Davide Tranchina, Cieli Impossibili, credits Francesca Piovesan

Da Gaggenau i “Cieli impossibili” di Davide Tranchina

Cieli Impossibili è la mostra personale di Davide Tranchina con la quale riprende il ciclo di mostre “On-Air. Il Presente è il Futuro del Passato”, curato da Sabino Maria Frassà, negli spazi dello show-room di Gaggenau Design Elementi Hub a Milano.

Cieli Impossibili di Davide Tranchina si serve della fotografia per fini puramente concettuali, difatti, le opere sono realizzate con elementi provenienti da tale mondo, senza l’utilizzo effettivo della macchina fotografica. La tecnica adoperata consiste nell’esposizione del materiale fotosensibile ad una sorgente luminosa, la cui reazione genera molteplici colori e sfumature.

Alice Ioffrida: “Lo studio della luce è uno dei temi ripresi dalla fotografia tradizionale che ti interessano, e qui si lega ad un soggetto a cui hai dedicato 4 anni di scatti: l’orizzonte.”

Davide Tranchina: “Esatto. Mi sono fermato a fotografare una porzione di mare e cielo da una finestra. Quel punto di vista è solo un pretesto per osservare i continui mutamenti della luce ed è una metafora perfetta per descrivere il linguaggio fotografico. La fotografia è una finestra sul mondo per definizione, sin dalle sue origini.

A.I.:Mentre nella serie Persistent Gaze utilizzi la tecnica in modo tradizionale riprendendo un orizzonte reale, con gli Apparent Horizon la linea che idealmente divide cielo e mare viene solo simulata, ma questa è una ricerca che origini ha?

D.T.: “Al centro del mio interesse vi è l’indagine sulla luce come materia della fotografia. Ho iniziato questa ricerca nel 2007 attraverso le opere gialle della serie Quello che non c’è, lavori che ho ottenuto esponendo le pellicole sotto una lampadina ad incandescenza, il cui colore rimanda alla nascita dell’alba. Quello che mi piace creare è una sorta di ambiguità mimetica, un’illusione ottica che spinga l’osservatore ad interrogarsi sulla veridicità dell’immagine. Allo stesso modo nel mio lavoro è fondamentale l’ambiguità dei materiali, per questo stampo su fogli finart, perché le carte riproducono effetti quasi pittorici, in modo preciso, digitalmente. Questo lavoro mi serviva soprattutto per sottolineare l’aspetto della luce e l’immaterialità della visione. Il principio è lo stesso: sia con la finestra reale che con gli orizzonti simulati, il tentativo è quello di creare una sorta di “geografia della luce”. In alcuni l’ho fatto attraverso uno strumento fotografico tradizionale e, in seguito, ricreando queste visioni all’interno dello spazio dello studio, in modo artificiale.

A.I.:Il curatore della mostra, Sabino Maria Frassà, spiega che «Proprio la “distanza” – sempre incolmabile e irraggiungibile – è il concetto chiave per avvicinarsi a comprendere il mondo di questo artista […]. Del resto i cieli di Davide Tranchina non esistono, sono “cieli impossibili”. […]E proprio il silenzio e la solitudine leopardiane sono due aspetti centrali e trasversali a tutta la ricerca dell’artista che completano la sua idea di “distanza”: le sue opere parlano di solitudine e di attese di un oltre non ben definito», ma Sabino nel testo critico fa riferimento alle suggestioni che rimandano il tuo lavoro all’universo pittorico piuttosto che fotografico.

D.T.:Sabino, nel testo critico, spiega in modo molto arguto i miei riferimenti al mondo dell’arte e soprattutto a Mark Rothko. Nella mia poetica la fotografia non è un linguaggio a sé stante ma riceve molteplici influenze dalla pittura. La mostra in corso da Gaggenau è frutto di un lungo studio progettuale che mi ha visto interagire con lo spazio. Qui ho voluto creare una serie di immagini molto pulite, astratte, che rimandano ad un’idea di minimalismo, come il design che caratterizza le superfici che si trovano all’interno dello spazio.

I Cieli Impossibili di Davide Tranchina ci mostrano una dimensione meditativa e interiore, sono orizzonti poetici ed ipnotici, dagli azzurri tenui o dai blu profondi. Ogni variazione omaggia tematiche e tecniche tradizionali mediante l’abilità illusoria.

Gaggenau Design Elementi Hub
Corso Magenta n. 2, Milano
Tel + 39 02 412 678 400

Virtual tour: https://www.gaggenau.com/it/experience/inspiration/progetto-arte/davide-tranchina
Visite su appuntamento Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì dalle 10:00 alle 19:00. Fino al 22 settembre 2020