Le opere di Elio Cassarà -veri giardini di luce- posseggono una purità diamantina, uno scintillio, un senso di danza. Nell’incanto dei bianchi, degli azzurri, dei verdi, dei violetti, dei magenta, Cassarà svincola dalle apparenze degli universi transeunti per rinovellarli in spazi spirituali, in visioni ex mundo che fluiscono incessantemente. La melodia dell’Anima, della Trascendenza diviene metafisica del mondo, una vera religiosità cosmica, per dirla come Leonardo Da Vinci.
Ho avuto il piacere di intervistare Elio Cassarà.
Serena Ribaudo: Elio, nel tuo percorso di vita e d’arte, hai tanto viaggiato. Sei nato in Sicilia ma hai deciso molto presto di lasciare questa terra mitica ed al contempo logorante ed hai disegnato una parabola che ti ha portato da Venezia a Mosca. Forse sospinto da un anelito ad una continua liberazione, forse da una instancabile curiosità delle cose del mondo. Come ciascuno di questi luoghi si è impresso nelle forme della tua arte e del tuo carattere?
Elio Cassarà: Il senso del mio viaggio è raggiungere la mia meta, senza la fretta di arrivare a destinazione, traendo ispirazione da ogni esperienza.
La mia Itaca è dentro di me ed ogni luogo le assomiglia: resta il pretesto del viaggio.
S. R.: Negli infiniti labirinti dell’arte, perché sei stato rapito dalla pittura? Quale la sua peculiare essenza? Quale la sua segreta musica che hai desiderato intrecciare con la tua?
E. C.: La pittura è ritmo, movimento, oscillazione dall’alto verso il basso, da destra verso sinistra, dove ogni particella di luce fluisce e rifluisce sulla tela.
La pittura è creazione e distruzione di mondi. E’un principio universale che si ripete. Ad ogni innalzamento corrisponde una caduta. Questo vale per ogni cosa, come per noi umani così per i pianeti, i soli, l’energia e la materia.
S. R.: Borges si domandava se esistesse un libro eterno. C’è un’opera pittorica che più di altre reputi eterna?
E. C.: L’opera eterna parla con la voce dell’Anima, la voce dell’Intuizione. L’opera eterna suscita identificazione emotiva sempre, nel corso dei secoli, in un tempo artificiale e formalizzato che è quello dove si incontrano il tempo esistenziale dello spettatore e quello universale dell’opera stessa, in un percorso a ritroso dove un passato ignoto improvvisamente emerge, si reifica come in un setting psicoanalitico.
S. R.: Cos’è la Bellezza per Elio Cassará?
E. C.: Per me la Bellezza è Verità: che non va solo guardata ed ammirata, ma partecipata. Lo spettacolo della Natura è manifestazione sacra, in cui venire assorbiti, facendosi uno con essa.
S. R.: Prossimi progetti?
E. C.: Sono programmate in un futuro prossimo alcune esposizioni personali in contesti museali di grande prestigio nella Federazione Russa, in particolare tra Mosca e San Pietroburgo.
Due novità in anteprima che mi hanno molto gratificato l’acquisizione di una mia opera di grandi dimensioni da parte del MOMA di Mosca; a breve anche il Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina metterà in esposizione permanente una mia creazione.
È un periodo di grande fermento, in continua evoluzione.