo titolo “Cronotopografie”, si aggiungerà più tardi il termine Vanitas quando inizierà ad utilizzare superfici riflettenti come il plexiglas e l’acciaio specchiante. Cronotopografie racchiude in sé i termini tempo, spazio e scrittura/segno.

Tutti i temi della sua ricerca futura sono già chiariti e Bonamini mette a punto un metodo di indagine basato sull’osservazione. Gli strumenti utilizzati, convenzionali e non, sono punti, linee, numeri, parole, labirinti e spirali al pari di carte, tele, cemento, nastri, acciaio, plexiglas, e infine oli, inchiostri, pirografi, acqua ossigenata, neon, fiamma ossidrica e molto altro. Ma soprattutto lo strumento fondamentale utilizzato da Bonamini nei suoi itinerari di osservazione è il “tempo” e in particolare il tempo di esecuzione. Il suo metodo di ricerca prevede che all’interno di una serie di elementi alcune variabili restino fisse ed altre si modifichino per porre l’attenzione sulla “differenza” e quindi sulla “relazione”. Il fulcro della sua indagine è il “segno” che, nell’impossibilità di definire nella sua essenza, cercherà di cogliere attraverso il rapporto fra i segni e fra il segno e lo spazio, e nella loro imprescindibile relazione dinamica e trasformativa con la variabile tempo. Il gesto e la sua durata (misurata e dichiarata), fondamentali nella poetica di Bonamini, divengono l’innesco di un processo di relazione fra il segno e lo spazio, da cui scaturiscono le tracce del tempo.

In occasione dell’inaugurazione il prof. Francesco Tedeschi presenterà la Monografia “Eros Bonamini”, da lui curata, edita da Skirà e da Fondazione VAF – Francoforte.


Eros Bonamini
Il segno e il tempo
Dal 1 dicembre 2023 al 23 febbraio 2024
Valmore Studio d’Arte – Vicenza

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